Aprilia Raccontami ancora….

Venerdì 29 aprile gli alunni delle classi 1D e 2F in compagnia della mascotte Rondino si sono recati nel centro storico di Aprilia per approfondire gli aspetti storico-artistici più significativi della città.

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L’uscita didattica rappresenta uno dei momenti attraverso i quali si è articolata l’UDA di educazione civica sulla tutela e valorizzazione del territorio.

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I ragazzi nei panni di guide turistiche hanno adottato un monumento e, dopo ricerche ed approfondimenti, hanno illustrato di ognuno le caratteristiche artistiche, storiche e culturali.

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Prima tappa del tour la statua di San Michele, la chiesa e il campanile.

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Statua di San Michele Arcangelo

Statua bronzea realizzata da Venanzo Crocetti  nel 1936. La statua alta tre metri circa è posta su un piedistallo cilindrico di travertino di Tivoli. Il Santo è in posizione eretta, con la mano destra bandisce la spada; tiene invece la testa decapitata del drago nella mano sinistra, mentre il corpo senza vita della bestia giace ai piedi del santo.

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Alla base dell’opera Crocetti realizza in bronzo dei bassorilievi. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la statua è stata colpita da granate e proiettili.

IMG-20220429-WA0014 Negli anni Novanta fu restaurata con un intervento conservativo mediante interventi di rinforzo all’interno.

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Si narra che lo scultore Crocetti fosse molto devoto a San Michele sia in quanto abruzzese, sia perché durante i lavori per la messa in opera della statua, cadde da una scala e si salvò appendendosi alle ali dell’Arcangelo, evitando pericolose conseguenze.

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Chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Maria Goretti

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La chiesa è stata inaugurata insieme alla città di Aprilia, il 29 ottobre del 1937 e nel periodo gennaio-maggio del 1944 è stata praticamente distrutta. Nel 1948 la chiesa è stata riedificata dal Genio Civile di Latina e nel 1952 è stata dedicata alla compatrona Maria Goretti. E’ stata progettata e realizzata da Petrucci, Tufaroli, Paolini e Silenzi. E’ formata da un’unica e ampia navata, che termina in un largo catino absidale. L’edificio misura 22 metri di altezza, 14 metri di larghezza e 35 di profondità.

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Numerosi artisti hanno arricchito la chiesa di opere come la porta realizzata da Sergio Iezzi. Nel 1999, nel 63° anniversario di nascita, è stato inaugurato il nuovo campanile.

La seconda tappa del percorso è stato il mercato coperto, la visita alla fontana e alla ex Piazzetta delle erbe.

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Fontana- Mercato Coperto.

La Fontana rappresenta uno degli elementi storici del nucleo urbanistico di Fondazione. Posta al centro del Mercato coperto ristrutturato nel 2016. Il 25 aprile del 2021 è stata inaugurata, inoltre, la nuova Piazza delle Erbe.

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Le nostre guide hanno, poi, illustrato la Cittadella e la statua posta sulla fontana in Piazza Roma e per finire la statua della dea Cibele.

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La cittadella.

L’opera, realizzata dal Maestro apriliano Claudio Cottiga, è un bronzo rappresentante una vista artistica della cittadella di fondazione su base di travertino circolare a livello pavimento.

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Il monumento è posizionato in Piazza Roma, nell’aiuola riqualificata dove avvenne la posa della prima pietra della Città e fu tracciato il solco principale del quarto comune di fondazione.

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L’opera è stata inaugurata il 25 Aprile 2016 in occasione dell’80 anniversario della Fondazione di Aprilia.

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Fontana Evoluzione

L’opera in bronzo è l’ultima realizzazione dell’artista Umberto Mastroianni prima della sua morte, avvenuta il 25 febbraio 1998. Alta tre metri circa, è dedicata alla città con l’auspicio di “uno sviluppo culturale glorioso”.

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La scultura è stata posta sulla fontana di Piazza Roma il 29 ottobre 1997, nella ricorrenza del 60° anniversario dell’inaugurazione di Aprilia.

