Fare musica da 0 a 6 anni
SCRITTO DA: GABRIELLA PERUGINI FORMATRICE SCUOLA OLTRE
FARE MUSICA DA 0 A 6 ANNI
La musica è uno dei linguaggi che coinvolge maggiormente e gioiosamente i bambini e le bambine, in particolare i più piccoli. A scuola, dall’asilo nido in poi, inserire con regolarità attività musicali è come avere l’asso di cuori fra le carte essendo la modalità di espressione più congeniale rispetto al linguaggio verbale.
La musica ha un potere quasi magico perché ci permette di utilizzare un canale di comunicazione preferenziale con il bambino/a: tranquillizza, rassicura, mette allegria, distrae, contribuisce a far gruppo, potenzia la creatività, aumenta la capacità di trovare strategie per risolvere i problemi. E questi sono gli effetti più evidenti dal punto di vista psicologico e relazionale; la musica agisce positivamente anche a un livello funzionale e ancora più profondo, stimolando e attivando numerose aree del cervello.
Insegnare musica ai bambini e alle bambine in età prescolare richiede tuttavia una metodologia specifica che non viene fornita dall’attuale sistema scolastico. Quando non si padroneggia con sicurezza un determinato linguaggio, diventa difficile proporre delle attività sonore a bambini/e molto piccoli anche se si è convinti dell’efficacia. Le educatrici negli asili nido e le insegnanti di scuola dell’infanzia sono consapevoli del valore educativo e comunicativo della musica e, conoscendo le proprie difficoltà, sono alla continua ricerca di aiuto.
La soluzione si può trovare affidandosi a esperti esterni che realizzino laboratori musicali, ma anche questo non risolve il problema della formazione del docente che deve essere mirata a sostenerlo nella didattica quotidiana, piuttosto che riempirlo di nozioni e di metodologie.
Il corso di formazione “FAR MUSICA 0/6”, disponibile in webinar e in presenza sulla piattaforma Scuola Oltre è studiato proprio per guidare gli insegnanti passo dopo passo, fornendo il materiale e indicando le modalità più adeguate, senza contare quanto sia importante motivare ogni singolo docente tirando fuori il meglio delle proprie capacità. Con una buona formazione ciascun insegnante può imparare a lavorare con i suoni in ogni momento della giornata con molti benefici. I bambini molto piccoli sono catturati dal canto, dagli strumenti musicali e dall’ascolto, ma occorre conoscere alcune strategie e possedere il materiale didattico più adatto e sperimentato.
Gli studi neuroscientifici dimostrano che il cervello dei bambini e delle bambine nei primi anni di vita è molto plastico e le esperienze musicali ne migliorano lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale. Per questo motivo la musica è una pratica da attuare precocemente e con regolarità per sostenere la crescita dei più piccoli fin dalla nascita.
Il senso del ritmo è innato e ogni bambino/a fin dagli ultimi mesi di gravidanza percepisce i suoni e acquisisce anche la capacità di comprendere le strutture musicali e i relativi cambiamenti. La musica contribuisce a sviluppare capacità cognitive di ascolto e attenzione, potenziando il linguaggio verbale e la memoria.
Incominciamo dalla voce.
Cantare ci rilassa e diminuisce lo stress come dimostra il detto popolare “Canta che ti passa”! Il canto è, infatti, il modo più semplice e naturale di entrare in comunicazione con il bambino, senza contare che attraverso il canto esprimiamo in modo diretto e senza filtri le nostre emozioni.
Il cervello dei piccoli ha una grande capacità a sintonizzarsi con quello dell’adulto e per questo è particolarmente sensibile al linguaggio musicale e a tutti i linguaggi non verbali, come le espressioni del viso o il linguaggio del corpo. A sua volta il bambino/a, non conoscendo ancora quello verbale, comunica ed esprime i suoi bisogni attraverso i suoni che emette. Pensiamo alle numerose sfumature del pianto e come ogni mamma o educatrice impari a dare significato ai differenti suoni. Quando comprendiamo che cosa ci vuol comunicare il bambino con il suo codice sonoro vuol dire che siamo entrati in stretta connessione con lui o lei. Ora si tratta di rispondere con lo stesso linguaggio, ascoltando e modulando la nostra voce.
Prendiamo confidenza con questa, cantando da soli a casa, senza preoccuparci troppo se non è perfetta. Il bambino non è giudicante e il nostro modo di cantare, anche se imperfetto, sarà per lui o lei estremamente gratificante se lo carichiamo di amore e di emozioni.
Quando conosceremo meglio la nostra voce, ci sentiremo meno in imbarazzo a cantare a scuola, ci sentiremo più sicuri e potremo anche inventare e improvvisare con naturalezza.
Al nido è molto importante che ogni educatrice, soprattutto con i lattanti, trovi alcuni momenti per sintonizzarsi con la voce di ciascuno di loro per farlo sentire in un ambiente amorevole e ascoltato, ma la seguente proposta è raccomandata anche alla scuola dell’infanzia.
Individuiamo una filastrocca o una canzoncina della nostra infanzia che sia “carica” di ricordi e cantiamola ai bambini e alle bambine con semplicità cercando di connetterci con il nostro “bambino interiore”. Il ricordo della filastrocca cantata dalla nostra mamma o dalla nonna in una determinata situazione attiva la memoria sensoriale non solo uditiva e ci ripropone tutto un insieme di emozioni vissute nel nostro passato. E il canto emozionale arriva così al bambino con una forza e una verità straordinari: l’insegnante condivide con i bambini una parte di sé e lo fa con un’intenzione amorevole.
Proviamo a proporre la nostra filastrocca oppure una filastrocca a caso di tipo commerciale riprodotta con il cellulare: la differenza di qualità sarà notevole, anche se la facciata esteriore della canzoncina commerciale è accattivante, grazie all’arrangiamento costruito “per piacere” scimmiottando i jingle pubblicitari.
Iniziamo a scuola a usare di più la voce e meno le canzoncine riprodotte con smartphone, anche perché la qualità di riproduzione sarà molto bassa. Mentre la voce è emozione, il cellulare è un mezzo freddo e asettico.
Se non abbiamo un repertorio personale cui attingere, ecco una filastrocca che può essere cantata cantilenata o recitata. Interpretiamola con il movimento delle mani che svolazzano intorno ai bambini/e, oppure dondoliamo il corpo mentre la cantiamo sottolineando il ritmo.
FARFALLINA BELLA E BIANCA
Farfallina bella e bianca
vola vola mai si stanca
vola di qua, vola di là:
mai nessun la fermerà!
Vola, vola ore e ore
poi si posa su un bel fiore
vola di qua, vola di là:
mai nessun la fermerà!
Iniziamo dunque gradualmente a giocare con la musica, sperimentiamo brevi filastrocche ripetendole tutti i giorni perché i bambini e le bambine amano la ritualità e noi, a poco a poco, acquisiremo sicurezza provando sempre più piacere a far musica per e con i nostri piccoli.
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