Un’altra Scuola è possibile? Solo a patto di scelte pedagogicamente valide

La Scuola attende trepidante i nomi di ministro e sottosegretari che siederanno sugli scranni di Viale Trastevere. Avverrà una svolta nella politica scolastica? I problemi sono annosi, incancreniti da 40 anni di tagli economici al budget della Scuola e 30 di scelte neoliberistiche, che hanno impiegatizzato il personale, aziendalizzato le scuole, svalutato i “saperi” a vantaggio delle “competenze”. I risultati, evidenti, hanno fatto perdere alla Scuola italiana molte posizioni nelle classifiche internazionali. Urge la domanda: erano giuste le scelte operate?

Tuttavia, se si riconosce che le scelte erano errate, è opportuno (e sufficiente) fare macchina indietro? Certo che no. Il danno ormai è fatto, ed alcuni suoi esiti risultano difficilmente reversibili. Occorre però ammettere che la strada imboccata è senza uscita, e trovarne di nuove, discernendo tra opzioni superate dai tempi e possibilità ancora attuali. Un po’ come si fa quando si vuol ricostruire dopo un terremoto.

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