Niente zaini a scuola o compiti per casa, per andare in bagno non serve il permesso. L’esperimento di una primaria pugliese

Una scuola elementare pugliese sta sperimentando un nuovo modo di fare scuola. Si tratta della scuola primaria di Montesardo, frazione di Alessano (Lecce) diretto da Salvatora Accogli. In questo istituto è partito il progetto “Senza zaino”.

Per ora la sperimentazione, come riporta Il Messaggero, sta coinvolgendo due classi, una prima e una seconda elementare. Qui gli alunni non solo non porteranno il peso dei libri sulle spalle nel tragitto da e verso scuola, ma faranno un tipo diverso di scuola, sicuramente non convenzionale.

Tutti i bambini indosseranno gli stessi vestiti, una maglietta verde per le prime classi e gialla per le seconde, fino a quando la stagione non permetterà di usare a tutti il grembiulino blu. Inoltre, avranno la possibilità di condividere il materiale.

Una scuola diversa, dagli ambienti alle relazioni

“Ci si incontra in agorà – spiega una maestra – la mattina i bimbi arrivano e dopo aver sistemato negli

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Senza zaino né compiti a casa. Per andare in bagno non serve il permesso: il modello di una scuola pugliese

Di redazione

La scuola “senza zaino” presso l’istituto comprensivo di Alessano, Montesardo e Specchia nel leccese, è un modello che ha destato molta curiosità. Non ci sono infatti nemmeno i compiti a casa e per andare in bagno, durante la lezione, gli alunni non devono chiedere il permesso.
La preside Salvatora Accogli prevede per i due plessi interessati due classi, una prima e una seconda elementare, dove andare a scuola senza zaino, non significherà solo non portare sulle spalle il peso dei libri e del materiale, bensì attuare una nuova una modalità di fare e creare la scuola ogni giorno, scrive Il Messaggero.
Tutti i bambini, inoltre, indossano gli stessi vestiti, una maglietta verde per le prime classi e gialla per le seconde, fino a quando la stagione non permetterà di usare a tutti il grembiulino blu. Quindi i bimbi arrivano a scuola senza zaino, perché viene lasciato a scuola, così come in condivisione è il materiale da lavoro, le matite colorate e sempre tutti hanno il “quadernotto” su cui lavorare.
“Ci si incontra in agorà – spiega una maestra – la mattina i bimbi arrivano e dopo aver sistemato negli spazi appositi i loro indumenti, passano da un primo pannello dove devono posizionare la loro foto nella casella che indica la presenza, motivo per cui non c’è bisogno di fare l’appello. C’è un altro pannello dove è riportato il loro umore di quel giorno. Tutti motivi per fermarci a parlare in agorà, questa piazza dove maestra e alunni costruiscono la giornata”.
Dicevamo che la sperimentazione prevede anche che i bambini possano andare al bagno in autonomia senza chiedere il permesso, ma c’è un semaforo in classe: quando è verde l’alunno si alza posizionando la freccia sul rosso per spostare poi ancora la lancetta al ritorno.
“Questo metodo – spiega la dirigente Salvatora Accogli – mette al centro il bambino, la lezione si costruisce con loro e le fondamenta su cui si fonda questa metodologia sono così l’ accoglienza, la responsabilità e la comunità. Le regole vengono decise da loro stessi con le maestre e soprattutto loro sono gli artefici del loro sapere, si lavora insieme. Così si erige una comunità educante come la scuola”.
I bambini hanno anche la possibilità di auto valutarsi con dei pannelli dove sono proprio loro a scrivere come si sono comportati. Durante le lezioni ci sono degli oggetti per loro di riferimento: la biscia Bia che indica loro di parlarsi sottovoce, oppure il pesciolino Nino che indica il momento dell’ascolto e infine un piccola bambola che raffigura il maestro o la maestra di legno che indica lo spostamento momentaneo della maestra dalla classe.

Pubblicato in Cronaca

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