Voto numerico vs valutazione descrittiva. Forse bisogna “disarmare” la valutazione e coinvolgere di più gli studenti. Nostra intervista a Maurizio Parodi

Parliamo dello “scontro” fra difensori del voto numerico e sostenitori della valutazione formativa e descrittiva con Maurizio Parodi, già dirigente scolastico, fondatore del movimento “Basta compiti” e autore di testi pedagogici importanti tra i quali “Così impari: per una scuola senza compiti” (Castelvecchi) e “Non ho parole: analfabetismo funzionale e analfabetismo pedagogico” (Armando). Il suo ultimo lavoro e “La scuola è sfinita: ricostituenti pedagogici” (La Meridiana).

Parodi, secondo lei, cosa c’è di sbagliato nel modo con cui si affronta il problema della valutazione?

La cultura docimologica imperante conferisce spessore scientifico, oltre che valore pedagogico, al giudizio unilaterale del docente, esaltandone la valenza diagnostica che si esplica nella somministrazione di prove di verifica, nella compilazione di schede di valutazione, nella formulazione di giudizi, in azioni, cioè, finalizzate all’intervento “sullo” studente, senza mai accertare l’adeguatezza del contesto scolastico, la validità del modello pedagogico, la qualità del processo di insegnamento, …..

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