Letteratura sì, letteratura no.
ARTICOLO SCRITTO DA: MICHELA GROSSI
LETTERATURA SÌ, LETTERATURA NO.
Lavorare sui testi letterari nella scuola secondaria di primo grado.
La programmazione è una fase importante e delicata del lavoro dell’insegnante, poiché costituisce l’ossatura del lavoro che si svilupperà nel corso dell’anno: è una fase stimolante e creativa, che necessita di una buona dose di intuito e adattabilità al contesto e alla situazione.
Quale insegnante di lettere nella Scuola Secondaria di I° grado, ogni anno cerco di includere, all’interno della programmazione della mia materia, una parte importante dedicata alla lettura di opere letterarie appartenenti al patrimonio letterario italiano.
Quando parlo ai miei alunni di letteratura, a inizio anno, in classe prima, spesso essi sgranano gli occhi, quasi fosse qualcosa di complesso e astruso, forse perché ne hanno sentito parlare dai fratelli più grandi o dai genitori o forse perché, sfogliando il volume di letteratura abbinato all’antologia, leggono poesie e testi in versi talvolta difficili da capire. Negli anni di insegnamento, ho però sempre notato in loro quel pizzico di curiosità e interesse che li spinge a chiedere e a voler sapere di opere e autori e quell’entusiasmo trascinatore che aiuta anche i più scettici, a patto di “non far imparare a memoria poesie e versi”.
Ciò che più spaventa gli alunni è la memorizzazione di poesie e strofe di versi, come se questi testi esistessero solo in vista di questo fine; questo avviene perché spesso noi insegnanti, sia al primo che al secondo grado, siamo legati a “quell’idea ermeneutica e decostruzionistica di letteratura tipica degli anni 90 che prevedeva, al centro di tutta la didattica d’italiano, il testo e la sua interpretazione”[1], spesso seguita dalla memorizzazione delle strofe di poesie considerate ragguardevoli e d’importanza nazionale. Questa modalità di lavoro ha accompagnato l’attività di numerosi insegnanti fino ai giorni nostri.
Recentemente, grazie anche allo studio e alla sperimentazione didattica da parte di nomi di rilievo del mondo della scuola, come Simone Giusti e Francesco Batini, si è fatta strada “un’idea diversa di approccio al testo letterario, centrata non più sul testo inteso come oggetto da analizzare ma sul dialogo tra testo e lettore che lo ha reso più fruibile e comprensibile”[2], nonché vicino ai ragazzi.
Io stessa, pur amando la letteratura nella sua integrità, mi sono subito resa conto dell’impossibilità di proporre ai miei alunni testi integrali secondo la vecchia tradizione, soprattutto quando non risalenti alla nostra epoca e perciò più difficili da leggere. Il tempo e la pratica didattica mi hanno dato ragione dato che, negli ultimi anni, mi concentro su un numero limitatissimo di autori e di testi, con buoni risultati, scegliendo anticipatamente e in modo accurato le opere da proporre. Procedere così può sembrare limitante o riduttivo dal punto di vista dei contenuti, ma si rivela molto più efficace dal punto di vista cognitivo e culturale, in quanto permette ai ragazzi stessi di immedesimarsi nei personaggi, di “dare un senso alle azioni e alle intenzioni umane, ma anche di costruire ed esplorare mondi possibili, negoziare il proprio ruolo sociale e la propria identità”[3].
Al riguardo, attraverso questo articolo, vorrei illustrare la modalità di lavoro seguita durante lo scorso anno in una classe seconda della Secondaria di I° grado, per lo studio e l’approccio ai testi letterari.
Il tempo dedicato alla lettura dei testi proposti è stato sempre ampio e disteso, in una immersione calma e riflessiva, insomma senza corse o accelerazioni”, data anche la complessità lessicale dei testi proposti, che sono sempre stati forniti in originale, accompagnati da note e brevi parafrasi delle parti più complesse.
L’autore a cui ho dedicato la gran parte dell’anno scolastico è stato Dante Alighieri, di cui i ragazzi e le ragazze hanno conosciuto la vita e parte delle opere, in particolare dell’Inferno, prima cantica della Divina Commedia.
Premetto che da anni sperimento nelle mie classi, per quanto riguarda l’approccio ai testi narrativi e letterari, la modalità del WRW ben illustrata nel sito https://www.italianwritingteachers.it/.
Anche per la lettura di un’opera complessa come quella della Divina Commedia, mi sono mossa secondo le linee guida fornite da Linda Cavadini, una delle formatrici del metodo[4] .
Ho strutturato il percorso in diverse fasi, sintetizzate nella tabella al seguente link.
La lettura dei canti selezionati è stata preceduta da un periodo di immersione in cui i ragazzi hanno conosciuto l’uomo Dante e il suo contesto di vita: attraverso letture dell’epoca e notizie su di lui ricavate da contemporanei, che ho fornito su apposito file.