La dea Cibele

Nella sede della biblioteca comunale è presente una statua, risalente al II secolo d. C, in marmo bianco di Carrara, alta circa 114 cm e profonda circa 70 cm, che raffigura la Dea Cibele, simbolo della Natura feconda che genera la vita.

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Indossa vesti ioniche con il caratteristico velo sopra un alto copricapo a corona e poggia su un trono con due leoni accovacciati alla sua sinistra. E’ stata rinvenuta nel 1969 in via Selciatella, dove passava una via romana, che dal cuore di Roma arrivava fino al porto di Anzio.

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L’UDA fa parte di un percorso più ampio iniziato nell’anno scolastico 2010 in occasione dei festeggiamenti per il 75° anniversario della fondazione della città ed è strettamente collegata al progetto lettura d’Istituto che quest’anno ha come tematica la città.

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Il nostro viaggio proseguirà con la visita al casale di Carano e alla tomba di Menotti Garibaldi.

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Continuate a seguire le avventure di Rondino perché ha in serbo nuove avventure!!

Continua la lettura su: http://www.blogicgramsciaprilia.it/altro/aprilia-raccontami-2/ Autore del post: IC Gramsci - Aprilia Fonte: http://www.blogicgramsciaprilia.it/

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A spasso con Rondino.

Gli alunni dell’I.C. “A.Gramsci” in viaggio alla scoperta degli aspetti storico-artistici della città di Aprilia.
Gli alunni dell’I.C. “A.Gramsci” di Aprilia hanno iniziato un avvincente viaggio che li porterà alla scoperta degli aspetti geografici, antropologici e culturali della propria città con l’intento di comprendere il senso di cittadinanza e sviluppare un’idea di appartenenza al territorio nel quale vivono.

L’unità didattica rivolta agli alunni di tutti e tre gli ordini di scuola è stata realizzata all’interno dell’insegnamento di educazione civica ma ha carattere pluridisciplinare e sarà coordinata dalle docenti referenti Catanzaro Vincenza, Orsini Giovanna e Pedrazzi Barbara.

Conoscere ed amare la propria città può contribuire certamente a valorizzare il territorio, a salvaguardare e tutelare il paesaggio ed educare al rispetto del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Punto di partenza per questa nuova avventura saranno ancora una volta i libri ed in modo particolare gli albi illustrati.

A suggerire le metodologie e le strategie più stimolanti ci verrà in aiuto il progetto lettura d’Istituto con le sue numerose proposte.

La scuola dell’infanzia Arcobaleno propone un laboratorio mirato alla conoscenza dell’ambiente della propria città.

Le metodologie utilizzate saranno: osservazione, ricerca, circle time, dialoghi e manipolazioni.

L’attività avrà inizio con un tour virtuale attraverso l’utilizzo di Google Maps e con l’aiuto di Rondino i piccoli esploratori conosceranno chiese, parchi, scuole, piazze, monumenti principali della città di Aprilia e la loro storia.

L’attività si concluderà con la realizzazione di una mappa della città e di un plastico eseguito con del materiale di riciclo.

Per la scuola primaria Marconi le proposte di laboratorio sono state pensate per dare spazio ai pensieri dei bambini sul luogo e sul territorio in cui abitano.

Che cosa pensano i bambini delle città in cui vivono? Cosa colgono i loro occhi di piccoli e acuti osservatori? E se lasciassimo spazio alla loro fantasia come le vorrebbero: più verdi, super tecnologiche o come un grande parco dei divertimenti?

È una raccolta di idee che si concretizza, inizialmente, attraverso un libero brain storming, facendo saltar fuori tante idee.

E, in un secondo momento, disegnando ciò che hanno pensato e immaginato.

Tutto è partito da qui e sta proseguendo con la realizzazione di un libro pop up sulla loro città ideale, utilizzando i colori per descriverla (La mia città è verde come i suoi parchi… è rossa come i suoi semafori… è nera come lo smog che ci rende tutti neri uguali…).

