Un altro successo per il Corso ad indirizzo musicale della Gramsci.

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Strepitoso il Concerto di Fine anno della Gramsci

Finalmente il Concerto in presenza è ritornato! Le Arti si incontrano al Teatro Europa per festeggiare i 30 anni del Corso ad indirizzo musicale.
Martedì 7 giugno alle ore 18.00 presso il teatro Europa di Aprilia ,in grande stile  l’istituto A. Gramsci ha potuto festeggiare i 30 anni del Corso ad Indirizzo Musicale. Un’avventura  iniziata nel 1991  e che per decenni ha reso la Gramsci il polo musicale della città. Vincitori di concorsi  musicali  dal solista fino all’orchestra per 30 anni , grazie alla passione, alla professionalità e al grande lavoro  profuso dai docenti di strumento.
Corso voluto fortemente da una dirigente illuminata ,la preside Ermenegilda Donati, la quale aveva compreso da subito che cosa avrebbe rappresentato  su un territorio così povero di stimoli culturali, come  quello  apriliano, la possibilità di  far studiare  gratuitamente  musica  ai ragazzi  facendo  emergere il talento di tanti  futuri musicisti .Come diceva Platone – Musica, cibo per l’anima!
“Le arti si incontrano” , questo il titolo della manifestazione .
 Un perfetto connubio tra le varie arti, quindi non solo musica, ma  anche poesia, recitazione e  arte figurativa.
Un’organizzazione studiata  nei minimi dettagli.
Una serata “normale”  dopo due anni di rinunce a causa della  pandemia , in cui i ragazzi si sono potuti esibire in un teatro gremito , hanno potuto sentire l’abbraccio degli applausi, il calore del pubblico,essere protagonisti  unici ed irripetibili. 
Tutti emozionati nello stesso modo, dalla classe 1° alla classe 3°.  Emozione grande, mescolata a tanta gioia nello stesso momento .Il concerto è iniziato con un reportage del backstage  dei piccoli reporter della classe 2°A  guidati dalla prof.ssa Marilena Ferraro, nel filmato interviste e buffi  retroscena delle prove generali  antimeridiane.
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Presentatrice della serata una trepidante  prof.ssa Lucia Decinti  che ha accompagnato con garbo le esibizioni dei ragazzi  facendo gli onori di casa.
Con il dirigente scolastico Prof.ssa Floriana Vinci subito sul palco il vice sindaco Lanfranco Principi  in rappresentanza del Comune di Aprilia. 
Le parole  di soddisfazione della Dirigente -“Finalmente sul palco, emozionatissimi ,bello rivedere tutti, stasera è la festa dell’Istituto,  un grande grazie ai docenti per tutto il lavoro svolto, ai  voi genitori   che avete  continuato a lavorare  e a supportare i vostri figli   in questi 2 anni, perché la scuola non si è mai fermata durante la pandemia. Stasera finalmente  questi ragazzi possono essere  protagonisti, grazie a tutta la comunità scolastica, al comune per l’ accordo di programma che ha permesso di poter organizzare questa serata. Faccio dono  del libro “Aprilia Raccontami- avventure nello spazio”  arrivato alla terza edizione la cui realizzazione è stata possibile  con il supporto del comune di Aprilia. Un grande in  bocca al lupo  e buon divertimento!”
Vice sindaco Lanfranco Principi-” Un lustro per la città di Aprilia, esorto i ragazzi  a continuare così, fiero di un  tale istituto, porto i saluti dell’ amministrazione comunale. La  Gramsci è l’orgoglio di questa città, di questa comunità . Non tutte le scuole possono permettersi un corso ad indirizzo musicale così eccezionale, è un impegno per tutta la città e  auguro a tutti un  buon ascolto!”.

