Il CALENDARIO DELLE PAROLE, da scaricare gratuitamente per le nostre classi: per riflettere, dibattere colorare insieme

Al link in basso riportiamo un bellissimo CALENDARIO DELLE PAROLE che una iscritta sul nostro gruppo Facebook di Guamodì Scuola ha deciso di donare alla community.

Si tratta di un calendario che ogni mese evidenzia una parola, contornata da disegni ed elementi tipici della stagione a cui fa riferimento, da affiggere in classe e che gli alunni possono colorare a loro piacimento.

Si tratta di un  calendario che vuole accompagnare il nuovo anno ma che vuole anche essere
  • un motivo per riflettere insieme sui significati e sull’uso di “parole”,
  • per discutere e far esercitare su “debate” gli alunni e le aluune e abituarli ad esprimere opinioni e pareri
  • per vivere un anno insieme mese dopo mese
… BUON 2023 A TUTTE E TUTTI

Una simpatica idea di Daniela Bianchi per iniziare l’anno nuovo.

Grazie Daniela 🙂

SCARICA QUI IL CALENDARIO DELLE PAROLE 

Continua la lettura su: http://www.guamodiscuola.it/2023/01/il-calendario-delle-parole-da-scaricare.html Autore del post: Guamodi Scuola Fonte:

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Il Debate

Il Debate: Un Percorso di Crescita Critica e Dialogo nel Mondo Educativo

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Il Debate, o “dibattito argomentativo”, rappresenta una pratica educativa e competitiva strutturata sul confronto dialettico tra idee opposte, finalizzata allo sviluppo di competenze cognitive, comunicative e critiche. Questo strumento, che ha radici nella tradizione filosofica della dialettica socratica e aristotelica, si è evoluto nel tempo fino a diventare un metodo formativo fondamentale nelle scuole e nelle università a livello globale. Nel Debate, i partecipanti sono chiamati a difendere o confutare una determinata posizione attraverso l’uso di argomentazioni logiche e dati empirici, con l’obiettivo di persuadere una giuria o un pubblico. La sua struttura prevede un’interazione dinamica tra discorsi preparati e confutazioni in tempo reale, richiedendo prontezza di riflessi e capacità analitiche.

Dal punto di vista pedagogico, il Debate è uno strumento estremamente efficace nell’apprendimento attivo, favorendo il coinvolgimento diretto degli studenti nel processo di acquisizione delle competenze. Le attività di ricerca, organizzazione delle informazioni e costruzione di argomentazioni rafforzano il pensiero critico e promuovono la capacità di gestire e sintetizzare grandi quantità di dati. Inoltre, il debate sviluppa abilità sociali come la gestione dei conflitti e la collaborazione in team, oltre a migliorare le competenze di comunicazione verbale e non verbale.

Le neuroscienze confermano che il Debate stimola attivamente le funzioni esecutive del cervello, in particolare la memoria di lavoro, la risoluzione di problemi complessi e la flessibilità cognitiva. Partecipare a un Debate richiede un costante adattamento alle argomentazioni dell’avversario, favorendo così la neuroplasticità e migliorando le capacità decisionali in situazioni di pressione.

Il Debate è inoltre parte integrante del movimento delle Avanguardie Educative, che promuove metodologie didattiche innovative volte a potenziare l’apprendimento attraverso la pratica e l’interdisciplinarità. In Italia, diversi istituti, come l’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana” di Milazzo, adottano il Debate come strumento formativo per sviluppare competenze trasversali e incoraggiare l’approccio critico e creativo degli studenti.

Le competizioni di Debate si svolgono a livello nazionale e internazionale, con eventi come il World Schools Debating Championship (WSDC) e le Olimpiadi di Debate, promosse dal Ministero dell’Istruzione. Questi tornei stimolano la partecipazione attiva degli studenti, offrendo loro un’opportunità di misurarsi con coetanei provenienti da diverse parti del mondo, in un ambiente di confronto intellettuale e crescita personale.

In sintesi, il Debate rappresenta un metodo didattico completo e multidimensionale, che combina aspetti educativi, cognitivi e sociali, favorendo lo sviluppo di competenze fondamentali per affrontare le sfide del mondo contemporaneo.

