Circolare vieta cellulari a scuola, preside aggredito dai genitori di una studentessa: interviene la Polizia

Una circolare emanata dal Dirigente Scolastico del liceo scientifico ‘Majorana’ di Latina aveva stabilito che i cellulari dovevano essere riposti dagli studenti, già al mattino, all’interno di una scatola: solamente all’uscita di scuola avrebbero potuto recuperarli. Una circolare che non sarebbe stata troppo gradita da una studentessa, fermamente intenzionata a non sottostare alla richiesta del Dirigente Scolastico. La situazione è degenerata a tal punto da rendere necessario l’intervento della Polizia.

Studentessa si rifiuta di consegnare lo smartphone: preside aggredito dai genitori 

In seguito ai continui rifiuti della studentessa di consegnare il proprio smartphone, la ragazza avrebbe ricevuto diverse note: la studentessa si sarebbe poi rivolta, in lacrime, ai propri genitori, avvisandoli di quanto stava accadendo nell’istituto. I genitori si sono presentati nella struttura e avrebbero aggredito verbalmente il preside. L’acceso diverbio ha richiesto persino l’intervento della Polizia: sembra che la vicenda sia destinata a finire in Tribunale.

La circolare del preside sarebbe stata emessa con l’obiettivo di fermare ‘reiterati casi di cyberbullismo, comportamenti scorretti nei confronti di alcuni docenti‘, oltre al fatto che lo smartphone viene considerato uno strumento ‘distrattore’ e di ‘isolamento nel gruppo’.

Cristina Costarelli (ANP Lazio): ‘Bisogna precisare due aspetti per evitare equivoci’

La presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, Cristina Costarelli, ha così commentato l’accaduto: ‘Nell’analisi del fatto di cronaca di Latina – dichiara la preside del liceo scientifico ‘Newton’ di Roma – vanno distinti due aspetti in modo chiaro, per evitare equivoci.
L’accadimento è un deprecabile atto di aggressione verso il personale della scuola: un regolamento va rispettato senza nessuna osservazione. Come è possibile parlare di collaborazione educativa scuola-famiglia in un contesto di questo tipo? Come potrebbe mai la scuola essere incisiva sulla crescita dei giovani se ogni divieto suscita reazioni ostative e aggressive da parte delle famiglie?

Tutt’altro ragionamento è quello sull’opportunità o meno del divieto di utilizzo dello smartphone, rispetto a cui la strada da percorrere dovrebbe essere quella della consapevolezza: ma questa – ha concluso Cristina Costarelli – è un’altra questione.

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