Progetto legalità: Paolo e Giovanni

https://0.gravatar.com/avatar/c2cee55f07489cb68c7026e8c07dacff?s=96&d=identicon&r=G

Dopo aver conosciuto le figure di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone le classi terze del nostro istituto hanno composto un rap sulla storia dei due magistrati:

“Gli uomini passano ma gli ideali restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”

Paolo e Giovanni furono bambini insieme

Vite intrecciate da sempre le loro

Nati a Palermo

Cresciuti alla Kalsa

Compagni di gioco in piazza della Magione

Poi il liceo classico dopo le medie

Laurea in giurisprudenza entrambi con lode

E il lavoro a Palermo che fu subito mafia

E guerra tra cosche

E morti dello stato

Un pool antimafia li vide ancora insieme

La stagione dei pentiti

Il consenso che cresceva

E Tommaso Buscetta che parla ma prospetta

Un conto con Cosa Nostra che mai si chiuderà

E fu sangue di nuovo

Altri morti di stato

Paura di attentati

Un soggiorno all’Asinara

Ed il maxi processo

Col suo attacco alla mafia

Un conto con Cosa Nostra che mai si chiuderà

La vendetta era vicina

Ed esplose violenta

Quintali di tritolo

A Capaci e a Palermo

E’ tutto finito

Commentò Caponnetto

Per poi aggiungere dopo

Di non arrendersi mai

Che le battaglie in cui si crede

Non sono mai perse

Che l’umano cedimento

Coraggio diverrà

Dei giovani ad ispirarlo

Ragazzi come noi

Uccisi un’altra volta

Dalla sua disperazione

Pieni di rabbia dolore

Ma anche determinazione

E l’umano cedimento

Coraggio diverrà

Trent’anni son passati

Da quel ‘92

Noi neanche c’eravamo

Ma l’eco è forte ancora

La gente nelle piazze

Per la legalità

Un appello allo Stato

Contro il crimine organizzato

Che il potere mafioso

Nelle coscienze sia isolato

E presidio del territorio

Il cittadino diventerà.

Paolo e Giovanni furono bambini insieme

Vite intrecciate da sempre le loro

Nati a Palermo

Cresciuti alla Kalsa

Una vita di lotta

Di lotta e d’amore

Perché amare è lottare

Per rendere migliore

La nostra città e la patria a cui appartiene

Con tutta la forza di testa e di cuore

Che noi siamo insieme

Capaci di dare

Un movimento morale e culturale

Che vuol rifiutare la convivenza col male

Il compromesso morale

Il puzzo infernale

L’indifferenza

E la complicità

Per respirare invece la bellezza

Del fresco profumo di libertà.

Continua la lettura su: https://mammachescuola.wordpress.com/2022/08/21/progetto-legalita-paolo-e-giovanni/ Autore del post: Mamma che Scuola Fonte: https://mammachescuola.wordpress.com/

Articoli Correlati

L’inestimabile potere della lode

L’inestimabile potere della lode

di Bruno Lorenzo Castrovinci

La lode, traguardo desiderato da moltissimi studenti che si impegnano in Italia a sostenere gli esami del primo e secondo ciclo o universitari, rappresenta un riconoscimento cruciale dell’eccellenza accademica e scolastica. Attualmente, la legislazione italiana riserva la lode esclusivamente alla valutazione finale degli esami sia scolastici che universitari, trascurando il suo potenziale durante il periodo scolastico ordinario. Tuttavia, in un’epoca in cui motivare e consolidare l’autostima degli studenti è più importante che mai, l’uso della lode come strumento quotidiano potrebbe essere di grande efficacia. Un utilizzo consapevole e bilanciato della stessa potrebbe risolvere la triste consuetudine di modulare i voti in base alle prestazioni di punta all’interno delle classi, superando la semplice scala di misurazione e offrendo un valore aggiunto che motiva e sprona gli studenti a dare sempre di più.

Neuroscienze: Attribuzione della lode effetti nel cervello umano

Le neuroscienze, attraverso l’analisi delle risposte del cervello ai vari stimoli, offrono preziose intuizioni sull’efficacia della lode come strumento educativo. Quando una persona riceve una lode, il sistema di ricompensa del cervello viene attivato, in particolare attraverso il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, che generano sensazioni di piacere e soddisfazione. Questo processo rinforza i circuiti neurali associati ai comportamenti e alle attività che hanno portato alla lode, aumentando la motivazione intrinseca e la probabilità di ripetere tali comportamenti positivi di nuovo.