L’origine e la storia del Debate

Le radici del Debate affondano nell’antica Grecia, dove filosofi come Socrate e Platone usavano la dialettica per giungere alla verità attraverso il confronto tra tesi opposte. Anche nell’antica Roma, la retorica era uno strumento fondamentale per i politici e gli intellettuali, che si confrontavano su temi politici e morali. Nel Medioevo, i dibattiti divennero parte integrante delle università europee, in cui gli studenti di filosofia e teologia si cimentavano in dispute per difendere o confutare determinate argomentazioni.

Nel contesto moderno, il Debate si è strutturato come attività educativa e competitiva nelle scuole e nelle università di tutto il mondo. A partire dal XIX secolo, in particolare negli Stati Uniti e nel Regno Unito, i tornei di Debate iniziarono a diffondersi come competizioni formali, consolidandosi nei programmi scolastici e universitari. Oggi, è uno strumento formativo utilizzato in molti paesi per migliorare le competenze oratorie, critiche e persuasive degli studenti.

Come si realizza un Debate?

Il Debate segue una struttura ben definita, che prevede la suddivisione dei partecipanti in due squadre: una a favore (pro) e una contro (contro) un determinato argomento. Le squadre si alternano esponendo argomentazioni e confutazioni. La preparazione degli interventi richiede una ricerca accurata di dati e fonti, che serve per costruire un discorso persuasivo e logico. Ci sono diversi formati di Debate, tra cui il formato parlamentare britannico, quello di Lincoln-Douglas e il World Schools Debating Championship (WSDC).

Nel corso del dibattito, gli studenti devono dimostrare non solo capacità oratorie e retoriche, ma anche prontezza mentale per rispondere alle argomentazioni avversarie in tempo reale. È centrale anche l’uso di strategie di comunicazione non verbale e di tecniche persuasive, che coinvolgono non solo la razionalità dell’uditorio, ma anche le emozioni.

Primi Passi nel Debate: Coltivare il Pensiero Critico nella Scuola Primaria

Nella scuola primaria, l’introduzione del Debate può avvenire attraverso temi semplici e vicini all’esperienza quotidiana dei bambini, favorendo un approccio graduale e stimolante alla pratica del confronto argomentativo. Temi come “Gli animali domestici dovrebbero andare a scuola?”, “I videogiochi fanno bene o male?”, oppure “È meglio fare i compiti subito o giocare prima?” possono risultare coinvolgenti e accessibili per i più piccoli. Questi argomenti non solo catturano l’attenzione dei bambini, ma permettono loro di imparare a prendere posizione, argomentare le proprie idee e ascoltare quelle dei compagni.

Le modalità di svolgimento devono essere adeguate all’età, semplificando la struttura del debate classico. Un esempio potrebbe essere l’uso di un format più flessibile e ludico, come la “mini-debate”, in cui le squadre, composte da pochi studenti, si alternano nel presentare una singola argomentazione, seguita da un confronto moderato. È possibile anche utilizzare supporti visivi, come cartelloni o immagini, che aiutino i bambini a visualizzare meglio le idee da discutere.

Un’altra modalità efficace è il “Debate a ruoli”, in cui ogni studente ricopre un ruolo specifico (portavoce, cronometrista, osservatore) all’interno del team, favorendo così lo sviluppo di competenze organizzative e collaborative. In questo modo, tutti i partecipanti si sentono coinvolti attivamente e possono sperimentare diverse forme di contributo all’interno del dibattito.

Dal punto di vista pedagogico, il Debate può essere integrato con altre materie curricolari. Per esempio, in storia, si possono proporre dibattiti su argomenti semplici come “Era giusto che gli antichi Romani conquistassero altre terre?”, mentre in scienze si potrebbe discutere su temi ambientali come “È meglio riciclare o ridurre i rifiuti?”. Questo approccio multidisciplinare consente ai bambini di connettere le competenze argomentative con le conoscenze acquisite nelle diverse aree di apprendimento, rendendo il processo educativo più significativo e coeso.

Inoltre, si potrebbero introdurre momenti di riflessione finale, in cui i bambini discutono su come si sono sentiti durante il Debate, cosa hanno imparato dagli altri e come potrebbero migliorare il loro modo di esprimere le idee. Questo favorisce l’autovalutazione e la crescita personale, offrendo un primo approccio alle competenze metacognitive.

