IL GIOCO, NOMI PRIMITIVI E DERIVATI, con stampabile e video spiegazioni

CIAO A TUTTI, nuovo gioco, i nomi primitivi e derivati. Si può giocare in coppia oppure giocare divisi in due squadre, ogni coppia o squadra sceglie un colore esempio rosso e blu e prende la penna corrispondente. PER LE REGOLE VI LASCIO AL VIDEO, SOTTO, INVECE POTETE SCARICARE IL GIOCO Ho inserito parole come GROTTA per renderlo così più “difficile” nel caso si passi più volte nella stessa casella. Ovviamente sono validi nomi derivati con prefisso o suffisso. Esempio: Grottesco o aggrottare. La cosa bella è che i bambini possono imparare anche parole nuove, esempio con farina non esiste solo …

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Il presente indicativo

In ogni lingua, il tempo presente è uno degli strumenti fondamentali con cui l’uomo esprime la realtà. Esso permette di collocare l’azione nel momento in cui si parla, ma non solo: descrive abitudini, stati permanenti, verità universali e persino azioni che stanno per cominciare. Per questo il presente è spesso il primo tempo verbale che si apprende e costituisce il punto di partenza per l’intero sistema verbale.

Nelle lingue moderne, come l’italiano, il presente verbale tende ad avere un significato prevalentemente cronologico: indica cioè un’azione che si svolge “ora” (es. scrivo una lettera). Tuttavia, già nel latino e ancor più nel greco antico, il concetto di presente non si limita al solo riferimento temporale, ma si intreccia con un’altra nozione fondamentale: l’aspetto verbale.

In greco, infatti, ciò che importa non è soltanto quando un’azione avviene, ma come viene concepita da chi la esprime: se come un processo in corso, un fatto compiuto una volta per tutte, oppure una condizione permanente. In questo sistema, il presente appartiene al tema del presente, che si caratterizza per il valore durativo o progressivo dell’azione: non un evento puntuale, ma un processo che si prolunga nel tempo o che si ripete abitualmente.

All’interno della vasta gamma dei modi verbali (indicativo, congiuntivo, ottativo, imperativo), il presente indicativo occupa una posizione centrale. È infatti la forma più neutra e diretta per esprimere il presente, quella che serve ad affermare fatti, descrivere la realtà così com’è percepita, oppure narrare eventi passati con vivacità attraverso il cosiddetto presente storico.

All’interno di quest’articolo, procederemo quindi con la spiegazione delle peculiarità del presente, analizzandone caratteristiche grammaticali e usi periodici. Se invece ti interessano delle nozioni maggiore su quella che è la struttura del verbo o del greco antico in generale, allora ti invito a consultare gli articoli che trovi nel nostro blog. Per di più, se conosci qualcuno che sia interessato allo studio della lingua greca, puoi condividere questo link sul tuo social preferito, così che lui possa trovare delle ottime risorse online gratuitamente.

Tema del presente

Il tema del presente, del quale le informazioni che riportiamo sono state tratte dal libro Introduzione scientifica allo studio del greco e latino di Ferdinand Baur, si costruisce in vari modi: può arricchirsi con vocali o consonanti aggiuntive, oppure subire ampliamenti della radice all’inizio, nel mezzo o alla fine. In certi casi questi mutamenti sono così marcati da rendere la forma molto diversa dalla radice originaria. Ogni formazione, in base al suffisso o all’infisso impiegato, porta con sé un valore particolare: può essere intensivo, durativo, incoativo (cioè indicare l’inizio dell’azione), iterativo (ripetizione), desiderativo, causativo, intransitivo o passivo.

Il presente si distingue dall’imperfetto grazie alle desinenze primarie, anche quando l’imperfetto non presenta l’aumento, mentre si differenzia dall’aoristo forte sia per la presenza dell’aumento sia per gli ampliamenti caratteristici della radice.

Valori e usi

Il presente indicativo esprime generalmente:

Azione attuale → ciò che accade nel momento in cui si parla.γράφω τὴν ἐπιστολήν → “scrivo la lettera (ora)”.

Azione abituale → ciò che si compie regolarmente o di solito.οἱ ἄνθρωποι ζητοῦσι τὴν εὐδαιμονίαν → “gli uomini cercano la felicità”.

Verità universali → leggi di natura o verità eterne.ὁ ἥλιος ἀνατέλλει → “il sole sorge”.