I ragazzi sono stati divisi in gruppi e a ogni gruppo è stato assegnato del materiale specifico su cui lavorare:
-al primo gruppo immagini ritraenti Dante in vari contesti di vita, solo o insieme ad alcuni suoi contemporanei;
-al secondo gruppo un file word contenente testimonianze su Dante, fornite da suoi amici e seguaci, come Boccaccio (es. Tratterello in laude a Dante);
-al terzo gruppo copie di affreschi di Firenze intorno al 1200 e foto attuali dei luoghi frequentati da Dante (Battistero, Lungarno e Tomba di Dante).
Durante il lavoro di lettura e osservazione delle immagini, sono state fornite domande guida per orientare le riflessioni verso specifiche considerazioni che sono state condivise con la classe nella lezione successiva: considerazioni riguardanti l‘aspetto fisico del poeta, il suo rapporto con gli amici, con l’universo femminile e con la società del tempo.
Il secondo step, a completamento della conoscenza dell’uomo Dante, è stata la lettura di parti di un’opera che, in genere, non viene letta al primo grado, cioè la Vita Nova (letteralmente vita rinnovata dall’amore per Beatrice, la donna di Dante Alighieri): attraverso la lettura del racconto della sua storia d’amore, i ragazzi e le ragazze hanno cominciato a vedere Dante come una persona reale, con sentimenti, gusti e passioni simili a loro. Piano piano l’hanno sentito più vicino al loro mondo, esprimendo anche giudizi e considerazioni relative al modo di comportarsi del poeta nei confronti delle donne (episodio relativi alle donne dello schermo[5]). Le attività di lettura dei documenti sono state accompagnate da disegni, schizzi del profilo di Dante, appunti relativi al carattere e al comportamento del Sommo Poeta.
Dopo questa prima fase, siamo passati alla lettura di alcuni canti della Divina Commedia, seguendo questa modalità:
–prima lettura in versi, di una parte del canto scelta dall’insegnante, cercando di restituire quante più possibili sfumature di suono e di senso;
–seconda lettura individuale, con annotazioni rispondenti a specifiche domande-guida, per esempio: che cosa noti del modo in cui è scritto il canto? Che cosa ti piace? Ci sono parole e versi che non sono chiari? Quali pensi siano i versi più importanti?
–terza lettura collettiva, in cui sono state condivise le considerazioni individuali e accolte le annotazioni comuni.
La lettura dei diversi canti è sempre stata accompagnata dalla visione di video pubblicati nel canale YouTube https://www.youtube.com/c/LaDivinaCommediainHD e la visione di immagini ritraenti la Divina Commedia illustrata da Gustave Doré[6]. Ciò è di grande aiuto al lavoro, poiché i ragazzi di quest’età hanno bisogno di visualizzare le informazioni lette, come dimostrano numerosi studi scientifici al riguardo. Sempre per questo motivo, li ho incoraggiati a “fissare” le informazioni principali sul loro quaderno, riproducendo quanto visto e letto, evitando però che tutto ciò divenisse un’analisi al microscopio del canto che avrebbe ucciso il piacere e il significato della poesia.
Secondo questa modalità sono stati affrontati i diversi contenuti dei canti, nello specifico quelli relativi agli ambienti della Commedia (la selva oscura, la porta dell’inferno, la bufera dei lussuriosi, la città di Dite e così via) e alla presentazione dei mostri (Caronte, Cerbero, Pluto, Flegias) che i ragazzi hanno immaginato, disegnato e confrontato tra loro.
Questo percorso, è iniziato a fine ottobre ed è terminato ad aprile proprio perché, come detto in precedenza, si sono resi necessari tempi distesi di lettura, riflessione, rielaborazione e condivisione collettiva. Questa modalità di procedere, che è quella indicata dal metodo del WRW per affrontare la letteratura, ha permesso ai ragazzi di “sapere cose, sentire cose, immaginare cose, sperare cose, diventare persone che loro e noi non avremmo potuto sognare, grazie al potere di trasformazione e al piacere estremo delle storie”[7].
Solo procedendo in questo modo “la letteratura può essere considerata a sua volta un testo, una storia che viene continuamente narrata dai membri di una comunità, i quali negoziano il significato e il valore dei singoli testi proprio sulla base della storia che li tiene insieme. In questo senso la letteratura diviene uno strumento culturale, all’interno del quale vengono negoziati i valori di un determinato gruppo sociale”[8] e non solo un’opera fine a se stessa.
La discussione sui canti della Divina Commedia ha, dunque, reso onore al testo, all’autore, al contesto da cui è nata; al contempo ha valorizzato le considerazioni degli studenti e delle studentesse nei confronti di un’opera cardine della letteratura italiana (e questa non è certamente cosa da poco!).
Continua la lettura su: https://www.scuolaoltre.it/letteratura-si-letteratura-no Autore del post: ScuolaOltre Didattica Fonte: https://scuolaoltre.it