In conclusione, l’esperienza del Debate nella scuola primaria, attraverso temi e modalità adeguati, rappresenta un’opportunità preziosa per introdurre i bambini al pensiero critico, alla riflessione e al rispetto reciproco, stimolando fin da piccoli un approccio attivo e responsabile alla comunicazione e all’apprendimento.

Avanguardie Educative e Debate

Il Debate è diventato un elemento chiave nel contesto delle avanguardie educative, poiché rappresenta un approccio innovativo che stimola il pensiero critico e la partecipazione attiva degli studenti. In Italia, il Movimento delle Avanguardie Educative, promosso da INDIRE, supporta l’introduzione di metodologie didattiche innovative come il Debate per superare i tradizionali modelli trasmissivi di insegnamento e creare ambienti di apprendimento più dinamici e coinvolgenti. Il Debate è infatti una pratica che integra competenze trasversali come la collaborazione, il problem-solving, il pensiero critico e la capacità di gestire il tempo.

Gare nazionali e internazionali di Debate

Le competizioni di Debate sono oggi diffuse in tutto il mondo e costituiscono una parte essenziale della formazione retorica e critica degli studenti. A livello internazionale, esistono numerosi tornei di rilievo, tra cui il World Schools Debating Championship (WSDC), uno dei più prestigiosi, che vede la partecipazione di squadre provenienti da diversi paesi. Le squadre competono su temi globali di grande attualità, affinando le loro capacità oratorie, di pensiero critico e collaborazione. Un altro torneo di rilievo è quello organizzato dalla National Speech and Debate Association (NSDA) negli Stati Uniti, che include competizioni per studenti delle scuole superiori e università. Questo torneo ha una lunga tradizione e rappresenta una piattaforma importante per promuovere il dibattito nelle scuole. Un altro evento di grande rilievo è il European Universities Debating Championship (EUDC), in cui le università europee si sfidano su temi di politica, etica e questioni globali.

In Italia, il Debate ha fatto il suo ingresso ufficiale nelle scuole superiori nel 2016, grazie all’impegno del Ministero dell’Istruzione, che ha promosso la pratica attraverso competizioni come le Olimpiadi di Debate. Le Olimpiadi rappresentano un momento chiave per gli studenti italiani, che si confrontano in dibattiti strutturati su questioni di grande attualità. Questi tornei offrono agli studenti l’opportunità di sviluppare competenze trasversali fondamentali, come l’argomentazione critica, il lavoro di squadra e la gestione del tempo. La competizione coinvolge scuole di tutto il paese, rafforzando la diffusione di questa pratica nelle istituzioni scolastiche.

Nel corso degli anni, altre competizioni e progetti si sono aggiunti al panorama del Debate in Italia, come il Saper(e)Consumare Debate League, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che si focalizza su temi di educazione digitale, sostenibilità e diritti dei consumatori. Entrambe le competizioni rafforzano le capacità cognitive, l’oratoria e il pensiero critico degli studenti, coinvolgendo scuole da ogni regione d’Italia​ molti delle quali parte del movimento delle Avanguardie Educative di INDIRE, vedono nel Debate un’opportunità di innovazione metodologica. I programmi educativi che includono il Debate stanno trasformando l’approccio all’insegnamento, stimolando una partecipazione attiva degli studenti e potenziando le competenze trasversali.

Sul fronte internazionale, il Debate italiano si allinea con pratiche consolidate in paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove le competizioni di Debate sono una parte fondamentale del curriculum formativo. Questo confronto globale consente agli studenti italiani di partecipare a tornei internazionali e di confrontarsi con coetanei di tutto il mondo, ampliando le loro prospettive e contribuendo alla loro crescita personale e sociale.

Aspetti pedagogici e neuroscientifici del Debate

Dal punto di vista pedagogico, il Debate si inserisce pienamente nell’apprendimento attivo, in cui gli studenti sono protagonisti della costruzione del proprio sapere. Questo metodo richiede lo sviluppo di competenze fondamentali come il pensiero critico, la capacità di formulare argomentazioni logiche, il lavoro di squadra e la gestione del tempo. Partecipare a un Debate spinge gli studenti a svolgere ricerche approfondite, riflettere criticamente, e rispondere in tempo reale alle confutazioni degli avversari. Questo processo migliora la loro capacità di prendere decisioni rapide e fondate, oltre a incoraggiare l’autonomia di pensiero.