 Presenti alla serata  l’Assessore alla Pubblica Istruzione  Gianluca Fanucci, ex alunno del corso, che con grande gioia ha omaggiato le eccellenze dell’istituto, la poetessa Diamante Cosmi( 1° premio al Concorso Internazionale di Poesia – Masio Lauretti),  il trombettista   Lorenzo Paulis  ( 2° premio  al 10° Concorso Internazionale “ Note sul Mare”)  e il violinista Alessandro Simboli (1° premio al Concorso Nazionale di Esecuzione Musicale “Città di Latina” ), con una stampa della città di Aprilia dell’epoca della fondazione , complimentandosi  per la magnifica serata.

Presenti il presidente del Consiglio di istituto e alcuni rappresentanti;  sempre  con noi  l’ex Dirigente scolastico  dell’istituto ed Assessore all’Urbanistica  prof. Giorgio Giusfredi e  non potevano mancare  in questa incredibile serata i collaboratori della Dirigente : la maestra Silvana Iuliano e il prof. Moreno Pasqualone e le referenti del plesso Gramsci e Arcobaleno prof.sse Elisabetta Piccolo e Caterina Di Dio.
Felici con noi anche gli ex docenti prof. Alessandro Carlomagno, le prof.sse Ciriaco ( ex vicepreside), Cruciani e Milluzzo.  Un pensiero alla ex dirigente Dott.ssa Maria Nostro  che ha sempre creduto nel potere  formativo e culturale della MUSICA e delle arti e alla indimenticabile  ex docente di lettere prof.ssa Rosina Vaccaro, piccola grande donna che ha  insegnato per tanti anni alle generazioni di apriliani.  
Ma  non  solo musica, la serata è stata all’insegna delle arti. Toccante la recitazione dei ragazzi , seguiti dalla prof.ssa Deborah Tosi,  con la  messa in scena de la Strabomba di Mario Lodi, che ha  esposto un tema attualissimo come la guerra,  e poi il concorso di Istituto “Navigare sicuri  contro bulli e cyberbulli “ i cui vincitori sono stati i ragazzi della classe 2G  della media e della classe 5° C della primaria Marconi. 
Carinissima l’esibizione dei bambini della 5°C  con la canzone DICO NO!
 “Dico no alla prepotenza  e si alla gentilezza, noi felici vogliamo stare  ma i bulli  non lo permettono di fare! Loro non sanno quanto fanno male , perché ci facciamo male a vicenda e ci assale la tristezza. No alla solitudine e si alla moltitudine perché l’unione fa la forza.”  Alunni  accompagnati  dalla maestra Rosa Chianese.

Nel corso della serata  si sono alternati pianisti, flautisti, trombettisti, violinisti , solisti, duo, quartetto,ensemble e infine l’orchestra , mentre sullo schermo  scorrevano i lavori artistici dei progetti  realizzati  dagli alunni del corso G  e delle classi  2° A, 2° E , curati e seguiti dalla prof.ssa Caterina Fratto 
Lavori bellissimi ,nel primo  gli strumenti musicali sono stati riproposti in chiave cubista. 

 Nel  Progetto fusione gli alunni  hanno giocato con l’arte, fondendo  due opere d’arte in una nuova combinazione  e ciò ha permesso di far emergere l’ affiatamento e  la complicità del gruppo  così importanti per memorizzare le opere d’arte .
 Nei Tableaux vivants  invece gli alunni delle classi 2G, 2°A e 2E  si sono divertiti a  sostituirsi ai personaggi rappresentati nei quadri .
In questa manifestazione , finalmente i ragazzi  che chiamiamo “i figli del covid”,perché purtroppo negli ultimi 2 anni  hanno perso tante esperienze, soltanto  durante questa serata hanno capito quale grande magia abbiano creato con  la loro passione . 
Per la maggior parte dei violinisti della classe della prof.ssa Laura Scipioni, il concerto di fine anno è stata la prima esibizione in pubblico e questo ha comportato tantissima emozione: in alcuni lacrime e in altri gioia assoluta. In ogni caso emozioni!
I ragazzi della I G, che hanno iniziato questa avventura violinistica solo a ottobre, si sono divertiti suonando il “Nessun altro tranne me” tratto dalla tradizione popolare greca, “Rag del primo dito” e “Paganini “. Quest’ultimo brano gli ha consentito di conoscere meglio la figura del grande violinista, scoprendo in lui peculiarità molto sorprendenti. Hanno voluto, infatti, omaggiare il grande Maestro eseguendo il brano con gli occhiali da sole, proprio come il grande Niccolò!
Gli alunni  della classe seconda hanno scelto di suonare un tradizionale Klezmer dal ritmo gioioso come gioiosa è la festa di un “Matrimonio ebraico” e un brano con uno stile più rock “Troppa pece”, divertendosi anche a raccontare aneddoti propri della vita di un violinista, come l’immancabile uso della pece sull’arco!
La  classe 3G si è esibita nel sempre travolgente “Hava Nagila”: brano di tradizione ebraica, ma che insieme ai ragazzi abbiamo scoperto essere stato composto da un musicista russo ispirato da una famosa e popolare melodia ucraina. 
Questo li  ha tanto  emozionati e  convinti nel proporlo al concerto di fine anno come augurio di pace per tutti. 

