Alternanza scuola-lavoro, è di nuovo polemica per la morte di uno studente. Cosa accade in Europa?
L‘infortunio sul lavoro che ha portato alla morte di un ragazzo delle scuole superiori nel Belpaese apre ancora in dibattito sulla fattiva utilità didattica, formativa, d’inserimento delle attività di scambio scuola-lavoro, col fine, almeno in via ufficiale, di garantire un efficace inserimento in un mondo sempre più voluminoso, schizoide e in rapido cambiamento. L’assenza di retribuzione del tirocinio, l’impatto negativo sulla didattica, vista la privazione di settimane, talvolta mesi interi, di lezioni frontali sono le maggiori critiche in ambito organizzativo avanzate dalle parti politiche, il quale reclamano la nocività di tali misure parte di un pacchetto di provvedimenti discutibile. Il discorso pubblico è stato riacceso dall’oramai non più inconsueto – e tragico – infortunio mortale subito da un ragazzo in alternanza. Quali e garanzie e i fini di tali attività? Cosa accade in Europa?
Le attività scolastiche di natura professionale. In Europa non siamo i soli
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