Donne nella Matematica
Il 12 maggio la quarta Giornata Internazionale delle donne nella Matematica. Tra le iniziative, la celebrazione del centenario di Olga Ladyzhenskaya.
Anche quest’anno il 12 maggio si celebra la Giornata internazionale delle donne nella Matematica, istituita nel 2018 nel corso del World Meeting for Women in Mathematics (WM)² di Rio de Janeiro e giunta, pertanto, alla sua quarta edizione.
Fino al 15 giugno saranno organizzati eventi, in presenza oppure on line, finalizzati a dare visibilità alle donne valorizzandone i successi nei vari campi della Matematica. Si potranno seguire conferenze o tavole rotonde orientative per le scelte professionali, si rifletterà ancora sugli ostacoli che le donne incontrano nel percorso di studi scientifici, nel lavoro, nella carriera.
Il gruppo di coordinamento, oltre a favorire la diffusione delle iniziative, si rende disponibile a fornire idee e materiali a coloro che desiderano organizzare eventi locali o virtuali. Per conoscere il calendario delle iniziative e le modalità di partecipazione si può accedere al link: womeninmaths
Nel mese di luglio è fissato l’appuntamento quadriennale col Congresso Internazionale dei Matematici e quello con l’ evento satellite , il (WM)².
Quest’ultimo presenta un’interessante novità: l’assegnazione, di un premio in Fisica matematica intitolato alla matematica russa Olga Ladyzhenskaya, della quale ricorre il centenario della nascita.
Il 2022 si caratterizza, pertanto, come un anno ricco di iniziative per l’ Unione matematica Internazionale e per il Comitato per le donne in matematica (CWM). Si presenta, altresì, come un anno molto difficile e non solo per le ripercussioni della recente emergenza pandemica. Purtroppo, i tragici ultimi eventi della guerra tra Russia e Ucraina hanno indotto gli organizzatori ad apportare alcuni cambiamenti logistici: il congresso, nel corso del quale sarà assegnata la prestigiosa Medaglia Fields, non si svolgerà a San Pietroburgo, come era stato deciso, ma si terrà quasi esclusivamente on line.
Ulteriori indicazioni riguardo ai due eventi, si possono trovare ai seguenti indirizzi: 2022.worldwomeninmaths e www.mathunion
In questo scenario è quanto mai opportuno, tra le celebrazioni del 12 maggio, parlare di Olga Aleksandrovna Ladyzhenskaja, una delle matematiche più apprezzate e più influenti della sua generazione, ma anche una figura femminile pronta e determinata a difendere il diritto allo studio, la libertà e l’internazionalità della scienza.
Breve biografia di Olga Aleksándrovna Ladýzhenskaya
Nata il 7 marzo 1922 in una piccola città russa, Kologriv, visse la sua adolescenza in epoca stalinista. Era una studentessa quindicenne quando suo padre Aleksandr Ivanovich Ladyzhenskii, insegnante di matematica discendente da famiglia nobile, fu arrestato e condannato a morte come “nemico del popolo”. Il tragico avvenimento ebbe ripercussioni anche sul percorso di studi di Olga e delle sue sorelle maggiori. Le due ragazze più grandi furono subito espulse dalla scuola che frequentavano mentre a Olga fu concesso di completare gli studi secondari.
Studentessa brillante, con spiccate attitudini al pensiero logico, era abituata a discutere di matematica col padre e con lui aveva affrontato precocemente alcuni argomenti di Analisi. Essendole precluso l’accesso all’Università, fu costretta a frequentare l’Istituto Pedagogico Pokrovskii, ottenendo comunque un titolo che le permise di insegnare matematica nelle scuole superiori.
Finalmente, nel 1943, grazie all’interessamento della madre di un suo allievo, poté iscriversi all’università di Mosca dove conseguì la laurea nel 1947.
I suoi interessi si concentrarono subito nell’area delle equazioni differenziali alle derivate parziali, indirizzo di ricerca che nella metà del ‘900 si presentava ricco di novità e di prospettive per le varie applicazioni in campo scientifico.
