Il mito di Prometeo

Il mito di Prometeo

Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

Prometeo ed Epimeteo. Dopo aver dato vita a tutte le creature viventi, Zeus incaricò il titano Epimeteo, fratello di Prometeo, di distribuire tra loro poteri e qualità, in modo che ognuno avesse qualcosa. E così, Epimeteo diede le zanne e gli artigli ai leoni, il veleno ai serpenti e agli insetti, le ali agli uccelli; ad alcuni animali diede quattro zampe veloci con cui scappar via, ai pesci la capacità di respirare sott’acqua e così via. Epimeteo continuò a distribuire poteri e …..

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Come attaccano la preda i serpenti? Guarda qui

Quando si parla di serpenti, e del loro morso in particolare, si tende a concentrarsi solo sulle zanne: sono velenose? Quanto sono lunghe? Si tende invece a dimenticarsi che la bocca di un serpente contiene anche altri denti, meno vistosi ma che hanno anch’essi un ruolo nel modo in cui l’animale va a caccia e si nutre. Bill Ryerson, ricercatore della Cornell University, ha di recente presentato, al meeting annuale della Society for Integrative and Comparative Biology, i risultati di uno studio da lui condotto che gli ha permesso di dividere tutti i serpenti in due macrocategorie: li ha definiti “strikers” e “lungers”, e per farvi un’idea delle differenze potete cominciare a guardare i video che trovate qui sotto.

Dall’alto o di fronte? Lo studio è stato condotto usando telecamere ad alta risoluzione e soprattutto in grado di riprendere in super slow motion, che hanno potuto riprendere nel dettaglio alcuni “attacchi” fatti dai serpenti alle prede messe loro a disposizione dal ricercatore (topi morti, principalmente). Alle osservazioni dirette, Ryerson ha aggiunto anche una serie di TAC fatte ai suoi esemplari, che gli hanno permesso di farsi un’idea precisa della forma degli “altri” denti dei serpenti (zanne escluse, quindi); questo lavoro è stato compiuto su 13 diverse specie, tra le quali pitoni, boa e serpenti corallo. Le riprese al rallentatore hanno evidenziato come tutte le specie analizzate si potessero dividere in due macrocategorie, a seconda della velocità dell’attacco e della direzione da cui arrivava. La prima è quella degli striker, che colpiscono rapidamente e dall’alto. La seconda è quella dei lunger, che invece attaccano più lentamente e arrivando di fronte.

Regola generale? Gli striker (tra cui il boa constrictor e i pitoni) attaccano dall’alto e usano le zanne come “primo contatto”: il loro scopo è impalare la preda il prima possibile, o per avvelenarla o per immobilizzarla prima di avvolgerla nelle spire. I lunger, invece, tra cui il serpente corallo, attaccano frontalmente perché mordono con entrambe le mascelle contemporaneamente, per bloccare subito la preda. E queste differenze si riflettono anche nel resto della dentatura: i lunger hanno denti ricurvi e uniformi che migliorano la presa del morso, mentre gli striker hanno denti lunghi e stretti che permettono loro di ruotare la testa (e il resto del corpo) intorno al luogo del morso, per avvolgersi più rapidamente. Lo studio è per ora limitato a 13 specie ma, applicando gli stessi metodi su altri serpenti, si potrà scoprire se la regola vale, o se esistono altre tecniche di caccia che non abbiamo ancora identificato.

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