Insegnanti italiani: anche con la riforma, carriera più lunga e stipendi più bassi

La carriera degli insegnanti italiani è tra le più lunghe del mondo e prevede stipendi più bassi, come si nota dal confronto fra i paesi OCSE. Guardando le tabelle OCSE sulla progressione stipendiale dei docenti, si può verificare che mentre la media dell’ultimo gradone stipendiale è sui 15-20 anni, in Italia l’ultimo gradone si ottiene dopo 35 anni di servizio. Con una soddisfazione economica decisamente più bassa.
Carriera docente e stipendi: il confronto
In Italia, un docente raggiunge il picco della carriera solo al trentacinquesimo anno di ruolo. Se consideriamo che la maggior parte delle persone non entra in ruolo prima dei 30 anni, comprendiamo che il massimo scatto stipendiale lo si ottiene poco prima di andare in pensione (o poco dopo esserci andati). A questo, si aggiunge il livello della retribuzione, decisamente basso rispetto a molti altri Paesi.
Non solo. Che dire del blocco del 2013 che sposta di un altro anno il raggiungimento dell’ultimo scatto stipendiale?
In tutti i paesi Ocse l’insegnamento è trattato come una professione, in cui l’anzianità lavorativa ha un valore come nelle altre professioni. In Italia le cose vanno diversamente, a cominciare dal rifiuto di riconoscere l’anzianità di servizio durante il precariato.
Cosa cambia con la riforma del reclutamento?
Cosa cambia con la riforma del reclutamento targata Bianchi? La nuova riforma prevede degli scatti stipendiali ridotti legati alla formazione. Con la formazione, è possibile raggiungere il massimo salario dopo 23 anni di servizio.
Raggiunto il massimo salariale al quinto gradone, dopo 23 anni, si accede ad un altro percorso di 4 anni per ottenere la qualifica di docente ‘esperto’. Bisogna superare un concorso riservato, ma il numero dei posti disponibili non può superare il 30% del numero dei docenti che hanno superato il massimo salariale. E se prima il numero dei candidati non corrisponde al doppio dei posti messi a bando, il concorso non viene avviato. Approfondimento della UIL.
NOTA BENE: si tratta di bozza, per cui suscettibile di modifiche.
In conclusione:
- gli scatti stipendiali legati all’anzianità di servizio restano invariati
- si potrà accelerare la progressione stipendiale solo attraverso la formazione continua, in cui sono previste verifiche annuali (se non le si supera, il percorso si allunga di un anno o più, fino al superamento)
- si può ottenere la qualifica di ‘docente esperto’ dopo un minimo di 27 anni di servizio (sempre che si superino tutte le verifiche annuali)
Quindi, anche con la riforma arriviamo ad una media di durata della carriera comunque superiore a quella dei paesi OCSE.
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