Studi neuroscientifici hanno dimostrato che la lode attiva anche la corteccia prefrontale, un’area del cervello associata alla pianificazione, alla presa di decisioni e alla risoluzione dei problemi. Questo non solo facilita un miglioramento delle capacità cognitive, ma anche un’accresciuta capacità di affrontare e superare le sfide. Lodare gli studenti per il loro impegno e il processo di apprendimento, piuttosto che per le loro capacità innate, può promuovere una mentalità di crescita. Secondo Carol Dweck, questo approccio incoraggia gli studenti a vedere le sfide come opportunità di sviluppo, piuttosto che temere il fallimento.

La lode, quindi, non è solo un semplice atto di riconoscimento, ma un potente catalizzatore che influenza il cervello a vari livelli. Attivando il sistema di ricompensa, essa motiva gli studenti a continuare a impegnarsi e a perseguire l’eccellenza. Stimolando la corteccia prefrontale, la lode supporta lo sviluppo di abilità cognitive avanzate e una maggiore resilienza. Queste scoperte neuroscientifiche sottolineano l’importanza di un uso consapevole della lode nel contesto educativo, per potenziare non solo il rendimento scolastico, ma anche il benessere psicologico e la crescita personale degli studenti.

In sintesi, le neuroscienze rivelano che la lode può avere effetti profondi e duraturi sul cervello degli studenti, rafforzando i comportamenti positivi e migliorando le capacità cognitive. Un approccio educativo che integra queste conoscenze può contribuire a creare un ambiente di apprendimento più efficace e inclusivo, dove ogni studente è motivato a raggiungere il proprio pieno potenziale.

La Lode nella Valutazione degli Studenti: Prospettive Pedagogiche e Psicologiche

L’uso della lode nella valutazione degli studenti è un argomento complesso che coinvolge molteplici dimensioni pedagogiche e sociali. Diversi pedagogisti e psicologi dell’educazione hanno esplorato questo tema, offrendo prospettive e approcci che variano significativamente ma che convergono sull’importanza di un uso consapevole e bilanciato della lode.

Burrhus Frederic Skinner, uno dei pionieri del comportamentismo, ha introdotto il concetto di rinforzo positivo, di cui la lode è un esempio classico. Skinner ha dimostrato che comportamenti desiderabili possono essere rafforzati e ripetuti se seguiti da una ricompensa positiva. Nella pratica educativa, questo si traduce nell’uso della lode per incentivare gli studenti a ripetere comportamenti e atteggiamenti positivi verso l’apprendimento. Tuttavia, un’eccessiva dipendenza dalla lode può ridurre la motivazione intrinseca degli studenti, facendoli diventare più dipendenti dai riconoscimenti esterni piuttosto che trovare soddisfazione nel processo stesso dell’apprendimento.

Alfie Kohn, critico del sistema tradizionale di premi e punizioni, argomenta che la lode può essere controproducente. Kohn sostiene che l’uso della lode come strumento di controllo può ridurre la motivazione intrinseca degli studenti, portandoli a cercare approvazione esterna piuttosto che coltivare una genuina passione per l’apprendimento. Egli propone che gli educatori si concentrino maggiormente sull’incoraggiare la curiosità naturale degli studenti e il loro desiderio di apprendere, piuttosto che lodarli semplicemente per i risultati ottenuti.

Carol Dweck, con la sua teoria della “mentalità fissa” e della “mentalità di crescita”, ha offerto un’importante prospettiva sull’uso della lode. Secondo Dweck, lodare gli studenti per il loro impegno e processo, piuttosto che per le loro capacità innate, può promuovere una mentalità di crescita. Questo approccio incoraggia gli studenti a vedere le sfide come opportunità di sviluppo e a perseverare di fronte alle difficoltà, piuttosto che temere il fallimento.

Anche Maria Montessori ha influenzato profondamente il dibattito sulla lode attraverso il suo approccio educativo centrato sull’autonomia e sulla motivazione intrinseca. Montessori credeva che i bambini dovessero trovare soddisfazione nel proprio lavoro e nei propri successi personali, piuttosto che cercare costantemente l’approvazione degli adulti. La sua metodologia educativa sottolinea l’importanza di un ambiente di apprendimento che favorisca l’autonomia e il piacere intrinseco dell’apprendimento.