Il lavoro sarà poi completato anche con la realizzazione di un lapbook sulla città di Aprilia per conoscere meglio il proprio paese sia attraverso l’osservazione diretta sia attraverso un lavoro di ricerca e approfondimento di gruppo.

Gli alunni della scuola secondaria di primo grado, invece, avranno il compito di realizzare un servizio di guida turistica ad un bene culturale del territorio e produrranno un depliant illustrativo su Aprilia per la visita guidata alla città.

Breve storia di Rondino
Nel 2011 la città di Aprilia ha festeggiato il 75° anniversario della sua fondazione: in quella circostanza le professoresse Barbara e Cinzia Pedrazzi hanno proposto agli alunni della scuola secondaria di primo grado di realizzare un opuscolo dal titolo “Aprilia Raccontami”.

Il progetto ha avuto inizio da ricerche storiche condotte dagli studenti, arricchite poi da interviste, giochi linguistici, e perfino incontri con giornalisti e storici locali.

Tra i vari elaborati uno in particolare aveva suscitato tra i lettori grande interesse: il fumetto con protagonista Rondino.

Rondino è un simpatico ragazzo con il naso rotondo e buffo con un fantastico spirito da esploratore. Attraverso il suo viaggio ci presenta Aprilia, i monumenti storici più rilevanti e gli scorci più suggestivi.

Cinque anni dopo, in occasione dell’80° anniversario della fondazione della città Rondino torna alla ribalta con una nuova veste e viene pubblicato il secondo volume Aprilia Raccontami 2.

Il progetto anche in questa circostanza sarà sostenuto e patrocinato dal Comune di Aprilia e presentato alla cittadinanza in occasione delle diverse manifestazioni organizzate per festeggiare gli ottanta anni della città.

Nel 2016 Rondino tornerà a parlare di Aprilia e sarà premiato nella cerimonia finale della manifestazione “Note d’Autore” promossa dal Comune.

Nel 2017 attraverso il progetto Educhange e con la collaborazione dell’Associazione culturale “Radici con le ali” Rondino arriva in Colombia.

Nel 2019 Rondino sarà presentato ai maestri Claudio Cottiga, Dino Massarenti e Piero Cuccinardi esperto di fotografia aerea durante una manifestazione organizzata dall’Istituto.

Nel mese di Maggio sempre del 2019 gli alunni del nostro Istituto hanno avuto la possibilità di incontrare l’ingegnere Marco Adami dell’Azienda AresCosmo di Aprilia, con sede in via delle Valli, che da molti anni opera nei settori dell’aeronautica, della difesa e dello spazio.

In quest’occasione nasce l’idea di realizzare il volumetto con il titolo di Aprilia Raccontami 3. Avventure nello spazio.

Protagonista ancora una volta Rondino che questa volta tenterà un viaggio spaziale verso Marte con l’intento non solo di far conoscere la nostra città ma anche con l’idea di iniziare la produzione di kiwi sul territorio marziano.

Purtroppo il sopraggiungere dell’emergenza sanitaria, a seguito della diffusione del Covid, non ha permesso di veder realizzato quest’ultimo progetto che speriamo di poter presentare alla città di Aprilia il prima possibile.

Nel frattempo Rondino continuerà ad avvicinare in modo creativo ed avvincente le nuove generazioni alla scoperta della città di Aprilia.

Seguiteci per scoprire le nuove avventure.

Giovanni Modugno: a master of the senses

GIOVANNI MODUGNO: UN “MAESTRO DEL SENSO” PER LA SCUOLA ITALIANA DI OGGI

di CARLO DE NITTI

Alle “voci archetipe” della mia remotissima adolescenza

per sempre nei miei spazitempi mnesici, con infinita gratitudine.

Nascoste ai molti, si palesano,

a chi le cerca con animo puro,

perle, veri tesori delle profondità,

che rivelano le nostre vite,

la nostra intima essenza

di cercatori tra le pagine …

1. PROLOGO

Non mi è possibile iniziare questo intervento senza ringraziare con sentimenti di sincera gratitudine il prof. Vincenzo Robles, illustre cittadino bitontino e studioso di preclara fama, per avermi invitato a partecipare – bontà sua – a questo evento sul pensiero di Giovanni Modugno, pedagogista del ‘900 pugliese, italiano, europeo.