Dal punto di vista neuroscientifico, il Debate è una palestra per il cervello, poiché coinvolge simultaneamente molteplici operazioni cognitive. Durante un dibattito, vengono attivate funzioni esecutive come la memoria di lavoro, l’inibizione di risposte automatiche e la flessibilità cognitiva, che permettono agli studenti di adattarsi a nuove informazioni e rispondere ai cambiamenti ambientali. Questi processi sono strettamente legati alla neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzare le proprie connessioni neuronali in risposta all’esperienza. Studi dimostrano che il Debate, attraverso l’impegno attivo e la risoluzione di problemi complessi, potenzia tali funzioni esecutive, favorendo l’apprendimento a lungo termine e migliorando la capacità di affrontare situazioni complesse in modo adattivo.

Inoltre, l’allenamento della flessibilità cognitiva, che consente di cambiare strategia o prospettiva durante un Debate, è associato a risultati accademici migliori in discipline come la matematica e la lettura, e rappresenta un’importante dimensione delle funzioni esecutive in via di sviluppo, specialmente durante l’infanzia e l’adolescenza. Questo aspetto evidenzia come il Debate non solo rafforzi le capacità cognitive, ma anche la plasticità del cervello, permettendo una crescita cognitiva continua anche in età avanzata

Conclusioni

Il Debate non è solo uno strumento didattico, ma un’arte del confronto, una danza tra le idee che sprona la mente e il cuore a sfidare se stessi e gli altri. È una palestra dove le parole si allenano, i pensieri si affinano e le voci si fanno ponti tra mondi diversi. In questo dialogo serrato, ogni studente impara a costruire, smontare e ricostruire visioni del mondo, a cogliere la bellezza della diversità delle opinioni e a scoprire la forza della propria argomentazione.

Attraverso il Debate, il pensiero critico e creativo si fondono, le competenze cognitive si espandono, e si rafforzano legami sociali che insegnano il valore dell’ascolto e del rispetto. Le Avanguardie Educative hanno saputo cogliere l’anima del Debate, facendone un ponte tra tradizione e innovazione, tra il sapere di ieri e le sfide di domani. In ogni parola pronunciata, in ogni idea difesa, c’è un passo avanti verso la formazione di individui capaci di navigare con coraggio e consapevolezza nel mare in tempesta del mondo contemporaneo.

Il Debate è la prova che il vero dialogo non finisce mai, ma continua a crescere, a trasformarsi, come una fiamma che illumina la via verso un futuro fatto di idee, di confronto, di rispetto reciproco e di incredibili opportunità.

Perché creare e far crescere la tua e-learning community

Una e-learning community è un luogo privilegiato per unire la formazione aziendale online a principi di cooperazione, condivisione e collaborazione. A tutto vantaggio della produttività e del benessere organizzativo.
Il modello di apprendimento comunemente diffuso è un tipo di apprendimento sociale e interessa le persone fin dai primi anni di età. I bimbi vengono inseriti in una classe e, come gruppo, iniziano a imparare.
Esistono, certo, anche tipi di apprendimento individuale, leggere un libro, guardare un documentario o un tutorial, una lezione privata, ma in linea generale l’apprendimento è spesso legato a una comunità.
Per i sociologi Jean Lave ed Etienne Wenger, l’apprendimento è un atto di partecipazione sociale. Fin dal 1991 hanno diffuso il concetto di comunità di pratica, in cui i partecipanti possono co-creare un “repertorio condiviso di risorse: esperienze, storie, strumenti, modi per affrontare problemi ricorrenti”.
Questa idea di un insieme condiviso di risorse e storie è il punto in cui nasce la e-learning community, una comunità di apprendimento sociale online che può essere un fantastico modo di costruire una visione aziendale condivisa per collaboratori che operino da più sedi, in Italia o nel mondo.
Il punto di partenza per la creazione di una learning community è naturalmente l’identificazione di un luogo virtuale come una piattaforma e-learning che possa offrire la possibilità di un apprendimento sincrono o asincrono unito a tutte le caratteristiche che caratterizzano una “scuola”: possibilità di riunirsi in gruppi per collaborare, archivio documentale per i contenuti formativi multimediali, possibilità di contattare in modo rapido tutor e docenti, chat, forum, e spazio riservato a condivisioni di nuove prassi e buone pratiche, in audio o video, quello che in Teleskill chiamiamo Wiki- Experience.
Si tratta dell’opportunità, per chi deve apprendere, di poter accedere a sessioni dal vivo guidate da istruttori e risorse di apprendimento, con un focus significativo sull’apprendimento sociale. In altre parole, interagire con i propri colleghi attraverso dibattiti e discussioni online.
Come tutte le comunità, anche quella di una e-learning community richiede alcune accortezze per farla crescere e sviluppare armonicamente. Vediamo insieme quali.
Individuare il facilitatore della e-learning community