Repertorio nutrito e variopinto,una serie di brani tradizionali  americani per gli alunni del corso di tromba del prof. Stefano Catena memoria storica e coordinatore del corso,  concludendo con un  brano di insieme con le classi 2° e 3°G  i “Pirati dei Caraibi” che ci ha  trasportato per un momento nel pieno delle vacanze estive  e nel mare cristallino ..  E poi  i pianisti, seguiti dai prof.ri Alessandro Costantino Bianchi e Fabrizio Castrichini  e i flautisti  della classe della prof.ssa Roberta Barbera  delle classi 1° ,2° e 3G si sono esibiti in un repertorio classico  da Bach  al duo di flauti del Minuetto e trio di  Beethoven, da Bartòk alle note romantiche del  Valzer in la min. di Chopin, fino agli autori contemporanei . Chiusura in grande stile con l’orchestra diretta dalla prof.ssa Roberta Barbera,che si è cimentata in due brani del 16° sec. e  in uno moderno tratto dalla colonna sonora del film JAMES BOND.
Alla festa finale del nostro istituto non poteva mancare un riferimento al progetto Lettura,seguito dalla referente d’Istituto prof.ssa Barbara Pedrazzi, che da oltre un decennio accompagna gli studenti con passione e creatività nei tre ordini di scuola:Arcobaleno,Marconi, Gramsci avvicinando i  giovani alla lettura. Negli anni il progetto si è aperto alla comunità grazie alla collaborazione con il Comune della città di Aprilia, con le case editrici e con le Agenzie che operano sul territorio .Numerosi sono stati gli incontri che hanno arricchito questo percorso da Shlomo Venezia ad Ambrogio Sparagna, dai discendenti di Luigi Pirandello a quelli di Giuseppe Garibaldi.Tante le pubblicazioni in collaborazione con la casa editrice Psiche e Aurora: in modo particolare Racconti dal Lazio e Aprilia Raccontami. Ogni anno il progetto lettura offre ai nostri alunni la possibilità di partecipare a tutte le iniziative promosse dal Cepell oltre che a concorsi nazionali e internazionali  come il premio Masio Lauretti, il concorso Cercatori di Poesia con il metodo Caviardage nei quali la nostra scuola si è distinta per gli ottimi risultati raggiunti. 
La serata è proseguita con le esibizioni degli ex allievi, anche se per motivi di contingentamento e di sicurezza non è stato possibile estendere l’invito a tutti,ma  avremmo avuto piacere di far esibire i tantissimi ex alunni e allora  non sarebbe bastata una giornata intera di spettacolo.
 Ricordiamo  gli ex alunni del corso ad indirizzo musicale dell’I. C. A.Gramsci  che da anni insegnano a loro volta nelle scuole ad indirizzo musicale della provincia, per esempio i  pianisti Dora Nevi , Riccardo Toffoli e  il violinista Claudio Di Lelio.
 Un saluto a tutti i colleghi che si sono avvicendati nel corso del  nostro istituto la cui  lista sarebbe lunghissima da comporre
