E adesso dove vado?
ARTICOLO SCRITTO DA: MARTA BRUSCO FORMATRICE SCUOLA OLTRE
E adesso dove vado?
Scegliere la direzione da prendere dopo la scuola secondaria di primo grado
Arriva la terza media, l’ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado, l’anno delle grandi esperienze e delle grandi emozioni, l’anno in cui si farà magari la prima gita di più giorni lontano da casa. L’anno in cui ci sarà il primo esame di stato, quell’esame tanto atteso e talvolta anche tanto temuto e soprattutto è l’anno in cui ci si inizia a proiettare nel futuro. È proprio durante quest’anno che gli studenti iniziano a chiedersi più concretamente cosa faranno da grandi, chi vorranno diventare e quale scuola gli piacerebbe frequentare negli anni successivi.
Se per alcuni questa scelta sembra semplice e scontata, per altri, e ci verrebbe da dire per la maggior parte, non lo è. Si passa dall’avere mille sogni da bambini “da grande mi piacerebbe fare il pittore, l’astronauta, il giornalista, il medico” all’avere mille incertezze quando si è sul punto di scegliere. Le scuole sono tante e la scelta non è sempre facile da prendere. Si tratta di un cambiamento importante e della prima grande scelta che si prende da soli. Sì, è vero i genitori ci saranno, gli insegnanti saranno lì ad accompagnarli ma la decisione finale spetterà a loro.
Che ruolo ha la motivazione in questa scelta?
La motivazione è quella spinta che ci porta a scegliere di fare una determinata cosa. Può essere interna così come esterna. È esterna quando portiamo avanti un determinato obiettivo per fini posti da terzi; è interna quando viene da dentro, da noi stessi, dalle nostre inclinazioni, passioni e desideri.
Più la scelta sarà motivata dal “scelgo questa scuola perché io lo voglio” (motivazione interna) più i nostri ragazzi saranno motivati nel portare a termine con successo i loro obiettivi. Se invece la scelta è motivata dal “scelgo questa scuola per fare contenta mamma o papà, per rendere fiero di me un insegnante, perché è la scelta più facile, più breve per guadagnare” (motivazione esterna) allora dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a capire in che direzione stanno andando, se stanno raggiungendo un loro obiettivo o quello di qualcun altro.
È importante far capire ai ragazzi che è una scelta da prendere consapevolmente, ragionandoci sopra e guardandosi un po’ dentro, ma che si può cambiare. Purtroppo, capita di prendere una direzione e poi rendersi conto di aver preso il sentiero sbagliato, per interessi, per ambiente o per condizioni esterne: proprio come capita durante una camminata in montagna, anche in questo caso non bisogna far altro che tornare indietro al bivio, rileggere le indicazioni e prendere la direzione che più sentiamo vicina a noi.
Ma quali sono gli strumenti che servono ai ragazzi di oggi per intraprendere questo viaggio, il viaggio dell’orientamento? Un viaggio che inizia fin da piccoli e poi continua per tutta la vita. Vi raccontiamo di un’esperienza che abbiamo vissuto con un gruppo di studenti l’anno scorso. Dopo aver proiettato l’immagine di uno scalatore che era arrivato in vetta con il suo zaino, abbiamo posto ai ragazzi la seguente domanda: “E voi cosa mettereste nello zaino per intraprendere il vostro cammino?”. I ragazzi ci hanno regalato parole piene di emozioni e sogni, parole che ci raccontano di loro e soprattutto ci raccontano della loro voglia di crescere, scoprire il mondo e sé stessi.
Determinazione. Risorse. Voglia di conoscere. Forza di volontà. Resistenza. Sapere. Costanza. Aspettative. Sacrificio. Dedizione. Educazione. Coraggio. Modestia. Perseveranza. Ottimismo. Fiducia. Autostima. Imparare dal Passato. Fatica. Autocontrollo. Saper chiedere aiuto. Saper chiedere consigli. Sostegno. Felicità. Energia. Voglia di fare.
Quali sono i timori rispetto al futuro dei nostri ragazzi?
Tanti si chiedono come saranno i loro futuri compagni di classe, come sarà la loro scuola, se si troveranno bene, come saranno i professori e le nuove materie. Si chiedono anche se riusciranno ad affrontare le prime verifiche, le interrogazioni e a superare il primo anno. Si domandano se riusciranno a raggiungere i loro obiettivi e a raccontare al mondo chi sono.
Tanti altri non riescono a proiettarsi in un futuro lontano, perché i giovani vivono l’oggi e allora chiediamo loro di cosa hanno paura oggi o di cosa hanno avuto paura in passato. E non fermiamoci qui, chiediamo loro come hanno affrontato e come possono affrontare le paure e i timori. Insegniamo loro che la paura è utile e si sconfigge attraverso l’azione, un passo alla volta, mostrando a sé stessi il proprio coraggio. Invitiamoli a focalizzare l’attenzione sui loro strumenti, sui loro mezzi, sui loro successi passati. Possono pensare a verifiche o interrogazioni in ambito scolastico, competizioni in ambito sportivo, musicale, a contesti sociali con amici.
Sono certa che ognuno dei vostri ragazzi ha ricordi di successo, di sconfitta della paura e di nascita di coraggio. Incoraggiamoli a guardare i loro punti deboli su cui lavorare ma, anche e soprattutto, aiutiamoli a scovare le loro risorse e a viverle pienamente.
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