BICS e CALP sono due acronimi importanti e si riferiscono ad abilità fondamentali nel processo di acquisizione della competenza linguistica. Silvana Daniele e Letizia Fossati, autrici per Gaia Edizioni de La GuidAgenda CLIL, ci illustrano la teoria dell’iceberg di Cummins.
Nell’articolo del mese di novembre 2022, Linguaggio e pensiero nel CLIL, avevamo incontrato due acronimi, BICS e CALP, che indicano le due abilità che stanno alla base della competenza linguistica, secondo Cummins (1989).
Con la sigla BICS (Basic Interpersonal Communication Skills) indichiamo le abilità comunicative interpersonali di base, quelle che mettiamo in atto quando parliamo nella vita quotidiana, nelle conversazioni tra amici e nelle relazioni informali; con CALP (Cognitive Academic Language Proficiency) denominiamo la competenza linguistica cognitivo-accademica, la lingua che ci serve per affrontare un contenuto disciplinare.
Cummins’ Iceberg Theory
Source: Jim Cummins & Centre for Intercultural Learning (Canada)
Nell’immagine della teoria dell’iceberg di Cummins, le abilità comunicative di base sono rappresentate dalla parte emersa dell’iceberg, quelle messe in atto quando si svolgono attività cognitivamente poco esigenti e legati al concreto (context embedded), mentre la parte sommersa dell’iceberg rappresenta i compiti complessi, slegati dal contesto, astratti (context reduced).
Si tratta quindi di un processo che l’apprendente deve compiere per passare da una lingua legata al contesto a quella completamente astratta dello studio accademico.
Vediamo nel concreto questo passaggio attraverso alcune attività da proporre in classe.
Le attività in classe
Context embedded. Usiamo la lingua di sopravvivenza per attività legate al contesto e semplici, quali:
giocare (ad esempio I go to the market and I buy …);
utilizzare il TPR (Total Physical Response);
dare vita a semplici conversazioni, domande e risposte, in cui l’interlocutore, l’insegnante, aiuta nella comprensione con la mimica facciale o con i gesti (ad es: mostrando una matita ed una penna, si chiederà «Do you want a pencil or a pen?»);
seguire direzioni, dietro un modello dato o leggere indicazioni corredate da immagini;
completare un semplice questionario, dietro modello dato.
Nel passaggio dal Context embedded al Context reduced, l’insegnante proporrà attività o assegnerà compiti ancora legati al contesto, ma cognitivamente via via più complessi, come:
scrivere schede di libri letti, dietro modello dato;
utilizzare grafici, immagini, realia, role plays;
recitare avendo un semplice copione;
fare esperimenti scientifici, contestualmente all’insegnante o subito dopo.
Context reduced. Le attività diventano slegate dal contesto, cognitivamente più esigenti; poiché l’intervento dell’insegnante va scomparendo e l’apprendente diventa il vero artefice del proprio apprendimento, qui è possibile una maggior presenza di errore da parte degli studenti.
dare vita a conversazioni telefoniche (non c’è più l’aiuto della mimica facciale o dei gesti);
completare un form in autonomia, senza più un modello da seguire;
leggere indicazioni o seguire direzioni senza immagini;
scrivere semplici testi;
svolgere un compito senza una precedente spiegazione;
ascoltare le notizie del telegiornale;
leggere testi legati a contenuti specifici.