Ricordiamo tra i colleghi che hanno fatto la storia del Corso dell’istituto, i flautisti Gianni e Gianfranco Cellacchi, il pianista Massimo Fornetti, i violinisti Stefania Cimino e Lorenzo Lendaro, solo per citarne alcuni.
 Strepitosi gli ex alunni , il trombettista   Andrea Simboli accompagnato al pianoforte dal M° Barbara Brandani con il primo tempo del concerto in Mi magg. di Hummel, il flautista Francesco Pica  uscito dalla scuola media appena un anno fa,  che anche quest’anno si è qualificato al primo posto assoluto in tutti i  concorsi nazionali ai quali ha partecipato,ricevendo i complimenti del figlio del grande Severino Gazzelloni. Francesco ci ha estasiato con il primo tempo  del Flute de Pan di Mouquet  accompagnato dal pianista Davide Capitali .
ll  pianista Francesco Orazi invece ci ha deliziati e incuriositi con lo studio n° 1 di C. Debussy , una presa in giro all’autore Czerny, sui cui metodi  tutti hanno passato mesi e mesi  a studiare la tecnica pianistica. 
 Ma vogliamo ricordare anche gli ex alunni che non ci sono più i flautisti Fabrizio Melis e Andrea Di Gioia, il trombettista – percussionista Damiano Malvi e  il trombettista Fabrizio Esposito.
  Ringraziamo per l’aiuto i collaboratori scolastici sempre disponibili, l’ex alunno Andrea Virgini nostro tecnico di supporto,la Multiservizi  di  Aprilia, le colleghe del dipartimento di lettere , le maestre della Primaria per la partecipazione  e un grande abbraccio a tutta la comunità scolastica.
 Un grazie particolare va alle rappresentanti di classe che hanno provveduto all’allestimento del palco in modo sobrio ma originale, sono state il nostro servizio d’ordine,hanno pubblicizzato l’evento, sempre disponibili per qualunque necessità.
Un grazie di cuore ai colleghi del corso che ci hanno incoraggiato in ogni momento, agli ex allievi della classe di flauto Alessandro Bravatà e Damiano Scaraggi attualmente  al secondo anno del liceo musicale Manzoni di Latina, che si sono distinti nei concorsi musicali aggiudicandosi  vari primi premi in formazioni cameristiche  e che hanno supportato la nostra orchestra rivivendo quelle emozioni strappate via dal covid.
 A chiusura del concerto i saluti finali  della classe 3G con un buffissimo  e divertente video  mentre i  palloncini si libravano nel cielo stellato, per  non parlare dell’aiuto enorme che la famiglia Albu ci ha gentilmente offerto per le  bellissime riprese dell’evento, donando un ricordo indelebile nei cuori di  alunni e genitori.
 Che dire ,grazie ancora  al pubblico che ci segue  sempre con grande  entusiasmo.
 Ci rivediamo dopo le vacanze con altre iniziative ed emozionanti avventure  del Corso !!!!!
Qui tutte le foto del concerto
Video dell’evento:
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Selezione d’immagini dell’evento:

