Obbligo vaccinale, il governo boccia gli emendamenti anche sull’assegno alimentare a favore del personale sospeso

Non giungono notizie positive per il personale scolastico non vaccinato, che in questi mesi si è ritrovato sospeso, senza stipendio, senza assegno alimentare e da aprile, con riferimento ai docenti, anche demansionato. Il governo resta sulla propria linea: permane l’obbligo vaccinale fino al 15 giugno 2022, e continuerà a non essere corrisposto alcun assegno alimentare.
Questo è quanto ha fatto sapere Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, in un comunicato pubblicato poche ore fa. Gli emendamenti presentati al Decreto Riaperture sono stati infatti rigettati. Di seguito i dettagli.
Pacifico: ‘La parola passa ai tribunali’
Riportiamo il comunicato pubblicato da Marcello Pacifico (Anief) e il suo commento a caldo:
‘Non passano gli emendamenti al decreto Riaperture promossi dall’Anief sull’eliminazione dell’obbligo vaccinale, sull’assegno alimentare da dare ai lavoratori sospesi perché non vaccinati e sulla richiesta di fine restrizioni e punizioni che continuano ad attuarsi verso il personale docente rientrato a scuola lo scorso 1° aprile: in Commissione Affari Sociali della Camera è arrivato il parere negativo del governo, assieme a quello del relatore e della maggioranza, che ha così respinto in questo modo tutte le richieste di modifica al Decreto Legge 24/2022 la cui conversione finale in legge è attesa entro meno di un mese.
A sostegno delle richieste promosse dall’Anief si erano anche apertamente schiarati gli onorevoli Virginia Villani (M5S), Claudio Borghi (Lega), Maria Teresa Bellucci (Fdi) e Doriana Sarli (Misto-M-Pp-Rcse).
“Siamo fortemente dispiaciuti per l’esito delle nostre richieste, attraverso la cui attuazione avremmo finalmente potuto superare l’obbligo illegittimo della vaccinazione tra i docenti, pena la loro non accettazione nelle classi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – , è stata presa una decisione che a nostro avviso rimane incostituzionale e che, tra l’altro, allo Stato costa oltre 10 milioni di euro al mese. Noi, comunque, non ci arrendiamo: il no della XII Commissione ai nostri emendamenti non significa che la questione è chiusa.
La parola passa adesso ancora una volta ai tribunali, già interpellati dall’ufficio legale Anief, per difendere oltre 500 docenti che hanno presentato ricorso con noi per potere rientrare in classe con i loro alunni, sempre in attesa della Corte costituzionale e della Corte di giustizia europea”, conclude Pacifico’.
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