Jean Piaget, con la sua teoria dello sviluppo cognitivo, ha messo in luce l’importanza della motivazione intrinseca nell’apprendimento. Sebbene Piaget non si sia concentrato direttamente sulla lode, ha sottolineato che i bambini imparano meglio attraverso l’esplorazione autonoma e la scoperta personale. In questo contesto, la lode dovrebbe essere utilizzata per riconoscere i progressi e incoraggiare ulteriori esplorazioni, piuttosto che come ricompensa fine a sé stessa.

Lev Vygotsky, noto per la sua teoria socio-culturale dell’apprendimento, ha enfatizzato il ruolo delle interazioni sociali e del contesto culturale nello sviluppo cognitivo. Vygotsky ha riconosciuto l’importanza del feedback degli adulti, suggerendo che la lode può essere utile se fornita all’interno di un contesto di supporto e collaborazione. La lode, secondo Vygotsky, dovrebbe sostenere la zona di sviluppo prossimale degli studenti, aiutandoli a raggiungere obiettivi che non sarebbero in grado di conseguire da soli.

John Dewey, infine, ha promosso un approccio educativo centrato sullo studente e sull’esperienza pratica. Dewey ha sottolineato che il riconoscimento del progresso e del successo è una parte essenziale del processo educativo. Tuttavia, ha anche avvertito contro un uso eccessivo delle ricompense esterne che potrebbe distogliere l’attenzione degli studenti dall’apprendimento autentico.

In sintesi, la lode può essere un potente strumento pedagogico se utilizzata in modo consapevole e bilanciato. Essa ha il potere di motivare, rafforzare l’autostima e promuovere comportamenti positivi, ma deve essere utilizzata con cautela per evitare di ridurre la motivazione intrinseca e creare dipendenza dal riconoscimento esterno. Gli educatori devono essere consapevoli delle diverse prospettive teoriche e applicare la lode in modo che supporti realmente lo sviluppo e il benessere degli studenti, promuovendo un ambiente educativo stimolante e inclusivo.

La Lode nella Legislazione Scolastica Italiana

L’attribuzione della lode nella legislazione scolastica italiana è regolamentata in modo dettagliato e ha subito diverse modifiche nel corso degli anni. Un documento fondamentale che disciplina questo aspetto è il Decreto Legislativo n. 62 del 13 aprile 2017, che ha introdotto significative novità nel sistema di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti.

La Lode nella Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado

Il Decreto Legislativo 62/2017 ha ridefinito il quadro normativo per la valutazione degli studenti, includendo la possibilità di attribuire la lode nei vari ordini di scuola.

Scuola Primaria: La valutazione degli apprendimenti degli alunni della scuola primaria è espressa attraverso un giudizio descrittivo, integrato da una certificazione delle competenze al termine del quinto anno. Il decreto non prevede formalmente la lode per la scuola primaria, ma l’attenzione è posta sul riconoscimento e la valorizzazione delle eccellenze attraverso giudizi descrittivi positivi.

Scuola Secondaria di Primo Grado: Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, il decreto prevede che, al termine del ciclo, la commissione d’esame possa attribuire la lode agli studenti che ottengono il voto massimo (10) all’esame di Stato. La lode è concessa a quegli studenti che dimostrano non solo eccellenti risultati accademici ma anche un comportamento esemplare e una partecipazione attiva e costruttiva al percorso di apprendimento.

La Lode nella Scuola Secondaria di Secondo Grado

Il Decreto Legislativo 62/2017 ha introdotto modifiche significative anche per la valutazione nella scuola secondaria di secondo grado, in particolare per l’esame di maturità.

Esame di Stato (Maturità): L’articolo 19 del D.Lgs 62/2017 prevede che, durante l’esame di Stato, gli studenti possano ottenere la lode se soddisfano determinate condizioni. La commissione può attribuire la lode agli studenti che, avendo ottenuto il punteggio massimo di 100/100, abbiano dimostrato un percorso di eccellenza negli ultimi tre anni del corso di studi. La lode è concessa se il consiglio di classe ha già attribuito il massimo dei crediti scolastici (40/40) e se il candidato ottiene il punteggio massimo in tutte le prove d’esame. L’assegnazione della lode richiede l’unanimità della commissione.

Valore Pedagogico e Sociale della Lode

Il riconoscimento della lode nella legislazione scolastica italiana ha un profondo valore pedagogico e sociale. La lode rappresenta un importante strumento per incentivare gli studenti a dare il meglio di sé e per riconoscere i loro sforzi e i loro successi. Essa ha il potere di rafforzare l’autostima e la fiducia in sé stessi, motivando gli studenti a perseguire l’eccellenza accademica e a sviluppare una mentalità di crescita.

