Il “merito” a scuola piace a Calenda: antidoto a una società appiattita sull’ignoranza. Mentre per Landini è uno schiaffo a chi è dietro

Il politico Carlo Calenda

La parola “merito” inclusa nel ministero dell’Istruzione sta dividendo gli italiani. Il mezzo tentativo di spiegazione del professore Giuseppe Valditara, neo ministro con un ruolo attivo nella nascita della Lega Nord, ma anche nella riforma Gelmini che tanti tagli ha portato a Scuola e Università, di “avere coniugato Istruzione e merito” inviando così “un messaggio politico chiaro“, non sembra avere infatti sortito gli effetti sperati.

Landini (Cgil): diamo a tutti le stesse possibilità

C’è chi grida allo scandalo, sostenendo che la scuola non è un’azienda, e chi invece esulta perché il tempo dell’appiattimento è finito (sia per il personale sia per gli studenti). Tra coloro che rifiutano il termine c’è Maurizio Landini, segretario generale della Cgil: “Trovo sia sbagliato, quando parliamo di istruzione in un Paese dove c’è questo livello di diseguaglianze, introdurre la parola merito”, dice Landini, perchè “rischia di essere uno schiaffo in faccia per chi può …..

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