Non è quella che segue una forma di excusatio non petita: non sono un esperto di Giovanni Modugno nel senso accademico della parola, ma ho avuto, da molti anni, con la sua storia di vita, di pensiero, politica, culturale e religiosa una frequentazione che mi affascina. Sì, perché una personalità come quella di Giovanni Modugno non può non sé-durre, a prescindere dalle idee di chi a lui si accosti, purché lo faccia con onestà intellettuale e disinteresse, anche venale. Caratteristiche che egli stesso possedette in modo assoluto e che costituirono la cifra peculiare della sua personalità di uomo, di docente e quindi, di pedagogista.

Tutti gli altri intervenuti a questo evento – certamente molto più competenti di me – hanno lumeggiato o lumeggeranno da par loro al meglio il pensiero del pedagogista: a me, che raccolgo “materiali per chi voglia scrivere di storia” (alla maniera dei Commentari cesariani) piace interrogare la figura di Giovanni Modugno per cogliere – provando a suggere l’essenza del suo pensiero – quanto egli possa dire (rectius: insegnare) a noi persone di scuola del XXI secolo, che operano nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (sebbene, ahimè, io mi trovi nel “pronaos” della quiescenza). Il ri-pensare Giovanni Modugno nella scuola di oggi non può, né deve, essere un mero esercizio di erudizione storiografica, ma un interesse squisitamente teoretico che interroghi il pedagogista, a partire dagli interrogativi del presente che scaturiscono, ovviamente, da bisogni didattici, educativi e pedagogici che urgono alle persone di scuola.

2. I “MAESTRI DEL SENSO”

E’ possibile connotare Giovanni Modugno come un “cercatore di Cristo”, un “apostolo dell’educazione”, un “pellegrino dell’Assoluto”: queste locuzioni possono legittimamente compendiarsi – per utilizzare il lessico della pedagogia di Papa Francesco – nell’espressione “maestro del senso”. Non trovo migliore sintetica definizione se non quella delle parole usate dal Pontefice recentemente a Lisbona, parlando ai giovani dal Pontefice per definirli: . 

E Giovanni Modugno lo è stato, di sicuro, ante litteram, … e lo è ancora oggi, a sessantacinque anni dalla sua scomparsa!

Leggere Giovanni Modugno oggi significa affrontare in modo efficace le urgenze educative del mondo contemporaneo: riformare la scuola, per Modugno, voleva dire formare le coscienze delle degli educandi. Al centro del processo educativo – come sostenevano in quegli anni i pedagogisti dell’attivismo pedagogico – non possono che esserci gli educandi con i loro vissuti, le loro storie interiori, i loro bisogni. Nel processo di educazione, non si può che “ascendere insieme”, per riprendere il titolo di un testo del 1943 dello stesso Modugno, per cambiare se stessi e contestualmente la società in cui si vive. L’unica vera riforma della scuola doveva essere, a parere di Giovanni Modugno, la “riforma interiore”, quella della formazione dei docenti.

La sua vita, la sua ricerca culturale, il suo insegnamentoincarnano l’anelito verso una società più giusta e più libera, nella quale ogni persona, consapevole della sua dignità, possa recuperare e vivere il significato dei valori fondamentali, in primis, la vita e la libertà, senza dei quali non è possibile praticare alcun altro valore. L’attualità del suo messaggio si focalizza prioritariamente intorno alla finalità dell’educazione, riprendendo le istanze più significative della tradizione pedagogica cristiana, arricchita dal dialogo fecondo con autori contemporanei. A partire dalla fine degli anni Venti, intensa fu la relazione di Giovanni Modugno con il gruppo di pedagogisti cattolici che si raccoglieva in quel di Brescia intorno alla casa editrice La Scuola, fondata nel 1904, ed alla rivista Scuola Italiana Moderna, nata nel 1893. Il medesimo milieu cattolico in cui, com’è noto, nacque (nel 1897) e si formò un giovane sacerdote (proclamato santo nel 2018), don Giovanni Battista Montini (il cui padre, l’avvocato Giorgio, era stato tra i fondatori della casa editrice), che alle posizioni di Giovanni Modugno fu certamente vicino, anche attraverso la filosofia della persona di Jacques Maritain (1882 – 1973).  