Dal punto di vista sociale, l’attribuzione della lode promuove una cultura del merito e del riconoscimento del talento. Essa può fungere da modello per gli altri studenti, incoraggiando una competizione sana e costruttiva. Tuttavia, è fondamentale che la lode sia attribuita in modo equo e trasparente, per evitare sentimenti di ingiustizia e disparità.

Sfide e Critiche

Nonostante i suoi benefici, l’uso della lode presenta alcune sfide. Un’attenzione eccessiva alla lode può portare a una competizione sproporzionata e a uno stress significativo tra gli studenti. Inoltre, vi è il rischio che la lode possa accentuare le disuguaglianze, favorendo coloro che già dispongono di risorse e supporti adeguati.

Per mitigare questi rischi, è essenziale che la lode sia utilizzata come parte di una strategia educativa più ampia che valorizzi l’impegno individuale e il progresso personale, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sui risultati finali. Gli educatori devono essere consapevoli delle diverse esigenze e potenzialità degli studenti e promuovere un ambiente di apprendimento inclusivo e stimolante.

Riformare la Lode: Verso un Sistema Scolastico Italiano più Equo e Inclusivo

L’attribuzione della lode nella legislazione scolastica italiana, regolamentata in particolare dal Decreto Legislativo 62/2017, rappresenta un importante riconoscimento dell’eccellenza accademica e dell’impegno degli studenti. Essa svolge un ruolo cruciale nel promuovere una cultura del merito e dell’eccellenza, ma deve essere utilizzata con attenzione per evitare effetti negativi come la competizione eccessiva e le disparità. Un utilizzo consapevole e bilanciato della lode può contribuire a creare un ambiente educativo stimolante, equo e inclusivo, dove ogni studente ha la possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale.

Limiti dell’Attuale Sistema di Attribuzione della Lode

L’attuale legislazione italiana prevede l’attribuzione della lode esclusivamente nella valutazione finale degli esami del primo e secondo ciclo e per gli esami universitari. Questa limitazione rappresenta un potenziale ostacolo nel valorizzare l’impegno e le eccellenze durante tutto il percorso scolastico ordinario. Limitare la lode agli esami finali riduce le opportunità di riconoscere e incentivare costantemente gli studenti durante l’intero percorso formativo, diminuendo l’efficacia di questo strumento motivazionale.

Proposta di Estensione della Lode a Tutte le Verifiche

Per superare questo limite, sarebbe auspicabile una revisione della legislazione che consenta l’utilizzo della lode anche nelle verifiche periodiche e nelle attività quotidiane. Estendere la possibilità di attribuire la lode a tutte le fasi del percorso scolastico ordinario permetterebbe di:

Motivare Continuamente gli Studenti: Un riconoscimento costante dell’eccellenza può incentivare gli studenti a mantenere un alto livello di impegno e dedizione durante tutto l’anno scolastico.

Riconoscere il Progresso: La lode potrebbe essere utilizzata per premiare non solo i risultati finali, ma anche i progressi significativi e l’impegno costante, valorizzando così anche gli sforzi di coloro che, pur partendo da situazioni di svantaggio, dimostrano miglioramenti notevoli.

Promuovere un Ambiente Positivo: Un utilizzo regolare della lode può contribuire a creare un clima scolastico più positivo e motivante, favorendo la collaborazione e l’emulazione costruttiva tra gli studenti.

Revisione del Legame tra Lode e Credito Scolastico negli Esami di Stato

Un altro aspetto critico dell’attuale sistema è il legame stretto tra l’attribuzione della lode e il credito scolastico accumulato negli ultimi tre anni del corso di studi. Questo sistema può penalizzare gli studenti che, per vari motivi, non riescono a ottenere il massimo punteggio nei crediti scolastici, pur dimostrando eccellenza nelle prove finali. Questo è particolarmente vero per coloro che hanno subito interruzioni significative nel loro percorso di studi, come nel caso della pandemia COVID-19.

Proposta di Valutazione Autonoma dell’Esame di Stato

Per rendere il sistema più equo e inclusivo, si potrebbe considerare l’opzione di valutare l’esame di Stato come un momento a sé stante, slegato dal credito scolastico accumulato. Questo approccio consentirebbe di:

Premiare il Merito: Valutare l’esame di Stato indipendentemente dai crediti scolastici permetterebbe di riconoscere pienamente il merito degli studenti che eccellono nelle prove finali.