Valore storico (presente storico) → un’azione passata, narrata però al presente per vivacità.λέγει ὁ ποιητής → “disse il poeta” (letteralmente: “dice”).

Valore conativo (o incoativo) → esprime un’azione che sta per iniziare.βαδίζω → “sto per mettermi in cammino”.

Presente intensivoIl verbo, spesso con raddoppiamento, rafforza l’idea dell’azione, mostrando insistenza o energia.

δίδωμι → “do con insistenza / con forza”.

πίμπρημι → “incendio con violenza”.

Presente durativoRende l’azione come prolungata nel tempo, senza indicarne la conclusione.

μένω → “rimango, sto fermo”.

καθεύδω → “dormo (continuativamente)”.

Presente incoativo (nel senso originario)Non solo conativo, ma anche con valore di “cominciare a”.

γηράσκω → “comincio a invecchiare”.

ὀργίζομαι → “comincio ad adirarmi”.

Presente iterativoEsprime un’azione ripetuta più volte. Spesso si lega a suffissi o alla forma epica.

πάλλω → “scuoto ripetutamente”.

διώκω → “inseguo (più volte, insistentemente)”.

Presente desiderativoIndica la volontà o il desiderio di compiere un’azione, a volte tramite forme particolari.βουλομαι → “voglio”ἐθέλω → “ho l’intenzione, desidero”

Presente causativoIl verbo non esprime più l’azione diretta, ma il fatto di “far fare” a qualcun altro.καθίζω → “faccio sedere” (da κάθημαι = “siedo”)δείκνυμι → “mostro, faccio vedere”

Presente intransitivoAlcuni verbi indicano stati o azioni che non passano a un oggetto.ἔρχομαι → “vado”ἵσταμαι → “mi fermo, sto in piedi”

Presente passivoEsplicita che il soggetto subisce l’azione.γράφεται → “è scritto”πείθομαι → “sono persuaso / obbedisco”.

Tema del presente coincidente con la radice

In alcuni casi il tema del presente coincide esattamente con la radice, senza l’aggiunta di vocali leganti.

Quando la radice termina in vocale, ad esempio con φα, nelle forme plurali si hanno esiti come ἴμεν, ἴτε, ἴασι oppure φαμέν, φατέ, φᾶσί (quest’ultima dal dorico φαντί);

al singolare, invece, la vocale della radice tende ad allungarsi: così si spiegano forme come εἶμι e φημί. La differenza tra singolare e plurale è antichissima: nel singolare la radice viene rafforzata per compensare la brevità delle desinenze, mentre nel plurale, essendo le desinenze più pesanti, la radice resta più debole.

Un caso analogo si trova con le radici consonantiche: ad esempio ἐς, da cui deriva εἰμί (= ἐσμί), con la variante eolica ἐμμί.

Quando invece c’è una vocale di collegamento, troviamo verbi come τίω (onorare), φέρω, λέγω.

Rafforzamento della vocale radicale

La vocale della radice semplice può anche essere rafforzata nel presente:

Quando non c’è vocale legante, questo rafforzamento si trova in particolare nelle forme del singolare indicativo dei verbi primitivi. Ad esempio, la radice ει dà origine a εἶμι, εἰς, εἶ (= εἰσι), con la 2ª singolare εἶσθα e la 3ª singolare εἶσι. In greco, nei verbi della serie in -ημι, la η rimane anche nelle forme del plurale. Lo stesso si nota in alcune varianti dialettali di verbi originariamente in -έω, come ὅρημι, φόρημι, αἴτημι;

quando il presente si forma con una vocale legativa, l’allungamento della radice è molto frequente. Alcuni esempi:φεύγω da φυγ-λείπω da λιπ-λήθω da λαθ-τήκω da τακ-τεύχω da τυχ-τρώγω da τραγ-τίω da τις-

per i verbi in -έω, come ῥέω, χέω, πλέω, derivati da radici in υ (ρυ, χυ, πλυ), il presente originariamente mostrava un allungamento della υ in ευ. Con il tempo, tuttavia, la combinazione ευ subì un’ulteriore trasformazione: l’υ si indebolì, mutandosi in ϝ (digamma), e poi andò perduto. Un fenomeno analogo si nota in γλυκύς (dolce), genitivo γλυκέος, da una forma più antica γλυκερος. Inoltre, alcuni verbi svilupparono un allungamento ulteriore, ad esempio:πλώω, ῥώω, χώομαι rispetto al più frequente epico πλείω.

