Esiste ancora la par condicio?

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Siamo in piena campagna elettorale, a poco più di una settimana dal voto. Il momento è delicato soprattutto sul piano dell’informazione, che dovrebbe essere quanto più possibile veritiera ed obiettiva, anche considerata la presenza della legge del 1998 (quando Presidente della Repubblica era ancora Scalfaro) detta della “par condicio”. In base ad essa l’informazione televisiva dovrebbe essere equidistante dalle formazioni politiche e concedere a tutti i partiti lo stesso spazio mediatico.

Questo in teoria, ma non in pratica, perché alcune emittenti televisive come la 7 (di proprietà del finanziere Cairo) stanno facendo, a pochi giorni dalle elezioni, una propaganda faziosa e meschina non in favore di qualche partito, ma contro altri, ed in particolare contro il centro-destra e soprattutto contro Giorgia Meloni, che i sondaggi indicano come possibile vincitrice della consultazione del 25 settembre.

Io mi chiedo come sia possibile che venga permesso ad una televisione privata sì, ma che trasmette su tutto il territorio nazionale e quindi può influenzare i cittadini, una tale opera di sciacallaggio contro una persona o un partito politico, al punto che le trasmissioni elettorali della 7 non si preoccupano più di fare informazione, né tanto meno di parlare dei veri problemi del paese, ma sono in pratica diventate dei tribunali mediatici che, dall’inizio alla fine, non fanno altro che mettere in campo una serie continua di accuse e di menzogne contro la Meloni e il centro-destra, e spesso senza contraddittorio. Giornalisti come Floris, Formigli, la Gruber ecc. non sono nemmeno degni di questo nome perché non fanno giornalismo ma solo sciacallaggio al servizio dei loro padroni, che a quanto pare li pagano bene.

Sulle accuse e le fandonie rivolte contro il centro-destra e il partito di Fratelli d’Italia non metterebbe conto neanche di soffermarsi, tanto sono assurde, ridicole e idiote. Tra di esse spicca ancora una volta, per mancanza di altri argomenti, la solita vecchia stupida accusa di “fascismo”, di non aver preso abbastanza le distanze dal regime di Mussolini che ci fu in Italia dal 1922 al 1945. Dalla fine di quel regime sono passati quasi 80 anni e ancora c’è chi lo tira fuori ad ogni elezione per denigrare l’avversario; ma il bello è che stavolta non sono tanto i leaders della sinistra ad usare questo argomento, poiché perfino loro si sono accorti di quanto sia assurdo e strumentale, ma i giornalisti di un’emittente televisiva che, in base alla legge vigente, dovrebbe mantenere un’informazione obiettiva ed equidistante.

A me personalmente pare talmente da idioti parlare di fascismo e comunismo oggi nel 2022 che non comprendo come vi siano persone tanto cieche mentalmente da servirsene ancora. Il fascismo e il comunismo, ideologie che nel secolo XX hanno dato origine a regimi dittatoriali, appartengono ormai al passato, alla storia, e non possono ritornare, se non altro perché il mondo globalizzato di oggi è totalmente diverso da quel che era agli inizi del secolo scorso. Il fatto poi che esistano ancora dei rimbambiti che fanno il saluto romano o salutano con il pugno chiuso non rappresenta alcun pericolo per una democrazia ormai consolidata. Pur se si mettessero tutti quanti insieme, questi nostalgici non arriverebbero alle elezioni nemmeno all’1%. Perché dunque parlare ancora di fascismo nel 2022? Perché non paventare allora anche il ritorno di Napoleone, dei guelfi e ghibellini, delle guerre puniche?

Giorgia Meloni e Matteo Salvini non c’entrano più nulla con il fascismo, proprio come Letta e Conte non c’entrano nulla con il comunismo, perché non potrebbero appartenere, nemmeno se lo volessero, a ideologie tramontate da decenni. Questa situazione è talmente chiara che anche un bambino la capirebbe. Possibile dunque che i giornalisti della 7 (e anche qualcuno di Rai3) non la comprendano? Io non credo che siano tutti idioti, cosa che verrebbe subito da affermare; in realtà sono in malafede, sono pagati per spargere odio e discredito, ed è anche colpa loro se sui muri compaiono le scritte tipo “Meloni come Moro”. Il clima di guerra, di odio contro il nemico, da sempre appannaggio della sinistra, si è ora trasferito su meschini giornalai prezzolati, privi di qualunque professionalità, che hanno del tutto prostituito la loro dignità umana.

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