Nel gruppo di docenti e pedagogisti cattolici bresciani e nelle loro iniziative, di cui fu ispiratore e sodale anche attraverso il suo discepolo e figlioccio Matteo Perrini (1925 – 2007), Giovanni Modugno trovò quella consonanza intellettuale e religiosa che spesso gli mancò in Puglia, una sorta di accogliente “rifugio” ma anche la possibilità di incidere nella scuola militante: basti pensare alla comunanza di interessi e alla sua consonanza intellettuale con Laura Bianchini (1903 – 1983), docente di filosofia bresciana e madre Costituente.  

Anche dopo la seconda guerra mondiale, Giovanni Modugno continuò a collaborare con Scuola Italiana Moderna, la rivista scolastica più diffusa tra i docenti di scuola elementare, ed ispirò anche una filiazione diretta del gruppo bresciano: il “gruppo di maestri sperimentatori” di Pietralba (BZ),  dal nome dalla località dolomitica nella quale il gruppo si riunì per la prima volta nel 1948, cui partecipò anche un altro grande pedagogista pugliese, allora appena venticinquenne, suo allievo all’Istituto Magistrale di Bari: Gaetano Santomauro (1923 – 1976).  

Giovanni Modugno riconosce che la pedagogia è la “scienza della vita”: si preoccupa di affinare una riflessione rigorosa ma anche che manifesti un’efficacia pratica, fondata su principi e valori saldi, applicabili sia alla prassi quotidiana, scolastica e non. Per Modugno, la scienza della vita costituisce la risposta più significativa all’esigenza di riaffermare il primato della moralità, della razionalità e della spiritualità, come qualità peculiari di ogni persona che impara a riconoscerle come espressioni ineludibili della propria dignità e della propria coscienza morale.

Giovanni Modugno ricerca sempre il “perfezionamento interiore” anche nei momenti più drammatici della sua vita personale, come nel 1934, con la precoce morte dell’unica figlia Pina. Evento – collegato con altri lutti familiari (i genitori) – che interroga la coscienza del pedagogista. Quando la figlia si ammala, il progetto del Modugno è di lavorare per ‘cristianizzare la vita’, in lui e attorno a lui. E’ convinto che le disuguaglianze sociali e le miserie non si eliminano soltanto con le leggi e le riforme, ma con l’amore. La vera riforma interiore consiste nel disporsi a comprendere i bisogni di ciascuna persona in difficoltà e nel sentirsi responsabili se manca il necessario per vivere.

I motivi fondamentali che accompagnano la vita di Modugno sono quelli di ‘ascendere insieme’, ‘salire alla sublime vetta’,‘aiutare gli altri a salire’: l’insegnamento gli consente di adempiere a questa sua idea. Nella prospettiva del suo pensiero, la religione costituisce il principale centro d’interesse dell’intero curricolo scolastico, oltre che il contenuto più significativo della scienza della vita. Essa è la guida per cogliere nella vita concreta le relazioni tra le singole azioni ed i principi della ragione e della morale. Con la didattica della ‘provocazione riflessiva’, stimolata dal docente, la pratica del riflettere durante le lezioni li sollecitanella chiarificazione dei criteri direttivi e li pome nelle condizioni di osservare, giungendo a scoprire le istanze più profonde della vita.

3. GIOVANNI MODUGNO VIVANT

Riflettere oggi, nel terzo decennio del XXI secolo, sulla figura, sul pensiero e sulla storia di Giovanni Modugno, “cercatore di Cristo” ed “apostolo dell’educazione” è un atto “rivoluzionario” nella sua essenza, che modifica radicalmente i paradigmi del pensiero corrente, spesso incentrato sui tecnicismi della pedagogia– declinati in tutte le sue branche – e della scuola, piuttosto che sulla persona, quale punto di imputazione ultimo di ogni azione educativa.