Equità e Inclusione: Questa modifica potrebbe ridurre le disparità create dalle diverse esperienze scolastiche e personali degli studenti, garantendo che tutti abbiano le stesse opportunità di ottenere la lode basandosi esclusivamente sulle loro prestazioni nell’esame di Stato.

Conclusione

In un mondo ideale, ogni studente avrebbe la possibilità di vedere riconosciuto il proprio impegno e la propria crescita attraverso la lode. Questa, oltre a essere un potente strumento motivazionale, rappresenta un faro che guida gli studenti verso la realizzazione del loro pieno potenziale. È essenziale che la legislazione scolastica italiana evolva per includere la lode in tutte le fasi del percorso educativo, riconoscendo e valorizzando non solo i risultati finali ma anche il percorso e i progressi individuali.

Riformare il sistema di attribuzione della lode per renderlo più inclusivo e rappresentativo delle diverse esperienze e potenzialità degli studenti non è solo un atto di giustizia, ma un investimento nel futuro della nostra società. Ogni studente ha il diritto di essere riconosciuto per il proprio impegno, indipendentemente dalle circostanze avverse che possono aver influenzato il suo percorso. La lode, se utilizzata in modo equo e trasparente, può trasformare le aule scolastiche in ambienti più stimolanti e inclusivi, dove il merito è celebrato e ogni studente è spinto a dare il meglio di sé.

In un sistema educativo rinnovato, la lode potrebbe essere non solo un premio, ma un simbolo di speranza e di possibilità, ispirando gli studenti a credere nelle proprie capacità e a perseguire i propri sogni con determinazione e passione. Un cambiamento legislativo in questa direzione non solo migliorerebbe l’efficacia e l’equità della valutazione scolastica, ma contribuirebbe a creare una cultura dell’eccellenza e dell’inclusione che riflette i valori più alti della nostra società.

Cinema, scuola, legalità: “La mafia uccide solo d’estate”, con attività didattiche. Lo trovi qui