Benché le sue doti fossero riconosciute da insigni matematici, come Ivan G. Petrovskii e Vladimir I. Smirnov, il suo percorso accademico veniva ancora ostacolato dall’ appartenenza ad una famiglia compromessa nei riguardi del regime. Solo nel 1953, dopo la morte di Stalin, conseguì l’abilitazione e poté iniziare la sua carriera di docente e di ricercatrice.
Nel 1954 cominciò a insegnare all’università di Leningrado.
Divenne ricercatrice presso il prestigioso Istituto matematico Steklov dell’Accademia delle scienze dell’URSS, dove fu successivamente nominata direttrice del Laboratorio di Fisica-Matematica. Lavorando con i suoi studenti e collaboratori, Olga Ladýzhenskaya, diede importanti contributi nell’intero spettro delle equazioni differenziali alle derivate parziali ma dimostrò un interesse particolare per le applicazioni in fluidodinamica.
Negli anni ’60 ottenne un importante risultato per il problema di Navier-Stokes in due dimensioni (le prime prove rigorose della convergenza del metodo alle differenze finite).
Sviluppando le idee di De Giorgi e di Nash diede una soluzione completa al 19° problema di Hilbert, sulla dipendenza delle regolarità delle soluzioni rispetto alla regolarità dei dati, relativamente a una numerosa classe di equazioni del secondo ordine ellittiche o paraboliche.
Ha pubblicato 250 articoli, varie monografie e libri di testo, tra cui il classico “Teoria matematica dei fluidi viscosi incomprimibili”, tradotto in moltissime lingue. E’ stata membro di numerose Accademie delle scienze, compresa l’Accademia dei Lincei, ha ricevuto premi e riconoscimenti.
Nel 1958 avrebbe potuto essere la prima donna a meritare la Medaglia Fields, assegnata poi a Klaus Roth e René Thom .
Nell’occasione le fu comunque concesso, in via eccezionale, di andare all’estero ( a Edimburgo) per partecipare al Congresso Internazionale dei Matematici.
Culturalmente vicina all’ambiente intellettuale dei dissidenti, Olga non nascondeva la sua amicizia con lo scrittore Aleksandr Solzhenitsyn e con la poetessa Anna Akhmatova, oltre che col fisico Andrej Sacharov, amicizie ovviamente non gradite al regime comunista.
Il crollo del comunismo e la fine della guerra fredda, che nel 1989 avevano trovato nella caduta del muro di Berlino il simbolo più appropriato, segnarono una svolta nella politica russa. Si apriva una strada per la democrazia e per l’apertura ai contatti con le altre nazioni, ma si prospettava anche una grave crisi economica che indusse molti scienziati ad accettare occasioni di lavoro, più favorevoli, in Occidente.
Fedele all’eredità di suo padre, il quale, pur essendo stato avvertito dell’imminente arresto si rifiutò di fuggire, Olga rimase alla guida dell’Istituto Steklov, sfruttando la possibilità di spostarsi all’estero per stabilire contatti a beneficio dei suoi studenti.
Nel 1994, presso l’ICM di Zurigo, è stata relatrice per l’ICM Emmy Noether Lecture.
La morte la colse nel sonno a “Leningrado”, divenuta nel frattempo San Pietroburgo, il 12 gennaio 2004, quando si accingeva ad andare in Florida per completare un lavoro su alcuni aspetti computazionali nell’idrodinamica.
Il professor Max Gunzburger, dell’università della Florida, annunciò la morte di Olga Ladyzhenskaya, con parole che ne riassumono le doti professionali e umane e fanno riflettere su alcuni aspetti della sua vita e su alcuni lati della sua personalità.
«Nonostante fosse un gigante della matematica, non è conosciuta come analista numerica; in ogni caso, è suo il merito di esser stata la prima (e ancora oggi una delle poche) a fornire prove rigorose della convergenza di un metodo delle differenze finite per le equazioni di Navier-Stokes. E ancora più importante è che il suo lavoro di studio sulle equazioni differenziali alle derivate parziali abbia avuto un’incredibile e duratura influenza su quanti si specializzano nel Numerical PDES. […]Olga Ladyžhenskaya ha superato grandi difficoltà di natura politica e personale per diventare una delle matematiche più influenti della sua generazione. Questa nobile donna mancherà molto alla sua famiglia, agli amici e alla comunità scientifica».
