I presidi non hanno più tempo per la didattica, Uil chiede per loro più Ata ma non il middle management: l’ultimo concorso nella bufera

I presidi italiani sono soffocati dalla burocrazia. L’ha detto alcuni giorni fa il ministro dell’Istruzione. Giuseppe Valditara, durante il convegno nazionale Anp, sostenendo che durante il suo mandato a Viale Trastevere si impegnerà per sgravarli da questo peso.

A sostenerlo è adesso anche la Uil Scuola, che lo ha ricordato di persona durante un incontro svolto con lo stesso ministro Valditara: “Solo il 16% del tempo professionale dei dirigenti scolastici è impegnato in attività educativo-didattiche”, ha ricordato Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, confermando anche la tesi della Tecnica della Scuola, secondo cui i presidi d’oggi hanno ormai cambiato faccia: sono ormai sempre più manager, ed in alcuni casi “arrivano a scambiare la scuola per un’azienda”.

Secondo il leader del sindacato Confederale, oramai abbiamo preso per assodato “un forte sbilanciamento sulla parte amministrativa a discapito della parte didattica”, perché “gran parte

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