La nostra rassegna di film utili al contesto scolastico continua (e trovate la raccolta A QUESTO LINK).In questo caso consiglio un film che ha qualche anno, ma che resta attuale, ben fatto e utilizzabile a scuola e in classe: “La mafia uccide solo d’estate”, di Pierfrancesco Diliberto (detto anche PIF).Il film è un approccio leggero, ma non banale, al fenomeno mafioso in Sicilia, che ripercorre stragi ed omicidi visti con gli occhi di Arturo, protagonista ingenuo e, nei confronti di Flora, di cui si innamora dalle elementari, impacciato. Il rapporto tra Arturo e Flora è l’altro filo conduttore della storia, parallelo alle stragi di mafia, che sul finale della storia si ricongiungeranno.LA TRAMA IN BREVE1992. Arturo – 20 anni – lavora come pianista in un’emittente locale. La vita di Arturo è da sempre segnata dagli omicidi di mafia ed in passato aveva una passione per Flora che era stata sua compagna di classe. Figlia di un noto avvocato legato alla politica più collusa Flora torna dalla Svizzera dopo dieci anni.Proposte di attività didattiche:Proposta 1Proposta 2Educare alla legalità e al contrasto alle mafieFilm: scheda verificheQui in basso puoi vedere il trailer. In fondo, invece, trovate la trama dettagliata per valutare l’adeguatezza o meno del film per la vostra classe:******************Cliccando qui sarai ricondotto/a alla nostra MEGA RACCOLTA di film gratuiti per la scuola******************La trama dettagliata (tratta da wikipedia):«- Ma la mafia può uccidere anche noi?- Arturo, tranquillo, ora siamo d’inverno… la mafia uccide solo d’estate.»(Il padre al piccolo Arturo, prima di andare a dormire)Palermo, 10 dicembre 1969. Lorenzo e Maria Pia Giammarresi entrano nel loro appartamento, al civico 108 di viale Lazio, durante la loro prima notte da sposati e, trasportati dalla passione, decidono di consumare un rapporto sessuale per concepire il loro primo figlio. Nel frattempo i membri di Cosa nostra Emanuele D’Agostino, Bernardo Provenzano, Damiano Caruso, Calogero Bagarella e Gaetano Grado si recano in auto, travestiti da poliziotti (tutti tranne Grado), in viale Lazio, proprio sotto l’appartamento dei Giammarresi, ed uccidono il boss Michele Cavataio, da loro ritenuto colpevole di aver scatenato la prima guerra di mafia. Ad aver organizzato la strage è Salvatore Riina, detto Totò, futuro capo della mafia siciliana. Gli spermatozoi di Lorenzo, spaventati dagli spari, si ritirano, e solo uno raggiunge l’ovulo di Maria Pia e lo feconda: da ciò nascerà Arturo Giammarresi.Ottobre 1970. Arturo viene battezzato da Fra Giacinto, sacerdote legato a vari mafiosi, che celebra il battesimo in fretta e furia in quanto deve presenziare anche alla proclamazione come sindaco di Palermo del mafioso Vito Ciancimino, eletto con il sostegno della Democrazia Cristiana. È proprio a causa di quelle amicizie poco raccomandabili che Fra Giacinto, dieci anni dopo, verrà ritrovato assassinato nel suo appartamento presso Santa Maria di Gesù, insieme ad una pistola carica, mazzette di milioni di lire e dei frustini.Un giorno, Fra Giacinto si trova a benedire la casa dei Giammarresi. Appena il prete esce di casa, il piccolo Arturo, che stava impiegando molto tempo ad iniziare a parlare, lo indica e pronuncia la sua prima parola: “mafia”.Dicembre 1974. Arturo è in ospedale con il padre in occasione della nascita del fratello minore Emanuele e prova uno strano senso di spavento vedendo un uomo all’apparenza assolutamente normale e di cui ignora totalmente l’identità: egli si scopre essere proprio Riina, che si trovava all’ospedale per la nascita della figlia Maria Concetta.Negli anni successivi diversi personaggi più o meno noti vengono assassinati, come il vicebrigadiere della Polizia Filadelfio Aparo ed il giornalista Mario Francese. Arturo sente dire a tutte le persone che incontra che gli omicidi di questi uomini non sarebbero legati alla mafia ma al fatto che essi avrebbero tentato relazioni con donne che avrebbero fatto meglio a lasciar perdere. Il protagonista quindi si promette che non avrà mai una relazione con una donna.Arturo va alle scuole elementari, dove nella sua classe arriva una nuova bambina, Flora Guarneri, figlia di un facoltoso banchiere datore di lavoro del padre di Arturo. Arturo si innamora di Flora a prima vista ma non riesce a dichiararsi in quanto, oltre ad essere timido, ha paura degli omicidi. Dopo aver chiesto consiglio a Fra Giacinto, che gli dice di stare tranquillo in quanto non si muore per colpa delle donne, va a spiare Flora di nascosto in casa sua, dove viene visto e rimproverato da Rocco Chinnici, un magistrato che abita nello stesso palazzo della ragazza, in via Giuseppe Pipitone Federico. Saputo che Arturo è innamorato di Flora, Chinnici promette di mantenere il segreto.Arturo chiede al padre come abbia chiesto alla madre di sposarlo e Lorenzo, non avendo voglia di parlarne, lo invita a guardare Bontà loro in televisione, dove Maurizio Costanzo sta intervistando il Presidente del Consiglio in carica, il democristiano Giulio