Stipendio di Marzo. Ecco cosa sta succedendo

Anticipando la revisione della tassazione personale sul reddito prevista dalla riforma fiscale, la legge di Bilancio 2022 ha modificato (a partire dal 1° gennaio 2022) aliquote e scaglioni di reddito. Le modifiche hanno ricadute anche sulle addizionali regionali e comunali sulle quali gli enti territoriali sono chiamati adesso a deliberare.

In particolare, cambia – dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022 – il termine per la pubblicazione dell’eventuale maggiorazione dell’aliquota di compartecipazione dell’addizionale regionale. Sempre entro il 31 marzo (ovvero entro il termine di approvazione del bilancio di previsione) i comuni per l’anno 2022 modificano gli scaglioni e le aliquote dell’addizionale comunale all’IRPEF per conformarsi alla nuova articolazione dell’imposta.

Gli effetti, appunto, si ripercuotono su quello che i lavoratori dipendenti trovano in busta paga, con variazioni esecutive dal mese di marzo (anche se l’Agenzia delle entrate ha dato tempo fino ad aprile per l’adeguamento dei software per la lavorazione delle buste paga stesse).

Con la circolare n. 4/E del 18 febbraio 2022, l’Agenzia delle entrate fornisce chiarimenti sull’applicazione dell’articolo 1, commi da 2 a 8, della legge bilancio 2022 che, a decorrere dal 1° gennaio 2022, al fine di ridurre la pressione fiscale, modifica il sistema di tassazione dell’Irpef, sancisce l’esenzione dall’Irap per le persone fisiche esercenti attività commerciali e arti e professioni.

NEL DETTAGLIO

la riforma ha apportato alcune modifiche alle detrazioni da lavoro dipendente e assimilati, da pensione, da lavoro autonomo e altri redditi. Alcuni bonus, inoltre, sono stati assorbiti o non verranno più erogati nel cedolino mensile. Cosa cambia e chi ci guadagna di più? Cerchiamo di fare chiarezza, con gli esempi pratici in termini di risparmio d’imposta per capire gli effetti concreti della riforma.

Va da sé che ci sono differenze sostanziali tra l’applicazione delle aliquote e delle detrazioni valide dal 1° gennaio 2022 e quelle in vigore fino al 31 dicembre 2021. Quali sono dunque gli effetti della riforma in termini di concreto risparmio d’imposta?

Nel caso di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato con un reddito complessivo pari a 50mila euro, il risparmio d’imposta del contribuente nell’anno 2022 rispetto al 2021 è pari a 739 euro.

Nel caso, invece, di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato con un reddito di 30mila euro, il risparmio d’imposta è pari a 84 euro nell’anno 2022 rispetto al 2021.

Per ultimo va poi analizzata la questione relativa all’assegno unico che oltre ad appesantire di ulteriori adempimenti le famiglie italiane (isee e domanda on-line da affidare a caf e commercialisti) alleggerisce sì il cedolino/busta paga e gli adempimenti da parte della PA ed in generale dei sostituti d’imposta, ma sposta tutto il carico di lavoro su un ente come l’Inps già appesantito di suo sia dai continui adeguamenti informatici delle procedure on-line che dalle modifiche legislative e dalle conseguenti circolari esplicative spesse volte intempestive.

Resta quindi da chiedersi seriamente…ne è valsa la pena?

Dott. Daniele Riccio

Commercialista e Revisore Legale in Napoli

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