Presente con raddoppiamento

Un altro processo tipico è la formazione del presente tramite raddoppiamento della radice, spesso accompagnato dall’allungamento della vocale radicale al singolare. Questo tipo di presente ha valore intensivo o durativo.

Esempi:

Radice δο- → presente δίδωμι (sing. δίδω, δίδως, δίδωσι).

Radice στα- → ἵστημι (“porre, collocare”).

Radice θε- → τίθημι (“porre”).

Radice ἱε- → ἵημι (“mandare”).

Radice ζη- → δίζημαι (“cercare”).

Al plurale, queste forme non hanno l’allungamento:δίδομεν, ἵσταμεν, τίθεμεν, ἵεμεν.

Anche nei poemi omerici troviamo esempi arcaici di questo fenomeno, come διδέντων (Il. XI, 105) o διδόντων (Od. XII, 54).

Ci sono poi radici come βα- (βιβάζω → “far salire”), oppure χρα- e κίχρημι, che mostrano forme analoghe.

Esiste infine un tipo di raddoppiamento con nasale, come in πίμπλημι (“riempio”) e πίμπρημι (“accendo”), derivati da radici πλα, πρα (cfr. πλήθω, πρήθω).

Temi raddoppiati con vocale legativa

Alcuni verbi mostrano raddoppiamento unito a vocale di collegamento:

γίγνομαι (da rad. γεν-, “nascere, diventare”),

πίπτω (da rad. πετ-, “cadere”),

μίμνω (da rad. μεν-, “rimanere”),

ἵζω (da rad. ἐδ-, “sedere”).

Altri derivati con suffisso -σκ- (con valore iterativo o ingressivo) mostrano anch’essi raddoppiamento:λιλαίομαι, γιγνώσκω, διδράσκω, τιτύσκομαι, πιφαύσκω.

Raddoppiamenti conservati in altri tempi

Il raddoppiamento può apparire anche in altri tempi verbali. Ad esempio:

ἰαύω da rad. ἀξ,

ἰάπτω, ἰάχω, ἰάλλω,

διδάσκω (insegnare), con futuro διδάξω (Odissea XIII, 358).

Raddoppiamenti particolari

Esistono raddoppiamenti con dittongo (δαιδάλλω, παιπάλλω, παιφάσσω, ποιπνύω, δείδω, δειδίσκομαι), oppure con nasale e semplificazione della radice (παμφαίνω).

Altri esempi irregolari si conservano in forme come:παπταίνω (da rad. πτα-), πτήσσω, ἀραρίσκω, μαρμαίρω, μερμηρίζω, καχλάζω, παφλάζω.

Suffisso in -νυμι e varianti

Il tema del presente può formarsi con il suffisso -νυμι, spesso accompagnato da un allungamento della vocale radicale:

con allungamento → ζεύγνυμι (congiungere), δείκνυμι (mostrare), ῥήγνυμι (spezzare), πήγνυμι (fissare).

senza allungamento → ὄρνυμι (alzare), ἕννυμι (rivestire).

Alcune forme derivano da processi di assimilazione:

ὄλλυμι (distruggere) da una radice ὀλν-,

στορέννυμι da στορεσ- (rad. στορες).

Un altro suffisso affine è -να, che si trova in:

δάμνημι (domare),

κίρνημι = κεράννυμι (mescolare),

σκίδνημι (disperdere), accanto a σκεδάννυμι,

πίλναμαι (avvicinarsi).

Talvolta si combina con il suffisso -ja: ἱκνέομαι, κυνέω, δαμνάω.

Con il solo suffisso -ν troviamo: πίνω (bere), τίνω (pagare), κάμνω (faticare), δάκνω (mordere), τέμνω (tagliare), φθάνω (prevenire), φθίνω (consumarsi).

Con il suffisso -αν: ἱκάνω (giungere, da cui ἱκανός = sufficiente), κιχάνω (raggiungere), αὐξάνω (crescere), ἁμαρτάνω (sbagliare).

Vi sono anche casi di infisso nasale: λαγχάνω (ottenere), λανθάνω (sfuggire), λαμβάνω (prendere), θιγγάνω (toccare), μανθάνω (imparare), χανδάνω (contenere).