Andreotti, il quale racconta di aver chiesto di sposarlo a sua moglie in un cimitero. Arturo rimane profondamente affascinato da ciò, così comincia a documentarsi sul Presidente, di cui ritaglia le foto dai giornali ed appende un poster nella sua stanza, ritenendolo uno dei politici migliori al mondo ed un uomo che vuole solo il bene per i cittadini e pensa prima agli altri che a sé stesso.Per Carnevale, Fra Giacinto organizza una festa in maschera nell’oratorio della chiesa in cui verrà premiato il bambino con il costume migliore. Arturo si traveste come Andreotti: nessuno capisce con esattezza chi sta impersonando, ma il suo costume piace a tutti, così vince il premio. In quell’occasione, Arturo tenta di chiedere a Flora di andare con lui al cimitero per dichiararle il suo amore, ma Flora deve allontanarsi.Un giorno Arturo, prima di andare a scuola, va al bar Lux a fare colazione assieme al padre e al fratello. Lì il commissario di Polizia Boris Giuliano offre un’iris ad Arturo, che non l’aveva mai assaggiata. Arturo, da quel momento in poi, per diverse mattine, si sveglia prima e va a comprare un’iris che mette sul banco di Flora prima che lei arrivi. Una mattina, Flora trova l’iris mentre in classe ci sono solo lei, Arturo e Fofò Cassina, un ragazzo che va tutti i pomeriggi a studiare a casa di Flora. Flora chiede a Fofò se sia lui a metterle le iris sul banco e Fofò risponde di sì per fare colpo su di lei.Arturo, rattristato da questo evento, legge su un giornale una frase di Andreotti che incita a raccontare la verità. La mattina seguente Giuliano viene ucciso proprio nel bar Lux e alcuni proiettili rompono la vetrina delle iris. Andato a scuola, dice la verità a Flora, aggiungendo però che non potrà più portarle le iris perché dentro ad una di esse c’erano dei proiettili che hanno ucciso un uomo. Flora inizialmente ci crede, ma poi arriva Fofò con un’iris comprata in un altro bar; Flora si convince quindi che Arturo le abbia mentito.Iniziano delle tensioni fra le fazioni mafiose rivali, che portano all’assassinio del giudice Cesare Terranova, del politico democristiano e Presidente della Regione Siciliana in carica Piersanti Mattarella e del procuratore Gaetano Costa. I mafiosi palermitani iniziano ad avere paura di quelli corleonesi, guidati da Riina e comprendenti Bagarella e Provenzano.L’appartamento sotto a quello dei Giammarresi, un tempo di proprietà del defunto nonno di Arturo, viene occupato in affitto da qualcuno; Arturo, convinto che si tratti di un boss mafioso, lo racconta a Flora e la porta a casa sua, in modo da farla ricredere e dimostrarle che non è un bugiardo. In realtà non si tratta affatto di un criminale ma di Francesco, un cordiale giornalista; Arturo quindi fa un’altra figura pessima e Flora, indignata, se ne va.Arturo decide di dedicarsi alla sua passione, il giornalismo, e si fa aiutare da Francesco, il quale, leggendo un tema su Andreotti del protagonista, gli spiega che purtroppo i giornalisti spesso non possono scrivere quello che vogliono ma vengono costretti a scrivere qualcosa di ben preciso. Francesco infatti era impegnato nello scrivere articoli contro la mafia ma, per paura che ciò causasse problemi, il direttore del giornale per cui lavora lo ha obbligato a curare le rubriche sportive. Francesco spiega ad Arturo che i giornalisti devono essere pazienti, tenaci e convinti nel loro mestiere.Arturo partecipa quindi ad un concorso per giovani giornalisti, finanziato dal padre di Flora, il cui vincitore potrà scrivere per un mese sul giornale locale. Il 30 aprile 1982 si viene a sapere che Arturo ha vinto il concorso; proprio durante la premiazione avviene l’omicidio del deputato comunista Pio La Torre.Arturo, in qualità di vincitore del concorso, si reca ad intervistare il generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, da poco nominato prefetto di Palermo, e gli chiede come mai abbia preso servizio in Sicilia per combattere la mafia nonostante Andreotti abbia detto che l’emergenza criminalità è solamente in Campania e in Calabria. Il 3 settembre 1982 il generale dalla Chiesa viene ucciso in via Carini ed Arturo è stato l’ultimo ad intervistarlo. Francesco spiega ad Arturo che un giornalista deve stare molto attento alle proprie fonti, quindi in questo caso le dichiarazioni di Andreotti non sono state una buona fonte.Arturo va al funerale di dalla Chiesa, sperando di incontrare Andreotti per potergli chiedere come mai fosse sicuro che il problema della criminalità non riguardasse la Sicilia. Al funerale ci sono alcuni dei più importanti politici italiani del momento, cioè Sandro Pertini, Giorgio Almirante, Giovanni Spadolini e Bettino Craxi, ma non c’è Andreotti; quando alcuni giorni dopo, in un’intervista, al leader della DC viene chiesto come mai non sia andato al funerale del generale, egli dice di preferire i battesimi.Arturo invita nuovamente Flora ad andare al cimitero e questa volta lei accetta, ma Arturo non riesce comunque a confessarle il suo amore. Flora saluta Arturo per