Si dimette il ministro dell’Istruzione rumeno per l’accusa di plagio di un libro scritto nel 2006: in Italia sarebbe andata così?
All’estero i politici non riescono a reggere l’onta del sospetto sulla loro condotta, anche quando riguarda vicende personali e lontane nel tempo. Quasi sempre, in questi casi, si dimettono. Senza attendere i vari gradi di giudizio, come invece accade spesso in Italia.
È il caso del ministro dell’istruzione della Romania, Sorin Cimpeanu, che nell’ultimo giorno di ottobre si è dimesso dalla sua funzione per le accuse di plagio riguardanti una sua pubblicazione accademica risalente ad oltre tre lustri fa, al 2006, quando era professore nella facoltà di Agronomia di Bucarest.
Cimpeanu, riporta l’agenzia Ansa, ha dichiarato di aver presentato le dimissioni, agendo di “propria iniziativa”.
Sempre all’estro, la prassi in questi casi è l’assecondamento delle dimissioni: il premier rumeno Ciuca, infatti, ha accettato le dimissioni del suo ministro dell’Istruzione e annuncerà prossimamente il nome del sostituto.
Una vicenda, quella appena descritta, che dovrebbe fare riflettere sull’oggettiva rilevanza
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