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Appunti di pedagogia creativa

ARTICOLO SCRITTO DA: MONICA COLLI FORMATRICE SCUOLA OLTREAPPUNTI DI PEDAGOGIA CREATIVATutelare l’infanzia in tempi difficiliCome la scuola può contribuire a tutelare i bambini in un’epoca in cui il cambiamento è repentino e si passa da una grande emergenza all’altra?Sappiamo che bastano piccole accortezze pedagogiche per mutare l’atmosfera di una classe.La chiave dell’educare è, però, darsi tempo e lasciare tempo ai bambini, tutto il tempo necessario per entrare nelle attività, per ripeterle più e più volte, per ricercare soluzioni, per porre domande, per ascoltare fiabe e racconti e magari metterli in scena.Lo si vede e lo si vive durante i laboratori di Viaggio nella Grammatica Fantastica all’interno del progetto Diderot della Fondazione CRT.L’aria improvvisamente si alleggerisce, l’energia si espande e le facce dei bambini e bambine si tingono di colori accesi. La vita irrompe con allegria nello spazio scolastico, aprendo paesaggi su mondi interiori.Un’attività semplice, di solito utilizzata dagli/dalle insegnanti, è quella di presentare una fiaba o un racconto, interrompendola poco prima del finale, affinché i bambini abbiano modo di esprimere la loro fantasia.  In un post recente lo scrittore Fabio Geda ha utilizzato la metafora dei libri come palestra “per educare i giovani alla complessità ricorrendo al simbolico per costruire fondamenta solide, così da reggere il peso degli eventi”.In genere, la nostra équipe del progetto Viaggio nella Grammatica Fantastica si avvale di fiabe o racconti capaci di parlare a una classe o a un gruppo specifico di bambini/e di una determinata età, grazie ad un repertorio ricco e variegato messo insieme in anni di lavoro e continuamente aggiornato.Mentre l’educatrice racconta la fiaba, la mette anche in scena, ricorrendo alla tecnica del theater in action, (teatro in azione) coinvolgendo a poco a poco tutta la classe.La fiaba presentata riguarda gli antenati dei Tre piccoli porcellini.La fiaba racconta come anche nella Preistoria i tre protagonisti si trovano davanti un lupo e il lupo si crede intelligentissimo, infatti crede di aver inventato: il fuoco, un oggetto acuminato (il primo utensile della preistoria) e la ruota!  Quindi è pronto a divorare i tre fratelli che lo osservano spaventati.A questo punto della narrazione l’interprete chiede ai bambini di inventare il finale della storia.In molti dei finali inventati dai bambini ricompare la mamma dei tre porcellini, che inizialmente li aveva cacciati malamente da casa. Nei quattro finali che riportiamo di seguito, scritti da alunni di classe terza, il ruolo materno gioca un ruolo centrale. Il finale di NoahE a quel punto la loro mamma arrivò e disse al lupo: – Prima di toccare anche solo uno di loro dovrai passare su di me.Il lupo rispose: – Va bene.E iniziarono a lottare. La mamma lottò e vinse la sfida e il lupo scappò via e non tornò mai più. Allora festeggiarono e mangiarono e poi si addormentarono tutti.Il finale di EleonoraE a quel punto arriva la loro mamma pelosa e grida fortissimo: – Lasciali stare, sono appena diventati grandi. Si stanno cercando adesso una casa, quindi veditela con me.A quel punto dice: – Scappate, lui è pericoloso, non dovevo mandarvi da soli a cercarvi una casa sicura, forza tornate a casa.Il finale di KevinA quel punto arriva la mamma ad aiutarli e grida forte e picchia il lupo con la ciabatta e intanto i 3 porcellini scappano a casa della mamma e chiudono la porta e la mamma continua a picchiare il lupo e il lupo scappa.Il finale di AnnaLa mamma arrivò e disse al lupo: – Prima devi passare sul mio cadavere d’accordo?E il lupo disse: – Okay, ma quando mi ricrescerà la zanna verrò alla tua porta e busserò così forte che le pareti cadranno e tu e i tuoi stupidi porcellini uscirete e io vi mangerò, capito bene?La mamma pallida come un cencio dentro di sé pensava: «Ma quando gli ricrescerà la zanna? Forse, visto che siamo a maggio magari a luglio e… ci mangerà. Bambini torniamo a casa e aspettiamo l’arrivo del lupo, intanto mangiamo la lepre che ho cacciato quando eravate a farvi le case. A proposito di case: non vi farò più uscire, se non per andare a cacciare insieme…».L’atteggiamento di protezione della mamma nei confronti dei suoi piccoli è fortissimo, ma c’è di più, emerge anche l’immagine di un adulto che riconosce, come nel testo di Eleonora, i suoi errori “Non dovevo mandarvi da soli a cercarvi una casa sicura…”.La sua compagna, Anna, riesce addirittura ad accompagnare il lettore dentro i pensieri della mamma e a fargli vivere le sue emozioni (pallida come un cencio dentro di sé pensava: «quando gli ricrescerà la zanna?», mostrando che il pericolo non sempre può essere allontanato una volta per tutte, ma può ripresentarsi.Nel frattempo occorre proseguire con la propria vita e continuare a proteggere e a tutelare l’Infanzia, magari confidando, come immaginato nel disegno di Lorenzo, che anche il LUPO abbia una… mamma!