Giovanni Modugno: a master of the senses

GIOVANNI MODUGNO: UN “MAESTRO DEL SENSO” PER LA SCUOLA ITALIANA DI OGGI

di CARLO DE NITTI

Alle “voci archetipe” della mia remotissima adolescenza

per sempre nei miei spazitempi mnesici, con infinita gratitudine.

Nascoste ai molti, si palesano,

a chi le cerca con animo puro,

perle, veri tesori delle profondità,

che rivelano le nostre vite,

la nostra intima essenza

di cercatori tra le pagine …

1. PROLOGO

Non mi è possibile iniziare questo intervento senza ringraziare con sentimenti di sincera gratitudine il prof. Vincenzo Robles, illustre cittadino bitontino e studioso di preclara fama, per avermi invitato a partecipare – bontà sua – a questo evento sul pensiero di Giovanni Modugno, pedagogista del ‘900 pugliese, italiano, europeo.

Non è quella che segue una forma di excusatio non petita: non sono un esperto di Giovanni Modugno nel senso accademico della parola, ma ho avuto, da molti anni, con la sua storia di vita, di pensiero, politica, culturale e religiosa una frequentazione che mi affascina. Sì, perché una personalità come quella di Giovanni Modugno non può non sé-durre, a prescindere dalle idee di chi a lui si accosti, purché lo faccia con onestà intellettuale e disinteresse, anche venale. Caratteristiche che egli stesso possedette in modo assoluto e che costituirono la cifra peculiare della sua personalità di uomo, di docente e quindi, di pedagogista.

Tutti gli altri intervenuti a questo evento – certamente molto più competenti di me – hanno lumeggiato o lumeggeranno da par loro al meglio il pensiero del pedagogista: a me, che raccolgo “materiali per chi voglia scrivere di storia” (alla maniera dei Commentari cesariani) piace interrogare la figura di Giovanni Modugno per cogliere – provando a suggere l’essenza del suo pensiero – quanto egli possa dire (rectius: insegnare) a noi persone di scuola del XXI secolo, che operano nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (sebbene, ahimè, io mi trovi nel “pronaos” della quiescenza). Il ri-pensare Giovanni Modugno nella scuola di oggi non può, né deve, essere un mero esercizio di erudizione storiografica, ma un interesse squisitamente teoretico che interroghi il pedagogista, a partire dagli interrogativi del presente che scaturiscono, ovviamente, da bisogni didattici, educativi e pedagogici che urgono alle persone di scuola.

2. I “MAESTRI DEL SENSO”

E’ possibile connotare Giovanni Modugno come un “cercatore di Cristo”, un “apostolo dell’educazione”, un “pellegrino dell’Assoluto”: queste locuzioni possono legittimamente compendiarsi – per utilizzare il lessico della pedagogia di Papa Francesco – nell’espressione “maestro del senso”. Non trovo migliore sintetica definizione se non quella delle parole usate dal Pontefice recentemente a Lisbona, parlando ai giovani dal Pontefice per definirli: . 

E Giovanni Modugno lo è stato, di sicuro, ante litteram, … e lo è ancora oggi, a sessantacinque anni dalla sua scomparsa!

Leggere Giovanni Modugno oggi significa affrontare in modo efficace le urgenze educative del mondo contemporaneo: riformare la scuola, per Modugno, voleva dire formare le coscienze delle degli educandi. Al centro del processo educativo – come sostenevano in quegli anni i pedagogisti dell’attivismo pedagogico – non possono che esserci gli educandi con i loro vissuti, le loro storie interiori, i loro bisogni. Nel processo di educazione, non si può che “ascendere insieme”, per riprendere il titolo di un testo del 1943 dello stesso Modugno, per cambiare se stessi e contestualmente la società in cui si vive. L’unica vera riforma della scuola doveva essere, a parere di Giovanni Modugno, la “riforma interiore”, quella della formazione dei docenti.

La sua vita, la sua ricerca culturale, il suo insegnamentoincarnano l’anelito verso una società più giusta e più libera, nella quale ogni persona, consapevole della sua dignità, possa recuperare e vivere il significato dei valori fondamentali, in primis, la vita e la libertà, senza dei quali non è possibile praticare alcun altro valore. L’attualità del suo messaggio si focalizza prioritariamente intorno alla finalità dell’educazione, riprendendo le istanze più significative della tradizione pedagogica cristiana, arricchita dal dialogo fecondo con autori contemporanei. A partire dalla fine degli anni Venti, intensa fu la relazione di Giovanni Modugno con il gruppo di pedagogisti cattolici che si raccoglieva in quel di Brescia intorno alla casa editrice La Scuola, fondata nel 1904, ed alla rivista Scuola Italiana Moderna, nata nel 1893. Il medesimo milieu cattolico in cui, com’è noto, nacque (nel 1897) e si formò un giovane sacerdote (proclamato santo nel 2018), don Giovanni Battista Montini (il cui padre, l’avvocato Giorgio, era stato tra i fondatori della casa editrice), che alle posizioni di Giovanni Modugno fu certamente vicino, anche attraverso la filosofia della persona di Jacques Maritain (1882 – 1973).  

