Esame di Stato, il colloquio pluridisciplinare può servire per far emergere la “maturità” dello studente
Le recenti disposizioni che regolamentano lo svolgimento degli esami di maturità, che segna “un passaggio sostanziale e simbolico nel processo di costruzione del proprio progetto di vita”, oltre alle due prove scritte nazionali, prevedono la prova orale che è definita con il termine “colloquio in chiave multi e interdisciplinare al fine di valutare la capacità dello studente di cogliere i nessi tra i diversi saperi collegandoli opportunamente tra loro e sarà finalizzato ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale”.
Viene, quindi, riproposta la formula di “colloquio” e non di interrogazione, garantendo all’esame la valenza di un “atto educativo” a conclusione del percorso scolastico.
Il colloquio finale si pone come momento di sintesi del “dialogo educativo” che l’azione didattica formativa ha inteso svolgere nel corso degli anni scolastici.
La connotazione “pluridisciplinare” caratterizza la specificità degli argomenti che vengono presentati dallo studente.
La prova orale non potrà essere, quindi,
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