Suffisso -j- (yod) e sue trasformazioni

Il suffisso -j- può apparire in forme diverse:

come vocale stabile: δαίομαι (da rad. δα-, cf. ἐδασάμην), ἰδίω.

vocalizzato → βαίνω (= ant. βανjω, da rad. βα-), φαίνω, τείνω, πείρω, εἴλω, κρίνω, πλύνω, κλίνω.

fuso in suono doppio: ὄζω, ἔζομαι, φράζω, κράζω, τάσσω, πτήσσω, πτύσσω, φρίσσω, λίσσομαι.

assimilato: ἅλλομαι (cfr. lat. salio), βάλλω, θάλλω, πάλλω, σφάλλω, ἀγγέλλω, στέλλω, ὀφέλλω (a confronto con ὀφείλω).

caduto tra vocali: ὀπύω accanto a ὀπυίω, come φύω in eolico φυίω.

Suffisso -σκ- (incoativo e iterativo)

Il suffisso -σκ- serve a formare verbi con valore incoativo (inizio di un’azione) o iterativo (ripetizione). È paragonabile al suffisso diminutivo -ισκος (νεανίσκος = giovinetto).

Esempi:

incoativi → βάσκω, φάσκω, θνήσκω (morire).

con raddoppiamento → γιγνώσκω, διδράσκω, πιφαύσκω, μιμνήσκω.

con vocale ausiliaria → ἀρέσκω, ἁλίσκομαι, ἀραρίσκω, εὑρίσκω, ἐπαυρίσκω.

denominativi → γηράσκω (invecchiare).

In certi casi una consonante radicale è caduta prima del suffisso: διδάσκω (da rad. διδαχ), δειδίσκομαι (rad. δικ), εἴσκω (rad. ἰκ), τιτύσκομαι (rad. τυκ).

Forme speciali: πάσχω (da rad. παθ-), ἔρχομαι (da ἐρσκ-).

Suffisso dentale -τ- / -τα-

Il suffisso -τ- si aggiunge spesso dopo labiali, gutturali o vocali, con valore determinativo (simile al participio passivo):

τύπτω (colpire, da rad. τυπ-),

κρύπτω (nascondere, cf. κρύφα),

ῥάπτω (cucire, cf. ῥαφή),

θάπτω (seppellire, cf. ἔταφον),

βάπτω (immergere, cf. βαφή),

ἄπτω (attaccare, cf. ἀφή).

Dopo gutturali: τίκτω (generare, da rad. τεκ-), πέκτω (cuocere).Dopo vocali: ἀνύτω (portare a compimento, accanto a ἀνύω).

Suffisso aspirato

Alcuni presenti mostrano un suffisso aspirato, che funge da determinativo della radice:

πρήθω, πλήθω, φθινύθω, ἔσθω/ἐσθίω, ἀΐσθω, θαλέθω.Forme omeriche: ἠγερέθονται; esempi epici come ὀρέχθεον (da ὀρέγω).

La valutazione inclusiva nel Debate

LA VALUTAZIONE INCLUSIVA NEL DEBATE

di Annalisa Filipponi [1]

LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE COME MOTORE ORIENTATIVO

Il nuovo modello di certificazione delle competenze, emanato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con decreto n° 14 il 30 gennaio 2024 apre ad una interessante possibilità per il Debate, che è quella di collegare i Tornei di Debate ai nuovi modelli valutativi, sempre nel rispetto dei criteri insiti nella struttura valutativa del WSD (World Schools Debating)[2].

Il modello certificativo ministeriale mette in evidenza il rapporto tra la Scuola secondaria di 1° grado e l’orientamento e, infatti, il decreto recita: “la certificazione descrive, ai fini dell’orientamento, il progressivo sviluppo dei livelli delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, a cui l’intero processo di insegnamento-apprendimento è mirato.”[3] Questo raccordo porta la certificazione delle competenze nel primo ciclo dell’istruzione ad essere un motore orientativo che ha come quadro di riferimento non i programmi ministeriali, ma il quadro europeo delle competenze[4].

Dal punto di vista del Debate lo schema del MIM evidenzia alcune competenze che sono la base strutturale di questa pratica didattico-formativa ormai da tutti riconosciuta come innovativa ed inclusiva. Citerei questi riferimenti, traendoli dalla scheda proposta dal MIM:

COMPETENZA ALFABETICA FUNZIONALE.