Nel gruppo di docenti e pedagogisti cattolici bresciani e nelle loro iniziative, di cui fu ispiratore e sodale anche attraverso il suo discepolo e figlioccio Matteo Perrini (1925 – 2007), Giovanni Modugno trovò quella consonanza intellettuale e religiosa che spesso gli mancò in Puglia, una sorta di accogliente “rifugio” ma anche la possibilità di incidere nella scuola militante: basti pensare alla comunanza di interessi e alla sua consonanza intellettuale con Laura Bianchini (1903 – 1983), docente di filosofia bresciana e madre Costituente.  

Anche dopo la seconda guerra mondiale, Giovanni Modugno continuò a collaborare con Scuola Italiana Moderna, la rivista scolastica più diffusa tra i docenti di scuola elementare, ed ispirò anche una filiazione diretta del gruppo bresciano: il “gruppo di maestri sperimentatori” di Pietralba (BZ),  dal nome dalla località dolomitica nella quale il gruppo si riunì per la prima volta nel 1948, cui partecipò anche un altro grande pedagogista pugliese, allora appena venticinquenne, suo allievo all’Istituto Magistrale di Bari: Gaetano Santomauro (1923 – 1976).  

Giovanni Modugno riconosce che la pedagogia è la “scienza della vita”: si preoccupa di affinare una riflessione rigorosa ma anche che manifesti un’efficacia pratica, fondata su principi e valori saldi, applicabili sia alla prassi quotidiana, scolastica e non. Per Modugno, la scienza della vita costituisce la risposta più significativa all’esigenza di riaffermare il primato della moralità, della razionalità e della spiritualità, come qualità peculiari di ogni persona che impara a riconoscerle come espressioni ineludibili della propria dignità e della propria coscienza morale.

Giovanni Modugno ricerca sempre il “perfezionamento interiore” anche nei momenti più drammatici della sua vita personale, come nel 1934, con la precoce morte dell’unica figlia Pina. Evento – collegato con altri lutti familiari (i genitori) – che interroga la coscienza del pedagogista. Quando la figlia si ammala, il progetto del Modugno è di lavorare per ‘cristianizzare la vita’, in lui e attorno a lui. E’ convinto che le disuguaglianze sociali e le miserie non si eliminano soltanto con le leggi e le riforme, ma con l’amore. La vera riforma interiore consiste nel disporsi a comprendere i bisogni di ciascuna persona in difficoltà e nel sentirsi responsabili se manca il necessario per vivere.

I motivi fondamentali che accompagnano la vita di Modugno sono quelli di ‘ascendere insieme’, ‘salire alla sublime vetta’,‘aiutare gli altri a salire’: l’insegnamento gli consente di adempiere a questa sua idea. Nella prospettiva del suo pensiero, la religione costituisce il principale centro d’interesse dell’intero curricolo scolastico, oltre che il contenuto più significativo della scienza della vita. Essa è la guida per cogliere nella vita concreta le relazioni tra le singole azioni ed i principi della ragione e della morale. Con la didattica della ‘provocazione riflessiva’, stimolata dal docente, la pratica del riflettere durante le lezioni li sollecitanella chiarificazione dei criteri direttivi e li pome nelle condizioni di osservare, giungendo a scoprire le istanze più profonde della vita.

3. GIOVANNI MODUGNO VIVANT

Riflettere oggi, nel terzo decennio del XXI secolo, sulla figura, sul pensiero e sulla storia di Giovanni Modugno, “cercatore di Cristo” ed “apostolo dell’educazione” è un atto “rivoluzionario” nella sua essenza, che modifica radicalmente i paradigmi del pensiero corrente, spesso incentrato sui tecnicismi della pedagogia– declinati in tutte le sue branche – e della scuola, piuttosto che sulla persona, quale punto di imputazione ultimo di ogni azione educativa.