Alla sua passione per la Matematica, per l’insegnamento e per la ricerca, Olga ha sacrificato il suo matrimonio, non sentendosi pronta ad accettare l’eventuale nascita dei figli che invece il marito, il matematico Andrei Alexevich Kiselev, desiderava ardentemente.
Dopo la separazione rimase single per tutta la vita. Aveva però aveva molti amici, coltivava l’amore per la musica e per la letteratura.
Chi la conobbe la giudicava una persona amabile, empatica, pronta a schierarsi dalla parte degli oppressi o perseguitati, ma anche una personalità colta e affascinante. Olga amava viaggiare e riusciva poi a descrivere le sue impressioni con rare doti narrative.
Nella Giornata delle donne in matematica si parla spesso di pregiudizi sulle attitudini al pensiero astratto oppure ci si chiede se si possa parlare di una matematica “femminile” diversa da quella “maschile”.
E’ interessante, invece, osservare come spesso il pensiero logico accompagna e forse potenzia altre doti, come la sensibilità, la creatività, la capacità di comunicare.
Degna di attenzione è la storia dell’amicizia tra Olga Ladyzhenskaya e Anna Akhmatova.
L’incontro di due persone impegnate in ambiti apparentemente privi di punti comuni. Una poetessa nata a Odessa nel 1989 e una matematica di undici anni più giovane, nata in una cittadina della Russia centrale, si incontrarono, negli anni ’60, nel villaggio di Komarovo , distante circa 50 km dal centro di Leningrado, dove Anna aveva preso possesso della dacia assegnatale dal Fondo Letterario di Leningrado.
Olga che, per scrivere un libro sugli aspetti matematici dell’idrodinamica, aveva raggiunto a Komarovo il prof. Smirnov, fu da quest’ultimo presentata alla famosa poetessa. Le due donne scoprirono non solo che ciascuna sapeva apprezzare la disciplina alla quale l’altra si dedicava, ma anche di avere molti altri interessi in comune.
Nacque una forte amicizia di cui ci rimane un segno, la poesia “A Vyborg” che Anna ha dedicato ad Olga.
Una delicata poesia , ispirata dalla descrizione , da parte di Olga, delle emozioni provate nel visitare la suggestiva città ai confini della Russia con la Finlandia. La sua stesura diventa però un simpatico aneddoto grazie ad alcune circostanze che l’anno preceduta : Anna, infatti, ricordava la cittadina in una fugace visita che non le aveva permesso di vedere nient’altro che un gelato esquimese da gustare in fretta.
Nel presentare la poesia, pertanto, aggiunse questo commento :« Io non ho avuto il tempo di visitare Vyborg, ma Olga Ladyžhenskaya ne ha fatto una descrizione così accurata che è come se l’avessi vista con i miei occhi».
A Vyborg, a OAL
Un enorme passo sott’acqua
Conducendo al regno di Nettuno —-
Là la Scandinavia gela, come un’ombra,
Tutto questo – come un’unica apparizione splendente.
La canzone tace, la musica è muta,
Ma l’aria brucia con il loro profumo,
E bianco inverno, in ginocchio,
Osserva tutto con riverente attenzione.
24 settembre 1964, Komarovo (Ozernaja)
Riferimenti
- Darya E. Apushkinskaya and Alexander I. Nazarov
The Queen of Rhymes and the Queen of Formulas (around the poem “In Vyborg”)
- Susan Friedlander and Barbara Keyfitz
Olga Ladyzhenskaya and Olga Oleinik: two great women mathematicians of the 20th Century
- Maria Rosa Panté
La Scienza delle donne -Microscopi Hoepli
The Ties That Bind Olga Alexandrovna Ladyzhenskaya and the 2022 ICM in St. Petersburg