Fine scuola media, l’addio di un’alunna ai suoi insegnanti e compagni
Addio scuola, mirifica promessa d’un sogno ameno e leggiadro, speranza d’un miglior futuro che realizzar probabilmente si potrà, sorgente di ferrea cultura che, con dirompente volizione, non discopre che l’intrepido viluppo dell’essenza di ciò ch’è: magnifico rifugio dell’anima errabonda ed irrequieta…
Addio carissime scale, che direttamente alla più pregevol classe conducete, da me sovente percorse con animo fulmineo e celermente repentino, speditamente lesto, eccezionalmente rapido e gravato, parimenti, dall’ingente peso dell’estremamente carco zaino!
Addio mia amata aula, emblematico luogo ch’al tremul arrembar della vita ci educa, continuamente e mirabilmente pervasa d’amicizia e cooperazione, sollazzo e riso, soave fragor e regnante silenzio.
Addio audaci finestre, che la vezzosa infinità del mondo c’indicate, permettendoci di comprender davver che l’unico limite ai nostri sogni è proprio quell’immensa avvenente vastità…
Ancor addio carissimi banchi e sedie, voi ch’adiuvate a restar seduti pur permettendo d’alzarsi, sognando e vivendo appieno meravigliose avventur ch’il …..
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