DaD addio, presidi contrariati: obbediamo, a chi si lamenta diremo di chiamare il Ministero. Ma la didattica a distanza non era una splendida opportunità?
Cristina Costarelli, dirigente scolastica e presidente Anp Lazio
Su come organizzare il ritorno a scuola il ministero dell’Istruzione si è preso molto più tempo degli anni passati: alla resa dei conti, però, non sembra che il risultato sia stato ottimale. Perché le indicazioni pubblicate domenica 28 agosto, tramite un vademecum, stanno producendo tra gli addetti ai lavori delle reazioni piuttosto contrariate. E anche delle rigidità che probabilmente non erano nelle previsioni dell’amministrazione centrale.
Al centro delle polemiche vi è, in particolare, la decisione del Ministero di rimarcare –anche nel tentativo di stroncare sul nascere l’ipotesi di affrontare l’emergenza energetica lasciando in DaD le classi un giorno alla settimana – che la didattica a distanza (e la sua evoluzione, la didattica digitale integrata) quest’anno non si attiverà mai, neanche qualora un alunno risulti positivo al Covid.
I motivi del dissenso
E questa decisione ha lasciato decisamente spiazzati,
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