Questo è il continuum che attraversa la vita di Giovanni Modugno, anche prima di insegnare, quando, da giovanissimo, iniziò ad impegnarsi nelle vicende della politica della sua città, in solido con lo storico molfettese Gaetano Salvemini (1873 – 1957), cui lo unì un lunghissimo sodalizio intellettuale e politico, nonostante le diverse posizioni, che ha attraversato la storia italiana dai primi anni del XX secolo agli anni ’50 del medesimo.Pressocché coetanei, furono entrambi “figli”, molto diversi tra loro, della medesima temperie culturale, quella positivistica, da cui furono entrambi però sempre alieni, giungendo a posizioni politiche diverse che avevano in comune l’impegno infaticabile e diuturno per il riscatto dei contadini meridionali rispetto ai soprusi dei latifondisti assenteisti, attraverso la conquista del primo e più fondamentale dei diritti, quello all’istruzione.   

Il fulcro dell’attività di Giovanni Modugno – che volle essere sempre “maestro di maestri” – fu sempre l’educazione dei giovani al pensiero critico, lontano da ogni possibile strumentalizzazione da qualunque “luogo” essa provenisse. Egli non fu mai uomo “di parte”, rifiutò sempre per se stesso incarichi, cariche ed onori di ogni tipo, proprio per conservare la sua libertà di pensiero: com’è noto, rifiutò la carica di Provveditore agli studi di Bari, sia nel 1923, quando gli fu proposta da Giuseppe Lombardo-Radice (1879 – 1938) perché temeva che avrebbe dovuto venire a compromessi con il fascismo, sia dopo la seconda guerra mondiale, quando fu invitato a ricoprire la medesima carica da Tommaso Fiore (1884 – 1973), a nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Parimenti, non a caso, nel 1929, fu assordante il suo silenzio – in un’Italia osannante – di fronte alla firma dei Patti Lateranensi, che, com’è noto, ponevano fine alla sessantennale “questione romana”.

Questa missione – cui adempì senza deroga alcuna – non gli impedì di mantenere relazioni intellettuali con i più sensibili ed insigni pedagogisti del suo tempo, a cominciare dalla “scoperta” di Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966) e Josiah Royce (1855 – 1916). Con ed attraverso di loro, Giovanni Modugno difese la persona umana, la sua dignità e la sua libertà interiore, trovando nel cristianesimo, inteso come “fede nella Resurrezione”, il miglior fondamento per conseguire questo obiettivo. In quest’opera educativa, massima era la sintonia del pedagogista con l’allora Arcivescovo di Bari, Mons. Marcello Mimmi (1882 – 1961), di cui condivideva in toto il metodo pastorale.

La cifra di tutta l’esistenza del pedagogista che si può compendiare nel titolo del volume – pubblicato dieci anni dopo la sua scomparsa, a cura dell’amatissima moglie, Maria Spinelli Modugno – Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno: mediante un’ascesa interiore, mai disgiunta dall’adempimento del dovere della missione educativa, indirizzata alla conquista, da rinnovare continuamente, della libertà, della coscienza critica e della dignità della persona umana. Un’eredità pedagogica e morale da raccogliere e praticare con rinnovata lena anche, se non soprattutto, nelle scuole di ogni ordine e grado. 

Quella ‘coscienza critica’ di cui oggi – dopo oltre sessanta anni dalla sua morte – si avverte uno smisurato bisogno: VINCENZO ROBLES, da storico, con i suoi volumi, ne rende seriamente consapevoli noi tutt*, uomini del XXI secolo, persone di scuola e non.

4. EPILOGO “APERTO”

Più che un epilogo – per quanto aperto – mi piace avanzare una proposta concreta per continuare a riscoprire e valorizzare il pensiero di Giovanni Modugno nel XXI secolo. Mi piace avanzarla qui in un luogo simbolo della sua città natale, alla presenza delle autorità civili e religiose e di tanti illustri esperti.