Questo è il continuum che attraversa la vita di Giovanni Modugno, anche prima di insegnare, quando, da giovanissimo, iniziò ad impegnarsi nelle vicende della politica della sua città, in solido con lo storico molfettese Gaetano Salvemini (1873 – 1957), cui lo unì un lunghissimo sodalizio intellettuale e politico, nonostante le diverse posizioni, che ha attraversato la storia italiana dai primi anni del XX secolo agli anni ’50 del medesimo.Pressocché coetanei, furono entrambi “figli”, molto diversi tra loro, della medesima temperie culturale, quella positivistica, da cui furono entrambi però sempre alieni, giungendo a posizioni politiche diverse che avevano in comune l’impegno infaticabile e diuturno per il riscatto dei contadini meridionali rispetto ai soprusi dei latifondisti assenteisti, attraverso la conquista del primo e più fondamentale dei diritti, quello all’istruzione.   

Il fulcro dell’attività di Giovanni Modugno – che volle essere sempre “maestro di maestri” – fu sempre l’educazione dei giovani al pensiero critico, lontano da ogni possibile strumentalizzazione da qualunque “luogo” essa provenisse. Egli non fu mai uomo “di parte”, rifiutò sempre per se stesso incarichi, cariche ed onori di ogni tipo, proprio per conservare la sua libertà di pensiero: com’è noto, rifiutò la carica di Provveditore agli studi di Bari, sia nel 1923, quando gli fu proposta da Giuseppe Lombardo-Radice (1879 – 1938) perché temeva che avrebbe dovuto venire a compromessi con il fascismo, sia dopo la seconda guerra mondiale, quando fu invitato a ricoprire la medesima carica da Tommaso Fiore (1884 – 1973), a nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Parimenti, non a caso, nel 1929, fu assordante il suo silenzio – in un’Italia osannante – di fronte alla firma dei Patti Lateranensi, che, com’è noto, ponevano fine alla sessantennale “questione romana”.

Questa missione – cui adempì senza deroga alcuna – non gli impedì di mantenere relazioni intellettuali con i più sensibili ed insigni pedagogisti del suo tempo, a cominciare dalla “scoperta” di Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966) e Josiah Royce (1855 – 1916). Con ed attraverso di loro, Giovanni Modugno difese la persona umana, la sua dignità e la sua libertà interiore, trovando nel cristianesimo, inteso come “fede nella Resurrezione”, il miglior fondamento per conseguire questo obiettivo. In quest’opera educativa, massima era la sintonia del pedagogista con l’allora Arcivescovo di Bari, Mons. Marcello Mimmi (1882 – 1961), di cui condivideva in toto il metodo pastorale.

La cifra di tutta l’esistenza del pedagogista che si può compendiare nel titolo del volume – pubblicato dieci anni dopo la sua scomparsa, a cura dell’amatissima moglie, Maria Spinelli Modugno – Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno: mediante un’ascesa interiore, mai disgiunta dall’adempimento del dovere della missione educativa, indirizzata alla conquista, da rinnovare continuamente, della libertà, della coscienza critica e della dignità della persona umana. Un’eredità pedagogica e morale da raccogliere e praticare con rinnovata lena anche, se non soprattutto, nelle scuole di ogni ordine e grado. 

Quella ‘coscienza critica’ di cui oggi – dopo oltre sessanta anni dalla sua morte – si avverte uno smisurato bisogno: VINCENZO ROBLES, da storico, con i suoi volumi, ne rende seriamente consapevoli noi tutt*, uomini del XXI secolo, persone di scuola e non.

4. EPILOGO “APERTO”

Più che un epilogo – per quanto aperto – mi piace avanzare una proposta concreta per continuare a riscoprire e valorizzare il pensiero di Giovanni Modugno nel XXI secolo. Mi piace avanzarla qui in un luogo simbolo della sua città natale, alla presenza delle autorità civili e religiose e di tanti illustri esperti.

