Appunti sulla Scuola 4.0

APPUNTI SULLA SCUOLA 4.0: MORIREMO DEWEYANI?

dell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante

Leggere il documento del Piano Scuola 4.0 come previsto dal PNRR equivale a prendere atto della dipartita della scuola italiana come concepita e vissuta fino ad oggi.

Naturalmente, poiché nihil ex nihilo fit, i prodromi di questo trapasso non sono di ieri, ma costituiscono una catena di suggestioni, di proposte politico-culturali e di conseguenti interventi legislativi dipanatisi fin dagli anni ’60 del secolo scorso.

Una prima lettura, anche superficiale, suggerisce prepotentemente l’idea dell’abbandono in corso della lingua italiana: non perché ne venga stauita l’emarginazione  dai programmi scolastici, ma per la farcitura di lessico anglosassone che caratterizza il documento.

Già nelle prime pagine ci si imbatte in “next generation classrooms” (classi di nuova generazione) e “next generation labs” (laboratori di nuove generazione); subito dopo si legge “peer learning” (educazione fra pari) “problem solving” (risoluzione di problemi) “cloud computing” (utilizzo di server remoti) cyber security (sicurezza informatica) Internet of

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DIGITAteLier: un approccio integrato tra ricerca, pratica e policy

Un nuovo progetto che si occupa dei modelli pedagogici innovativi per promuovere il benessere digitale nella prima infanzia e nella scuola primaria.

Cosa intendiamo per benessere digitale?Il benessere nell’educazione digitale dei bambini è inteso come una condizione di soddisfazione fisica, cognitiva, sociale ed emotiva che consente loro di partecipare con entusiasmo e sicurezza agli ambienti di apprendimento digitale.Significa che i bambini si sentono a proprio agio con le esperienze vissute attraverso le tecnologie: si sentono compresi, rispettati, stimolati a imparare, immaginare e creare, e affrontano sfide adeguate al loro sviluppo.

Quando il benessere è presente, l’uso di strumenti e metodi digitali favorisce lo sviluppo del loro potenziale, l’espressione libera e sicura di sé e la capacità di agire responsabilmente online. In questo modo, si promuovono fin dai primi anni l’autonomia e la cittadinanza digitale.

DIGITAteLier si articola in quattro fasi principali:

RicercaAnalisi e mappatura di politiche e buone pratiche sul benessere digitale nella prima infanzia e nella scuola primaria. L’indagine considera l’accesso e l’inclusione digitale, l’alfabetizzazione ai media, la resilienza alla disinformazione e lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei bambini.

ModellizzazioneSviluppo di un modello educativo flessibile e adattabile, basato sull’approccio dell’atelier digitale. Il modello integra raccomandazioni europee, buone pratiche esistenti e metodologie innovative sperimentate dai partner.

SperimentazioneTest dei moduli Digital Atelier nelle scuole dei 4 Paesi partner, con il coinvolgimento attivo di insegnanti, educatori e bambini in attività collaborative e creative.

Diffusione e trasferibilitàDiffusione dei risultati e del modello sviluppato tramite formazione, networking e advocacy. Il progetto mira a coinvolgere attivamente scuole, famiglie, istituzioni pubbliche e realtà culturali del territorio, per promuovere un’adozione più ampia e sostenibile dell’atelier digitale.

I partner del progetto

Centro Zaffiria (Coordinatore)

Cineclube de Viseu (Portogallo)Attivo dal 1955, promuove la cultura cinematografica e l’educazione all’immagine con festival, pubblicazioni e percorsi formativi per bambini, giovani e insegnanti.

La Fabulerie (Francia)Sviluppa esperienze educative che combinano narrazione, patrimonio culturale e creatività digitale in un approccio sensibile, giocoso e “low tech”.

Arte Urbana Collectif (Bulgaria)Organizza eventi artistici e culturali per coinvolgere scuole e comunità locali, con particolare attenzione ai contesti periferici e al ruolo dell’arte come leva di cambiamento sociale.

ArtedelContatto (Italia)Promuove dal 2010 l’educazione al linguaggio audiovisivo e ai media nelle scuole, con laboratori pratici e progetti volti a sviluppare pensiero critico, inclusione e partecipazione attiva.

Illustrazioni di Jeanne Anton (La Fabulerie).

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