Come si è diffuso nella scuola barese, pugliese ed italiana, forse melgré lui, il pensiero di Giovanni Modugno? A questa domanda,penso, si possa dare una risposta certa: attraverso i suoi studenti cui è toccato in sorte di averlo avuto come docente, prima a Corato, per sette anni, poi. dal 1920 al collocamento in quiescenza. presso l’Istituto Magistrale “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari.

Essi hanno “abitato” ed “innervato” la scuola – segnatamente e prioritariamente quella elementare – barese, pugliese e non solo portando nella loro attività didattica e professionale gli insegnamenti ricevuti. Sarebbe molto interessante – non certo per mera erudizione storiografica – ricercare i loro nomi, la loro provenienza geografica attraverso i registri del prof. Giovanni Modugno, raccolti nell’archivio storico dell’istituto scolastico frequentato.

Consultando quell’archivio, tanto si potrebbe scoprire su Giovanni Modugno e sulla storia della scuola pugliese: potrebbe essere un ottimo argomento per un’efficace e non convenzionale attività di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (vulgo PCTO, come negli acronimi di cui è saturo lo ‘scolastichese’, nota neolingua iniziatica), ovvero, anche per tesi di laurea (triennali, magistrali e di PhD) sicuramente molto interessanti e nietzscheanamente “inattuali”.

Del resto, l’influenza del pensiero di Giovanni Modugno,attraverso i suoi studenti del “Bianchi–Dottula”, ha anche travalicato anche i confini della scuola e della pedagogia: basti ricordare anche soltanto il nome di uno di loro, divenuto un Maestro del Diritto dell’Università degli studi di Bari (e tantissimo altro…), il prof. Renato Dell’Andro (1922 – 1990).

Ma questa sarebbe un’altra storia, che mi ricondurrebbe alla mia ormai remotissima adolescenza… 

5. BIBLIOGRAFIA

• AA.VV., Maestri del senso: competenze e passione per una scuola migliore, a cura di DE NITTI, CARLO e LAVERMICOCCA, CARLO, Bari 2023, Ecumenica editrice, di prossima pubblicazione;

• CAPORALE, VITTORIANO, Educazione e politica in Giovanni Modugno, Bari 1988, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Un pedagogista del Sud, Bari 1995, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Pedagogia Scienza della Vita, Bari, 1997, Cacucci; 

• CAPORALE, VITTORIANO, La proposta pedagogica di Giovanni Modugno, Bari, 2004, Cacucci;                                                                                                              

• CAPORALE, VITTORIANO, Pedagogia e vita di Giovanni Modugno, Bari 2006, Cacucci;

• CAPURSO, GIOVANNI, Due Maestri per il Sud: Gaetano Salvemini e Giovanni Modugno, Corato, 2022, SECOP;

• MICUNCO, GIUSEPPE, La buona battaglia. Santità e laicità in Giovanni Modugno, Bari, 2013, Stilo editrice;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Bari, 2020, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno e il suo “rifugio”bresciano, Bari, 2022, Edizioni Dal Sud;

• ROBLES, VINCENZO – AUFIERO, ARMANDO, Giovanni Modugno: il volto umano del Vangelo in AA.VV., Op. cit.;

• SANTOMAURO, GAETANO, Giovanni Modugno attraverso gli inediti, «La Rassegna pugliese», 1969, 4-5, pp. 3 – 22;

• SARACINO, DOMENICO, Giovanni Modugno. Politica, cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Bari 2006, Stilo editrice; 

• SPINELLI MODUGNO, MARIA, Giovanni Modugno. Io cerco l’Eterno, Bari 1967, Editoriale Universitaria.

Et si parva licet …

• DE NITTI, CARLO, La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI secolo. Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino, ”Educazione & Scuola”, XXVI, marzo 2021, 1123;

• DE NITTI, CARLO, In difesa del Sud: storia dell’amicizia di due Maestri tra Molfetta e Bitonto, ”Educazione & Scuola”, XXVII, settembre 2022, 1141; 

• DE NITTI, CARLO, Giovanni Modugno: un “cercatore di Cristo”, apostolo dell’educazione, in VINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2023, Edizioni Dal Sud, pp. 9 – 12.

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