Stipendi fermi, in arrivo un’altra “mancetta” da 150 euro. Anief chiede al nuovo Governo di cambiare marcia: rispetti quanto promesso in campagna elettorale, altrimenti sarà mobilitazione

Il nuovo Governo sarà di una matrice completamente diversa rispetto al passato, tra l’altro deve ancora formarsi, ma già si parla con insistenza che ha intenzione di trattare lavoratori italiani come è stato fatto negli ultimi anni. Tra i provvedimenti che il nuovo Esecutivo intende varare ci sarebbe infatti anche un nuovo decreto Aiuti, il numero quattro: si tratterebbe di un intervento da circa 10 miliardi di euro, che potrebbe essere approvato già nel primo Consiglio dei Ministri, e tra le disposizioni sembrerebbe prevista la proroga del bonus 150 euro anche per il mese di dicembre: oggi la stampa specializzata spiega che “dopo quello di luglio (200 euro), quello di novembre (150 euro) anche a dicembre dovrebbe essere una misura a sostegno del caro-prezzi. Non è ancora stata decisa l’asticella di reddito: per il primo bonus era 35mila euro, per il secondo 20mila. Per la conferma, a dicembre, ci vorranno, secondo alcune stime, circa 3 miliardi di euro. Il personale scolastico sarebbe interessato. La misura, infatti, riguarderebbe anche docenti e Ata con un reddito inferiore a 20mila (ipotesi più percorribile). In ballo anche i precari”.

 

Anief rifiuta sin da subito questo scenario. “Pensare di affrontare il caro vita e l’aumento esponenziale dei costi dell’energia con delle ‘mancette’ periodiche è una politica che non può trovarci d’accordo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, anche perché nella scuola va incontro solo ad una parte sempre più ristretta di dipendenti, praticamente solo i precari e una ristretta cerchia del personale di ruolo, dimenticando che tutti quelli esclusi necessitano di altrettanta attenzione. Nel comparto scolastico stiamo fermi ad un contratto ritoccato ormai quattro anni fa, con due successivi Ccnl fermi e degli stanziamenti che necessitano di essere integrati fortemente”.

 

Noi reputiamo indispensabile – continua il leader del sindacato Anief – approvare subito il rinnovo contrattuale ‘ponte’ 2019/21, per il quale sono previsti altri 300 milioni di euro destinati alla valorizzazione della professione docente, con oltre 100 euro medi in arrivo e 2-3mila euro di arretrati già assicurati, per poi pretendere dalla nuova Legge di Bilancio almeno 6 miliardi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti automatici in busta paga del 4% per permettere l’indicizzazione IPCA”. La verità è che sugli stipendi dei lavoratori della scuola è tempo di agire, come del resto indicato più volte in campagna elettorale da tutti i partiti politici. Se invece si vuole continuare con le ‘mancette’, peraltro da assegnare, ad una platea sempre più ristretta, oppure di far passare la riduzione del cuneo fiscale come se si trattasse di veri aumenti in busta paga, allora non ci siamo: in tal caso,  la mobilitazione già in atto del personale diventerà sempre più importante, con l’indizione dello sciopero generale già a novembre”, conclude Pacifico.

 

 

 

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