James Webb ha visto la galassia più antica

Quella che per gli astronomi e per il telescopio spaziale Hubble era poco più di un puntino di luce si è rivelata una delle galassie più antiche, se non la più antica mai scoperta e frutto della fusione di galassie ancora più vecchie. A raccontarci tutto ciò è il telescopio spaziale James Webb. La collaborazione internazionale di un progetto chiamato Glass del James Webb Space Telescope ha effettuato osservazioni dettagliate della galassia soprannominata Gz9p3, che si vede come era appena 510 milioni di anni dopo il Big Bang.

Miliardi di stelle. Una galassia dunque, dell’Universo ancora infante, visto che ora ha 13,8 miliardi di anni. Il gruppo di lavoro ha scoperto che, proprio come molte altre galassie primordiali osservate dal JWST, Gz9p3 è molto più massiccia e matura di quanto ci si aspetterebbe per una galassia dell’Universo da poco nato. In quella galassia infatti, sono già presenti miliardi di stelle, mentre invece ci si attenderebbe la presenza di solo qualche centinaia di milioni di astri.

Gz9p3, la galassia in fusione più brillante conosciuta nei primi 500 milioni di anni dell’Universo (osservata tramite JWST) A sinistra: la fotografia mostra un nucleo a “doppio nucleo” all’interno della regione centrale, indice della fusione di due galassie. A destra: i contorni del profilo di luce rivelano una struttura allungata e grumosa prodotta dalla fusione delle galassie. Dietro di essa la presenza di materiale fuoriuscito dallo scontro, che sembrerebbe ancora in atto.

Frutto di uno scontro primordiale. Gz9p3 accresce il mistero dell’Universo primordiale in quanto non solo è più massiccia del previsto, ma è circa 10 volte più massiccia di altre galassie osservate dal JWST in epoche simili della storia dell’Universo. Spiega Kit Boyett, membro del gruppo di ricerca e dell’Università di Melbourne, per la pubblicazione Pursuit dell’Istituto: «Solo un paio di anni fa, Gz9p3 appariva come un singolo punto di luce attraverso il telescopio spaziale Hubble, ma ora utilizzando il JWST abbiamo potuto osservare questo oggetto con un certo dettaglio com’era 510 milioni di anni dopo il Big Bang, circa 13 miliardi di anni fa. Gz9p3 è semplicemente straordinaria. Oltre alle dimensioni e alla maturità, anche la sua forma rivela indizi sulla sua creazione».
Gli astronomi hanno potuto determinare che Gz9p3 ha una forma complessa con due macchie luminose che rivelano due nuclei densi. Ciò indica che Gz9p3 è stato probabilmente creato quando due galassie primordiali si sono scontrate nell’Universo neonato. Questa collisione poteva essere ancora in corso nel periodo in cui gli astronomi hanno studiato Gz9p3 con il JWST.

Più stelle del previsto. «L’immagine JWST della galassia – spiega Boyett – mostra una morfologia tipicamente associata a due galassie interagenti. E la fusione non è terminata, perché vediamo ancora due componenti. Quando due oggetti massicci si uniscono in questo modo, di fatto nel processo eliminano parte della materia che apparteneva a ciascuna di esse.

E tutto ciò lo si può osservare nelle immagini del Webb».

Oltre a determinare l’età, la massa e la forma di questa antica galassia, Boyett e colleghi sono riusciti a sondare più in profondità Gz9p3, per esaminare la popolazione stellare di queste galassie in collisione. Poiché le stelle giovani sono più luminose delle loro controparti più vecchie, di solito dominano le immagini delle galassie. «Per esempio – dice Boyett – una popolazione giovane e brillante, nata dalla fusione delle galassie, che ha meno di qualche milione di anni, supera per luminosità una popolazione più anziana che ha già più di 100 milioni di anni».

I metalli delle stelle. Utilizzando la spettroscopia (il meccanismo in grado di determinare la composizione delle stelle) gli astronomi sono riusciti a separare le due categorie in questa galassia primordiale. Le stelle più vecchie sono più ricche di “metalli”, in quanto hanno già fuso tutto l’idrogeno in esse contenuto, il quale si è trasformato in elio che a sua volta, fondendo, ha dato origine ai metalli che si osservano. Ciò significa che le stelle più vecchie sono più ricche di metalli rispetto alle stelle più giovani, che sono ancora dominate dall’idrogeno e da una certa quantità di elio. Da questo studio gli astronomi hanno scoperto che la popolazione di vecchie stelle in Gz9p3 era molto più grande di quanto si sospettasse in precedenza.

Mentre gli astronomi erano consapevoli di questo ciclo di vita e morte stellare e del crescente arricchimento di metalli delle successive generazioni di stelle, le osservazioni di Gz9p3 indicano che le galassie potrebbero essere diventate “chimicamente mature” più velocemente di quanto si sospettasse in precedenza. In altre parole, le due galassie si sono arricchite di stelle molto velocemente e ciò, molto probabilmente, è legato proprio alla loro fusione. Quando le galassie si scontrano, infatti, possono accelerare la formazione delle stelle non solo in numero, ma anche nella velocità con la quale nascono, si accrescono e muoiono.

Anche la nostra Galassia. La maggior parte delle grandi galassie dell’Universo sono cresciute in questo modo; la nostra galassia, la Via Lattea, mostra essa stessa una storia di fusioni. Oggi la Via Lattea forma stelle a un ritmo stentato, ma questo cambierà quando entrerà in collisione con la nostra vicina galassia, Andromeda, tra circa 4,5 miliardi di anni.

 Ciò causerà un afflusso di gas che darà il via a un nuovo attacco di nasciate stellari.

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Gli estremi dell’Universo

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