Padroneggiare la lingua di scolarizzazione in modo da comprendere enunciati di una certa complessità, esprimere le proprie idee, adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni.

COMPETENZA PERSONALE, SOCIALE E CAPACITA’ DI IMPARARE AD IMPARARE.Utilizzare conoscenze e nozioni di base in modo organico per ricercare e organizzare nuove informazioni.

Accedere a nuovi apprendimenti in modo autonomo. Portare a compimento il lavoro iniziato, da solo o insieme ad altri.

COMPETENZA IN MATERIA DI CITTADINANZA.

Esprimere le proprie personali opinioni e sensibilità nel rispetto di sé e degli altri.

COMPETENZA IMPRENDITORIALE.Dimostrare spirito di iniziativa, produrre idee e progetti creativi.

Riflettere su sé stessi e misurarsi con le novità e gli imprevisti.

Questa nuova impostazione della Valutazione che richiama la certificazione delle competenze facendo riferimento al quadro europeo, permette al Debate di toccare elementi chiave della crescita dello studente e della studentessa nel passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza, attraverso il miglioramento degli elementi che equilibrano la sua formazione in funzione orientativa.

DALLA CERTIFICAZIONE PER COMPETENZE ALLA VALUTAZIONE INCLUSIVA

La Valutazione inclusiva implica il coinvolgimento di tutte le parti interessate non solo per garantire l’utilizzo di dati qualitativi, ma anche come garanzia di un uso etico delle informazioni che tenga conto delle differenze individuali. Questo metodo valutativo mira a riflettere su diverse prospettive durante tutto il processo di Valutazione, partendo dalla progettazione e concludendosi in una rendicontazione puntuale. L’attuazione delle strategie inclusive può migliorare l’efficacia complessiva del processo di apprendimento degli studenti e delle studentesse, in un’ottica di supporto personalizzato[5]. In questa dimensione il Debate può svolgere un ruolo molto importante, perché permette di passare, attraverso meccanismi didattici consolidati, dall’esposizione di contenuti all’argomentazione sui contenuti.

LA VALUTAZIONE INCLUSIVA ANCHE NEL DEBATE

Il tema delle nuove modalità di Valutazione va ad influenzare anche le gare di Debate della Scuola secondaria di primo grado, dove è particolarmente rilevante garantire a tutte le squadre il riconoscimento e il premio per le loro capacità e per i loro contributi specifici.

In un Torneo di Debate per le Scuole secondarie di primo grado, è fondamentale che tutte le squadre possano essere premiate in base a specifici indicatori legati al modello di Debate internazionale più comune, il già citato WSD. Questo approccio permette di valorizzare le diverse competenze e qualità di ciascun partecipante, favorendo un ambiente di apprendimento inclusivo e motivante, condizione pedagogica necessaria per non chiudere il Debate per la Scuola secondaria di primo grado nel “recinto” della competizione fine a se stessa.

Riporto alcune motivazioni fondanti che, a seguito di una revisione critica e analitica delle esperienze valutative dei Tornei delle Scuole secondarie di primo grado degli anni passati, ci hanno spinto verso il desiderio (e la necessità) di sperimentare una esperienza di Valutazione inclusiva delle gare di Debate:

Inclusività e Motivazione:

Riconoscimento Diversificato. Premiare le squadre su diversi indicatori (ad esempio: ricerca documentale, precisa citazione delle fonti, linearità della struttura argomentativa di un ragionamento, attinenza alla Mozione, impegno, creatività etc.) assicura che anche le squadre meno competitive possano ricevere specifici riconoscimenti. Questo aumenta l’inclusività e riduce il rischio che gli studenti meno performanti si sentano esclusi o demotivati già nel corso di queste prime esperienze.

Motivazione e Partecipazione. Gli studenti e le studentesse possono essere più motivati/e a partecipare e dare il meglio di sé sapendo che ci sono varie categorie in cui possono eccellere. Questo può aumentare la partecipazione e l’impegno complessivo.

Sviluppo Olistico:

Valori e Competenze Trasversali. Premiare aspetti come la collaborazione, il rispetto degli avversari e l’innovazione aiuta a sviluppare competenze e valori che vanno oltre la mera vittoria. Questo è in linea con gli obiettivi educativi di promuovere lo sviluppo olistico degli studenti.

