Scuola del merito e qualità dell’insegnamento
Scuola del merito e qualità dell’insegnamento (1)
Francesco G. Nuzzaci
1. Il merito: dove, come e perché
Si è ironizzato sulla nuova denominazione di Ministero dell’Istruzione e del Merito (e perché allora – si è detto – non dell’Equità, o della Prosperità?); e soprattutto si è ferocemente polemizzato. È però legittimo che una coalizione votata dal Popolo Sovrano voglia con immediatezza caratterizzare il proprio programma all’insegna di un vocabolo, che con altrettanta immediatezza ha fatto venire l’orticaria ai pronti a replicare il mantra del “merito come forma di esclusione sociale, tipico del pensiero liberista neoconservatore e autoritario (1).
Certamente, il merito sconta questo peccato originale, che si trascina da sempre, siccome declinato in chiave di esasperata competitività individualistica, così che “parrebbe contraddire quel principio di uguaglianza che, scolpito nell’articolo 3, rappresenta uno dei pilastri sui quali si regge il sistema costituzionale” (2). Ma è, per l’appunto, solo apparenza; poiché la