Tirocini curriculari e rimborso spese, Bianchi: ‘Non sono un lavoro ma parte del percorso educativo’

Durante l’audizione del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi è tornato a parlare di tirocini curriculari intesi come parte strutturale del percorso formativo. Un’integrazione dal punto di vista educativo che non può in alcun modo configurarsi come un rapporto di lavoro vero e proprio.

Tirocini curriculari: le parole del ministro Bianchi

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è recentemente tornato ad affrontare il tema dei tirocini curriculari. “Bisogna sempre più sviluppare percorsi in cui il tirocinio è parte strutturata del percorso educativo” ha spiegato. “In un’integrazione sempre più stretta, si vanno a sviluppare modalità educative in cui l’orientamento è parte strutturale del curriculum”. Ha inoltre aggiunto, sottolineando come il tirocinio curriculare non possa in alcun modo essere ritenuto un rapporto lavorativo.

“Il tirocinio curriculare non configura un rapporto di lavoro né surrogati al lavoro”. Ha precisato prima di passare al delicato tema della sicurezza. “Qualsiasi attività deve essere svolta in assoluta sicurezza. Quando si parla di incidenti sul lavoro il grado di tolleranza deve essere zero, tanto più quando sono coinvolti i ragazzi”.

Retribuzione e rimborso spese

Non potendo essere considerato un lavoro a tutti gli effetti, per il tirocinio curriculare non è prevista alcuna forma di retribuzione. “Se colui che si occupa dell’attività formativa (impresa o ente) deve anche versare 300 euro al mese, questo blocca le attività dei tirocini e ci rendono impossibile raggiungere il target”. Ha spiegato Bianchi, riportando nello specifico l’esempio del settore scolastico. “Non è pensabile che scuole e università siano in condizione di versare 300 euro al mese per 300 mila tirocinanti”.

Tuttavia, al termine dell’audizione, il ministro dell’Istruzione non ha escluso del tutto l’ipotesi di un rimborso spese. “Ogni spesa aggiuntiva deve essere coperta. Quindi sul rimborso spese una riflessione deve essere fatta”. Solo così sarà possibile inserire i giovani nel mondo del lavoro e portarli verso una progressiva stabilità.

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