Diversificazione delle Competenze. Diversi indicatori di Valutazione, sempre attinenti ai criteri fondanti il modello valutativo del WSD, possono aiutare gli studenti e le studentesse a scoprire e sviluppare varie competenze, come il pensiero critico, la precisione nella ricerca delle fonti, la linearità di una teamline , il rispetto dei tempi e dei ruoli etc.

Equità e Giustizia:

Equità nei Confronti delle Diverse Abilità. Non tutti gli studenti hanno le stesse capacità fisiche o intellettuali. Valutare le squadre su una gamma di indicatori può rendere la competizione più equa e giusta per tutti.

Riduzione dello Stress. La pressione di vincere ad ogni competizione può essere ridotta, consentendo agli studenti e alle studentesse di godersi maggiormente l’esperienza con il conseguente rafforzamento delle competenze acquisite

Spirito competitivo

Il valore dello spirito competitivo in un Torneo viene mantenuto con il riconoscimento complessivo della squadra che si è distinta maggiormente nel Torneo. Infatti, verrà proclamata una Squadra Vincitrice, che sarà determinata non sulla base delle vittorie nei vari incontri, ma sulla base della quantificazione delle segnalazioni positive complessive ricevute durante il Torneo.

UNA NUOVA ESPERIENZA VALUTATIVA DEL DEBATE IN FRIULI VENEZIA GIULIA

In occasione della quarta Edizione 2024 del Torneo “Debate senza confini” promosso dall’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia – DeAFVG APS[6] – nella sezione riservata alle Scuole Secondarie di 1° grado organizzata in collaborazione con la Sezione territoriale della Società Nazionale Debate Italia SNDI, è stata sperimentata una diversa modalità di Valutazione dei singoli dibattiti, nata da una approfondita riflessione critica di chi aveva svolto il ruolo di Giudice nelle esperienze degli anni precedenti. Infatti, dichiarando vincitrice una delle due squadre ad ogni singola competizione e di conseguenza sconfitta l’altra, non solo demotivava giovanissimi Speaker a proseguire nell’esperienza assolutamente formativa del Debate, ma aveva dato ai Giudici la sensazione di non aver sostanzialmente premiato, se non con una restituzione costruttiva[7], alcuni aspetti della gara in cui era decisamente emersa la squadra sconfitta. È nata da qui la necessità di sperimentare nuovi strumenti di Valutazione della gara che gratificassero, a nostro parere, con maggiore equità il lavoro svolto da entrambe le squadre.

L’esperimento effettuato ha di fatto superato la Valutazione del confronto tra squadre ricercando non la squadra più performante in assoluto, ma quella che meglio ha interpretato specifici Indicatori del Debate definiti in modo indipendente l’uno dall’altro. La Valutazione ha così avuto una caratteristica inclusiva e non selettiva, attraverso un diverso tipo di procedura.

Di seguito riporto le schede di Valutazione utilizzate dalla Giuria, composta da allievi, allieve e docenti, nel Torneo Debate Senza Confini per le Scuole secondarie di primo grado 2024, organizzato dalla DeAFVG APS in collaborazione con la SNDI con il supporto della Regione Friuli-Venezia Giulia.

MECCANISMO DI VALUTAZIONE

Giudici: Un panel di giudici valuta ogni round del Debate e indica sulla scheda quale delle due squadre è stata la migliore in riferimento ad ognuno degli indicatori individuati sulla scheda.

Feedback: Dopo ogni singolo incontro non viene dato alcun feedback alle squadre. Al termine del Torneo ad ogni squadra viene restituito un riscontro positivo in riferimento all’indicatore per cui la squadra è premiata e dei suggerimenti migliorativi in riferimento alla prestazione complessiva.

DETERMINAZIONE DELLE SQUADRE VINCITRICI DELLE SINGOLE VOCI E DELLA SQUADRA VINCITRICE ASSOLUTA DEL TORNEO

Totale delle Segnalazioni. Alla fine del Torneo, viene conteggiato il totale delle segnalazioni ricevute da ogni squadra per ogni indicatore.

Poiché il fine è premiare tutte le squadre gratificando ciascuna per il lavoro svolto, si individuerà in quale indicatore ogni squadra ha dato il miglior risultato e potrà conseguentemente ottenere uno specifico Attestato di merito.

