Il 1° maggio

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Il 1° maggio

Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi, a lanciare l’idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese che in quegli anni porta avanti la lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione al suono dello slogan:
“Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”!!

La scelta della data cade sul 1° maggio non a caso: nel 1886 infatti, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Per i fatti di Chicago furono condannati a morte otto noti esponenti anarchici malgrado non ci fossero prove della loro partecipazione all’attentato. Due di loro ebbero la pena commutata in ergastolo, uno venne trovato morto in cella, gli altri quattro furono impiccati in carcere l’11 novembre 1887. Il ricordo dei “martiri di Chicago” era diventato simbolo di lotta per le otto ore e riviveva nella giornata ad essa dedicata: il 1 Maggio.

E’ solo a partire dal 1° maggio 1891che la Seconda Internazionale renderà permanente quella che, da lì in avanti, sarà la “festa dei lavoratori di tutti i paesi”.

“Lavoratori – si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 – ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l’Internazionale!”.

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Le Dolomiti: patrimonio dell’UNESCO

Nell’ambito dell’Educazione Civica e alla Cittadinanza abbiamo parlato educazione al rispetto e alla valorizzazione del Patrimonio Culturale e dei Beni Pubblici e abbiamo visto come, nei beni culturali, sono compresi:

beni di interesse storico e artistico, quali monumenti ed architetture, siti archeologici

beni ambientali come i parchi naturali 

beni immateriali come tradizioni artistiche, agricole, culinarie, musicali e religiose.

In Italia, in particolare, ci sono oltre 100.000 beni culturali che rientrano in queste categorie, e il nostro patrimonio paesaggistico, storico e artistico è tutelato dall’ARTICOLO 9 della Costituzione Italiana che recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”

Qui pubblico l’intera lezione in pdf con la scheda con le informazioni e la scheda da compilare.

Con gli studenti ci siamo poi soffermati sulla nascita e sul ruolo dell’UNESCO, l’organizzazione delle Nazioni Unite fondata nel 1945 con lo scopo  di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni, mediante l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione, l’informazione. Abbiamo inoltre ragionato sul concetto di Patrimonio dell’Umanità e della Convenzione adottata dall’UNESCO, secondo la quale vengono identificati, protetti e conservati i beni considerati talmente importanti da essere patrimonio dell’umanità intera.

Tra questi beni dell’UNESCO ci sono le nostre DOLOMITI, dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2009, per la loro bellezza e unicità paesaggistica e per l’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico.

Il lavoro di disegno abbinato alla nostra ricerca è stato quello di copiare con le matite colorate delle fotografie di formato quadrato delle Dolomiti. La copia dal vero ci ha permesso di indagare i colori di queste montagne straordinarie, la conformazione delle rocce e i chiaroscuri che si formano nelle varie ore del giorno. Per prima cosa abbiamo ricalcato su un normale foglio da fotocopia tutte le linee che ci possono aiutare a ricostruire l’immagine, comprese quelle che delineano le ombre e le luci.

Successivamente, osservando continuamente la fotografia, abbiamo colorato il disegno cercando di essere più fedeli possibili alla ricerca dei colori, sovrapponendo le matite colorate per ottenere le tinte giuste. Molto importante è stata la consapevolezza delle ombre e delle luci, che creano i volumi delle forme.

La copia dal vero allena l’occhio e la mano all’osservazione e ci fa conoscere l’immagine in modo molto profondo, anche questo è un modo di tutelare, amare e valorizzare il nostro straordinario patrimonio.

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