l’ultima volta perché si deve trasferire in Svizzera, visto che in Sicilia il padre ha difficoltà a gestire i suoi affari a causa della presenza dei magistrati antimafia.Arturo, quella notte, va sotto la casa di Flora e scrive per terra “Flora non partire, ti amo, Arturo”. Il giudice Chinnici vede la scritta e non dice nulla a Flora, mantenendo la promessa.La mattina seguente, il 29 luglio 1983, proprio mentre Chinnici esce dal palazzo, esplode un ordigno piazzato dai mafiosi, uccidendo il giudice e facendo saltare il marciapiede con sopra il messaggio. Chinnici è quindi l’ultimo ad aver letto il messaggio, mentre Flora non l’ha nemmeno visto.Francesco trasloca; Arturo giura di non dire mai più “ti amo” a una ragazza e perde tutta la stima che aveva nei confronti di Andreotti, avendo intuito i suoi rapporti con la mafia.In quegli anni i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, continuando il lavoro iniziato da Chinnici, istituiscono il maxiprocesso a Cosa nostra, riuscendo a far arrestare ed incarcerare centinaia di mafiosi, responsabili degli omicidi di Aparo, Francese, Giuliano, Terranova, Mattarella, Costa, La Torre, dalla Chiesa e Chinnici.Nel 1992, grazie alla mediazione di Francesco, Arturo viene assunto come pianista ed assistente presso TV Palermo, nella trasmissione Bonsuar: Lo show dei palermitani, condotta dal conosciuto personaggio televisivo Jean Pierre. Durante il primo giorno di lavoro di Arturo, come ospite della trasmissione c’è Salvo Lima, parlamentare siciliano della DC e membro della corrente andreottiana, la cui assistente è proprio Flora, tornata dalla Svizzera. Arturo, vedendo Flora, si distrae mentre suona al pianoforte la sigla della trasmissione e commette diversi errori nell’esecuzione, venendo allontanato dal programma.Flora parla con Lima esprimendo pareri positivi su Arturo, il quale viene quindi assunto come inviato speciale incaricato di realizzare servizi giornalistici sulla campagna elettorale della Democrazia Cristiana in Sicilia per le imminenti elezioni politiche. Arturo si reca nell’ufficio di Flora e vi incontra il vecchio compagno di scuola Fofò, che sta portando dei fiori a Flora. Arturo dice a Fofò che Flora è ritornata in Svizzera perché ha litigato con Lima e gli prende i fiori, con la scusa di metterli in un vaso per non farli appassire, per poi consegnarli a Flora fingendo di averli comprati lui, assieme a delle iris comprate effettivamente da lui, in memoria dei tempi della scuola.Il boss Totò Riina si lamenta del fatto che Lima, nonostante sia stato aiutato dal punto di vista politico dai voti dei mafiosi, non si è adoperato per non farli arrestare, quindi decide di far uccidere prima Lima, poi Falcone e infine Borsellino.Flora invita Arturo a casa sua per farsi aiutare a scrivere un discorso che Lima dovrà leggere. Non trovando un punto d’accordo i due litigano, con Flora che accusa Arturo di credersi meglio di lei e lo caccia via. Jean Pierre va a prendere Arturo in auto e gli comunica di avergli concesso un’ultima possibilità come pianista a Bonsuar: Lo show dei palermitani, avvertendolo che se farà altri errori lo licenzierà definitivamente. In quel momento Jean Pierre viene salutato con cordialità da due ragazzi in scooter, che un attimo dopo si dirigono verso l’auto con a bordo Lima e lo uccidono. Arturo viene nuovamente licenziato e si mette alla ricerca di un nuovo lavoro.23 maggio 1992. Fofò sta guidando in autostrada nei pressi di Capaci quando all’improvviso sente una fortissima esplosione e la sua auto viene coperta da detriti di cemento e da un mucchio di polvere: i mafiosi hanno ucciso Falcone e la sua scorta, nascondendo una grande quantità di esplosivo sotto l’autostrada e facendolo detonare mentre transitava l’auto del giudice.19 luglio 1992. Jean Pierre, mentre rientra nella sua abitazione in via D’Amelio a Palermo, sente una forte esplosione: i mafiosi hanno ucciso Borsellino, facendo esplodere un ordigno all’interno di un’auto parcheggiata sotto il palazzo nel quale il magistrato stava entrando per andare a trovare la madre.Dopo tutti questi attentati i palermitani smettono di essere vittima di quel misto di omertà ed ignoranza che li caratterizzava in origine, acquistano consapevolezza di ciò che sta accadendo e dei problemi che la mafia da sempre crea e, durante il funerale di Borsellino e della sua scorta, scendono in strada a protestare, urlando di non volere più legami tra mafia e Stato. Alla protesta partecipano anche Arturo e Flora, che si riconciliano e si baciano.Arturo e Flora, superati tutti i rancori, si sposano, e dalla loro unione nasce un bambino, che Arturo educa a riconoscere il male e a combatterlo ed a cui mostra i monumenti alle vittime della mafia, uomini coraggiosi caduti mentre facevano il loro dovere, molti dei quali incontrati di persona da Arturo nel corso della sua vita.Il film finisce con un insieme di immagini di giornali con le foto e i nomi delle più famose vittime di mafia.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000