Proclamazione della squadra Vincitrice del Torneo. La squadra che avrà ottenuto il risultato migliore nel maggior numero degli indicatori viene proclamata Squadra Vincitrice del Torneo.

VANTAGGI DI QUESTO APPROCCIO

Inclusività Ogni squadra ha l’opportunità di essere riconosciuta per le proprie eccellenze specifiche.

Motivazione Le squadre sono motivate a migliorare in tutti gli aspetti del Debate, non solo a vincere il round.

Competitività La proclamazione di una Squadra Vincitrice mantiene alto lo spirito competitivo.

CONCLUSIONE

Il nuovo modello bilancia l’inclusività e l’incoraggiamento di tutte le squadre con il mantenimento di una sana competitività. Proclamando una Squadra Vincitrice basata sulle segnalazioni complessive, si riconosce il merito di chi ha eccelso in modo continuativo durante tutto il Torneo, incentivando al contempo le altre squadre a migliorare su specifici aspetti del Debate.

Di seguito, il Regolamento della manifestazione inviato alle scuole che hanno aderito al Torneo:

REGOLAMENTO 4° TORNEO “DEBATE SENZA CONFINI” – Sezione Scuole secondarie di 1° grado

ANNO 2024

Il Torneo premierà le squadre migliori nei vari ruoli attraverso il voto ponderato combinato tra la giuria studentesca e quella dei docenti. Le modalità di voto degli studenti verranno comunicate prima dell’avvio del Torneo.

Verranno premiate le squadre vincitrici delle seguenti sezioni:

MIGLIOR PUBLIC SPEAKING: CAPACITÀ DI COMUNICARE CON PASSIONE E STILE

MIGLIORE RICERCA DOCUMENTALE: CAPACITÀ DI REPERIRE FONTI AUTOREVOLI E INTERESSANTI

MIGLIORE TEAMLINE: CAPACITÀ DI PROPORRE ARGOMENTI LOGICI BEN ORGANIZZATI E CONVINCENTI

MAGGIORE RICCHEZZA E VARIETÀ DI ESEMPI

MIGLIORI CAPACITÀ STRATEGICHE: LAVORO DI SQUADRA E PRESENTAZIONE DEL TEAM 

MIGLIORE CAPACITÀ DI ANALISI E DI SINTESI: MIGLIORE ANALISI E DEFINIZIONE DELLA MOZIONE DI DIBATTITO

Il Torneo di Debate “Senza confini” per le Scuole secondarie di primo grado verrà assegnato alla squadra che avrà vinto più sezioni. La vittoria potrà anche essere assegnata ex-aequo.

Lo schema valutativo del Debate descritto nel box va alla ricerca proprio delle competenze evidenziate e non solo delle strategie messe in atto, e vuole valorizzare giovanissimi studenti e studentesse coinvolti/e, attraverso una premiazione che si mantiene comunque non individuale ma di squadra.

Il Torneo riservato alle Scuole secondaria di 1° grado ha coinvolto sei squadre di tre scuole (Istituto comprensivo di Pasian di Prato e Istituto comprensivo di Buja della provincia di Udine e Istituto Tiziana Weiss di Trieste). Le insegnanti coinvolte sono state Patrizia Morocutti, Tiziana De Biaggio e Estella Trevisan (IC Pasian di Prato), Caterina Grillo e Manuela Modotto (IC Buja) e Elisa Gustin e Maria Teresa Sciannamblo (IC ‘Weiss’ Trieste), mentre i tre dirigenti scolastici delle tre scuole sono Daria Parma, Stefano Stefanel e Flavia Fasan. Daria Parma ha anche partecipato alla formazione sul Debate gestita dalla DeA FVG APS nell’ambito del Piano Nazionale di Formazione, e Flavia Fasan ha ospitato uno specifico corso a Buja.  Nell’IC Weiss di Trieste, la dirigente Daria Parma ha introdotto già dallo scorso anno, a seguito di specifico corso di formazione, l’opzione riservata agli alunni e alle alunne delle classi terze che avevano seguito il percorso formativo, di sostenere il colloquio dell’esame di Stato in modalità Debate su Mozione concordata con la Commissione d’esame e raccordata ai percorsi curricolari in particolare afferenti all’Educazione civica.