Tra i docenti è importante scegliere con accuratezza la figura del facilitatore.
Essere il facilitatore di una comunità online significa favorire le relazioni tra le persone. Non si tratta solo del tradizionale trasferimento di conoscenze o dell’insegnamento.
Tanto per fare qualche esempio, un buon facilitatore creerà un piano di contenuti didattici da pubblicare, che potrebbe includere commenti su ulteriori letture dopo una sessione webinar o porre una domanda per generare dibattito. Potrebbe avviare un sondaggio, richieste di riflessione o tenere una webinar di domande e risposte per conoscere in modo sempre più preciso le esigenze dei singoli e del gruppo.
Incentivare il social learning per il successo della comunità

Anche se la formazione aziendale avviene in una piattaforma e-learning, la comunità deve essere libera di comunicare con altre comunità. Non è un sistema chiuso, ma anzi può essere il modo migliore per attrarre sempre più membri nella nostra e-learning community. Il social learning è quindi un ulteriore strumento per interessare e coinvolgere i discenti al progetto formativo.
Favorire le comunità di pratica

Una learning community richiede una o più comunità di pratica, un luogo virtuale dove poter imparare in modo collaborativo, settorialmente su un argomento specifico. Un’altra caratteristica della comunità di pratica è la volontà di apprendere volontariamente, senza l’input del docente. La comunità di pratica sviluppa una conoscenza di tipo verticale su un dato tema ed è lo spazio in cui i principi di cooperazione e collaborazione diventano più rilevanti. La leadership è diffusa e l’aiuto dei colleghi è di stimolo e di supporto. Un luogo in cui esprimersi per far crescere una cultura collaborativa e condivisa e per apprendere in modo più autonomo rispetto all’apprendimento tradizionale.
Promuovere condivisione e fiducia

In una learning community si cresce tutti insieme. Quando si analizza collettivamente un metodo o una procedura che non ha funzionato non è tanto importante individuare il responsabile e attribuire una colpa, quanto piuttosto capire, collettivamente, cosa si può fare meglio, e quindi imparare dall’errore.Questo processo di fiducia si instaura più facilmente lavorando nelle comunità di pratica, soprattutto se si incoraggia la discussione, il confronto, la collaborazione e la condivisione.
Aiutare chi deve apprendere a “fare rete”

In una e-learning community i nuovi entrati devono poter comunicare facilmente con i senior e con i manager. Si impara l’uno dagli altri perché la comunità è anche un luogo di reverse mentoring, in cui ci si scambiano conoscenze e competenze.
Insieme a una serie di webinar si possono anche promuovere e incoraggiare i video e i podcast con dirigenti aziendali senior, in modo che diversi leader possano condividere le proprie esperienze e momenti di apprendimento.
I giovani potrebbero usare Wiki-Experience per condividere o proporre sistemi che velocizzino le procedure grazie alle nuove applicazioni digitali.
Monitorare la e-learning community

Una piattaforma e-learning specifica per la formazione come Teleskill Web Academy offre una reportistica molto accurata di ogni utente. Questo aiuta a conoscere i bisogni del singolo e del gruppo e ad offrire a tutti ciò di cui hanno bisogno: può essere un incontro personale con un docente, un webinar di approfondimento o altro ancora. Chat e forum sono uno strumento prezioso per conoscere il sentimento della comunità e anche in questo caso offrire risorse e contenuti sempre più professionalizzanti.

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