Come si è diffuso nella scuola barese, pugliese ed italiana, forse melgré lui, il pensiero di Giovanni Modugno? A questa domanda,penso, si possa dare una risposta certa: attraverso i suoi studenti cui è toccato in sorte di averlo avuto come docente, prima a Corato, per sette anni, poi. dal 1920 al collocamento in quiescenza. presso l’Istituto Magistrale “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari.

Essi hanno “abitato” ed “innervato” la scuola – segnatamente e prioritariamente quella elementare – barese, pugliese e non solo portando nella loro attività didattica e professionale gli insegnamenti ricevuti. Sarebbe molto interessante – non certo per mera erudizione storiografica – ricercare i loro nomi, la loro provenienza geografica attraverso i registri del prof. Giovanni Modugno, raccolti nell’archivio storico dell’istituto scolastico frequentato.

Consultando quell’archivio, tanto si potrebbe scoprire su Giovanni Modugno e sulla storia della scuola pugliese: potrebbe essere un ottimo argomento per un’efficace e non convenzionale attività di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (vulgo PCTO, come negli acronimi di cui è saturo lo ‘scolastichese’, nota neolingua iniziatica), ovvero, anche per tesi di laurea (triennali, magistrali e di PhD) sicuramente molto interessanti e nietzscheanamente “inattuali”.

Del resto, l’influenza del pensiero di Giovanni Modugno,attraverso i suoi studenti del “Bianchi–Dottula”, ha anche travalicato anche i confini della scuola e della pedagogia: basti ricordare anche soltanto il nome di uno di loro, divenuto un Maestro del Diritto dell’Università degli studi di Bari (e tantissimo altro…), il prof. Renato Dell’Andro (1922 – 1990).

Ma questa sarebbe un’altra storia, che mi ricondurrebbe alla mia ormai remotissima adolescenza… 

5. BIBLIOGRAFIA

• AA.VV., Maestri del senso: competenze e passione per una scuola migliore, a cura di DE NITTI, CARLO e LAVERMICOCCA, CARLO, Bari 2023, Ecumenica editrice, di prossima pubblicazione;

• CAPORALE, VITTORIANO, Educazione e politica in Giovanni Modugno, Bari 1988, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Un pedagogista del Sud, Bari 1995, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Pedagogia Scienza della Vita, Bari, 1997, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, La proposta pedagogica di Giovanni Modugno, Bari, 2004, Cacucci;                                                                                                              

• CAPORALE, VITTORIANO, Pedagogia e vita di Giovanni Modugno, Bari 2006, Cacucci;

• CAPURSO, GIOVANNI, Due Maestri per il Sud: Gaetano Salvemini e Giovanni Modugno, Corato, 2022, SECOP;

• MICUNCO, GIUSEPPE, La buona battaglia. Santità e laicità in Giovanni Modugno, Bari, 2013, Stilo editrice;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Bari, 2020, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno e il suo “rifugio”bresciano, Bari, 2022, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO – AUFIERO, ARMANDO, Giovanni Modugno: il volto umano del Vangelo in AA.VV., Op. cit.;

• SANTOMAURO, GAETANO, Giovanni Modugno attraverso gli inediti, «La Rassegna pugliese», 1969, 4-5, pp. 3 – 22;

• SARACINO, DOMENICO, Giovanni Modugno. Politica, cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Bari 2006, Stilo editrice; 

• SPINELLI MODUGNO, MARIA, Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno, Bari 1967, Editoriale Universitaria.

Et si parva licet …

• DE NITTI, CARLO, La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI secolo. Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino, ”Educazione & Scuola”, XXVI, marzo 2021, 1123;

• DE NITTI, CARLO, In difesa del Sud: storia dell’amicizia di due Maestri tra Molfetta e Bitonto, ”Educazione & Scuola”, XXVII, settembre 2022, 1141; 

• DE NITTI, CARLO, Giovanni Modugno: un “cercatore di Cristo”, apostolo dell’educazione, in VINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2023, Edizioni Dal Sud, pp. 9 – 12.

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