Molto significativa anche la composizione delle Giurie, che hanno visto coinvolte Docenti-Giudici del secondo ciclo dell’istruzione in una logica didattica verticale e orientativa. I dibattiti della sezione del Torneo riservata alle Scuole secondarie di 1°grado sono stati giudicati da: Annalisa Filipponi, Patrizia Malausa (Liceo ‘Percoto’ di Udine), Barbara Dominici (ISIS ‘Linussio’ di Codroipo), Francesca Parisi (ITI ‘Malignani’ di Udine) e Anna Maria Rossi (Liceo ‘Marinelli’ di Udine).

Nell’ambito della preparazione al Torneo Debate Senza confini era stato curato e diretto da Annalisa Filipponi in collaborazione con Patrizia Malausa, un corso di preparazione per Giudici di Debate riservato a docenti, allievi e allieve, con una taratura comunque sempre di carattere orientativo e formativo.

Per le finalità didattiche e educative individuate dalla DeAFVG APS, le sei squadre in una giornata in presenza sono a nostro avviso la dimensione ottimale per un Torneo di Debate nelle Scuole secondarie di primo grado che permetta ai giovanissimi Debater di vivere la posizione sia PRO che CONTRO su due Mozioni preparate.

[1] Annalisa Filipponi, esperta di Debate e referente della Scuola Polo per il Debate del Friuli Venezia Giulia al suo ingresso nel sistema scolastico italiano nel 2017 è Presidentessa dell’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia.APS e della Sezione Friuli Venezia Giulia della Società Nazionale Debate Italia. È giudice dal 2017 ed arbitra regolarmente le competizioni di Debate.

[2] Sul Debate e sul suo inserimento nel sistema scolastico italiano si possono vedere i testi di Manuele De Conti e Matteo Giangrande (Debate. Pratica, teoria, pedagogia, Pearson 2018), di Manuele De Conti e Joseph Zompetti (L’etica del Debate, Pearson, 2020), Matteo Giangrande (Le regole del Debate, Pearson2020).

[3] Art. 1, comma 2, del Decreto n° 14 del 30 gennaio 2024.

[4] Il Quadro Europeo delle competenze è stato emanato la prima volta il 18 dicembre 2006 e poi è stato novellato 22 maggio 2018 calibrando le otto competenze chiave nell’ambito di una revisione che tiene conto dell’evoluzione della società della conoscenza. Le otto competenze chiave definite nel 2018 sono: competenza alfabetica funzionale, competenza multilinguistica, competenza matematica e competenza in scienze, tecnologia e ingegneria, competenza digitale, competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare, competenza in materia di cittadinanza, competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale.  

[5] Stefano Stefanel in Innovare il curricolo (Armando 2020) ha esplicitato alcuni elementi chiave della valutazione inclusiva, ripresa poi in articoli ed interventi, tra cui è sicuramente interessante è l’articolo dal titolo Divari territoriali, valutazioni senza voti, bocciature (www.edscuola.it del 22 novembre 2022). I lavori di Stefanel ruotano attorno al recupero del concetto originario di valutazione, che è quello di “dare valore”. Stefanel sottolinea l’importanza di progettare e implementare valutazioni che siano eque e inclusive che recuperino anche studenti svantaggiati o che provengono da contesti difficili.

[6] La DeaFVG.APS è nata nel 2019 ed organizza annualmente un Torneo denominato “Debate Senza confini” e supportato anche economicamente dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia- Il Torneo è suddiviso in varie sezioni per le Scuole superiori ( una sezione di Debate internazionale, una sezione di Debate internazionale in lingua inglese, quattro sezioni disciplinari di Filosofia, Scienze fisiche e naturali, Educazione civica, Italiano/Storia) e in una sezione per le Scuole secondarie di primo grado.

[7] La restituzione costruttiva mette sempre in evidenza i pregi emersi nella gara utilizzando il sistema valutativo del + – +, cioè innanzitutto gratificando entrambe le squadre per i lati positivi che si sono resi evidenti; incoraggiandole a superare le criticità con suggerimenti costruttivi; concludendo poi con evidenze positive di sintesi. La restituzione costruttiva è molto ben compresa e vissuta dagli studenti e dalle studentesse delle Scuole Secondarie di 2° grado, risulta invece poco significativa per gli studenti e le studentesse delle Scuole Secondarie di 1° grado poiché, proclamando comunque un vincitore del singolo Debate , la carica della restituzione positiva spesso viene mitigata e compressa dal risultato.

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