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Estate e letture: piacere e responsabilità

ARTICOLO SCRITTO DA: MICHELA GROSSIESTATE E LETTURE: PIACERE E RESPONSABILITÀEstate, tempo di vacanze, di libertà, di ozio per tutti, soprattutto per gli studenti e studentesse.Insegno in una scuola secondaria di I grado in provincia di Rimini e, all’avvicinarsi di giugno, con le belle giornate e l’arrivo del caldo, percepisco forse più di altri l’insofferenza dei miei ragazzi, la loro voglia di mare e di libertà, soprattutto dai “famigerati” compiti estivi. Devo ammettere che, con il passar degli anni (insegno dal lontano 1998), ho dovuto gradualmente calibrare le consegne estive, soprattutto quelle scritte, perché spesso il riscontro settembrino non era quello che mi sarei aspettata. Dunque le mie scelte relative ai compiti si sono sempre più orientate verso il libro, con particolare riguardo ai libri facenti parte della youth fiction, cioè della narrativa giovanile e sulla scelta di testi che potessero soddisfare i bisogni, le passioni e gli interessi di quella fascia di ragazzi e ragazze che va dagli 11 ai 14-15 anni.La scelta di storie, romanzi, poesie, drammi, biografie e autobiografie o altri testi di narrativa giovanile da proporre agli studenti e studentesse, è un momento imprescindibile dell’anno scolastico, di ogni anno scolastico, da settembre a maggio, in vista delle letture estive.Come afferma Aidan Chambers nell’opera L’età sospesa[1] questa narrativa risponde ai bisogni che il giovane di quest’età solleva, cioè il bisogno di riconoscimento, sia riconoscimento di sé, relativo al chi siamo, cosa siamo, cosa potremmo diventare e perché, sia al riconoscimento della propria esperienza in quella dei personaggi letterari[2].Ciò che viene narrato non è, quindi, un’entità a sé stante, ma è un corpo vivente, un sé organico, un essere di cui fanno parte i personaggi, autore e lettore implicito inclusi.La storia è il luogo dell’esperienza che il lettore in carne e ossa ri-crea in sé stesso.La scelta del libro da leggere in estate è, dunque, di fondamentale importanza; ecco perché dedico parte del mese di maggio alla scelta dei libri di narrativa che i miei alunni leggeranno durante le vacanze estive: nel corso degli anni ho sperimentato con piacere la pratica del books tasting, dall’inglese una vera e propria degustazione di libri effettuata prima delle vacanze e utile in vista della scelta personale del libro da leggere nel periodo estivo. Dopo aver reperito materiali[3] e selezionato dalla biblioteca scolastica un numero sufficiente di libri, ho predisposto il setting.In un ambiente sufficientemente ampio, in questo caso la palestra, ma si potrebbe utilizzare anche un’aula magna, ho creato varie postazioni di “assaggi” di libri, ognuna caratterizzata da un genere specifico: giallo, comico, avventura, fantasy, tutti comunque appartenenti alla youth fiction.Al suono del gong, ogni gruppo, costituito da quattro alunni/e, si è posizionato attorno a una tovaglietta su cui erano stati precedentemente posti quattro libri di uno specifico genere e ogni alunno/a ha iniziato la lettura del suo libro.I ragazzi si sono divertiti molto a turnare nelle varie postazioni, nelle quali rimanevano per un tempo prestabilito (8 minuti, scanditi da un gong): dopo aver osservato la copertina, letto il titolo e l’incipit, i ragazzi hanno compilato un menu in cui veniva indicato titolo del libro scelto, impressioni relative alla copertina ed espediente iniziale con cui l’autore cerca di agganciare i lettori.Il books tasting è andato avanti per un po’ finchè tutti i ragazzi sono riusciti ad assaggiare libri di diversi generi; l’attività è stata ripetuta con altri libri la settimana successiva, sempre nell’ora di lettere.Nel corso di questa pratica, gli studenti e studentesse hanno potuto entrare in contatto, anche se per breve tempo, con più libri diversi, già opportunamente selezionati da me. L’attività a stazioni ha permesso ai ragazzi di scegliere in autonomia il libro per la lettura estiva, di formulare un pensiero su di esso, anche consultandosi con i compagni del gruppo e di mantenere alta l’attenzione, proprio grazie al variare del contesto. L’attività di books tasting si è conclusa con un quiz, in cui io leggevo un menu e i ragazzi dovevano cercare di indovinare il titolo del libro, seguito da un questionario di gradimento dell’attività da parte dei ragazzi/e.Negli ultimi anni questa pratica didattica è entrata a far parte della routine di lettura che propongo agli studenti e studentesse, proprio perché valorizza la scelta del libro e risponde al “diritto al libero accesso a tantissimi libri” (l’undicesimo dopo i dieci di Pennac) a cui fanno riferimento Nancie e Anne Atwell in La zona di lettura, opera tradotta recentemente da Alessandra Nesti.[4] Alla scelta questo libro dedica un intero capitolo, il numero 3, a dimostrazione di quanto questo momento sia importante e non vada lasciato al caso. L’autrice, infatti, afferma che la possibilità di scelta è un dato acquisito: i ragazzini e le ragazzine scelgono quello che leggono perchè chi lo fa legge di più, legge meglio e ha più possibilità di leggere anche da adulto.Come affermano le sorelle Atwell la scelta è qualcosa di personale, chimico, idiosincratico e certamente importante in quanto trasforma in lettori gli studenti di qualsiasi livello di competenza e di qualsiasi provenienza, perché – anche per il lettore meno esperto e più riluttante – è quel buon libro che cambia tutto quanto[5]. Quello che noi insegnanti dobbiamo fare è, dunque, ricercare libri che sollecitino questi interessi, utilizzando qualsiasi strumento per fare in modo che quel libro finisca nelle mani di un ragazzo o di una ragazza.L’attività illustrata è solo uno dei modi che ho sperimentato attraverso cui è possibile raggiungere questo scopo; d’altronde il mestiere dell’insegnante è un mestiere che si rinnova continuamente e il libro si presta molto a tale aspetto.Solo in questo modo, se il piacere di leggere si sposa con la responsabilità della lettura, potremo – come insegnanti – vantarci di esserci presi cura dei nostri studenti e studentesse, come lettori e lettrici e di aver praticato la vera educazione[6].

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