Gli studenti non vogliono più fare interrogazioni e compiti: provocano stress e ansia, il 15 marzo in piazza
“Nessuno mi può giudicare”, cantava Caterina Caselli al Festival di Sanremo nel 1966. A distanza di 56 anni quel titolo potrebbe essere rispolverato per riassumere le contestazioni che gli studenti fanno ai loro docenti, che dal loro punto di vista si ostinano a valutarne le competenze procurando in questo modo stress e ansia.
La protesta
La rivendicazione non è solo una lamentela: martedì 15 marzo, alle 15, una rappresentanza di studenti si ritroveranno a Roma davanti al ministero della Salute e davanti ad alcune scuole e università di tutto il Paese, per chiedere maggiore attenzione alla loro salute psicologica. In particolare, sono previsti dei flash mob a Milano, Palermo, Genova e Padova.
Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, ha dichiarato che “la scuola deve ripensarsi”, perché “il modello scolastico attuale provoca ansia e stress anche nelle situazioni di normalità. Del resto già i dati Ocse del …..