Bianchi vuole ripensare la scuola: servono strumenti e cultura, per capire la guerra in Ucraina leggete l’Odissea

Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione

Il ministro Patrizio Bianchi vuole ripensare il modo di fare scuola: preferisce non chiamarla “riforma”, ma di fatto questo è. A tracciare i contorni della proposta è stato lo stesso ministro all’Istruzione intervenendo, lunedì 28 febbraio, alla cerimonia di inaugurazione dell’aula intitolata alla memoria di Sergio Secci, lo studente di 24 anni laureato al Dams morto nella strage alla stazione di Bologna del 1980.

Chiamarla riforma porta male

“Ci stiamo impegnando -ha detto Bianchi -, non voglio dire riforma della scuola perché porta male in questo Paese, ma in un ripensamento della scuola che deve permettere ai nostri ragazzi di vivere senza paura l’incertezza”.

Il titolare del dicastero bianco ha detto, riferendosi alle trasformazioni tecnologiche e generali degli ultimi anni, “nessuno saprà cosa succederà però dobbiamo permettere ai nostri ragazzi di vivere la trasformazione senza paura. Noi abbiamo dei cicli tecnologici, dei cicli storici, …..

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