Stipendi NoiPA febbraio 2023, arriva il conguaglio: chi è a credito e chi a debito

Stipendi NoiPA di febbraio 2023i lavoratori dovranno aspettarsi il conguaglio fiscale che influirà sugli importi dello stipendio. Qualcuno sarà a debito nei confronti dello Stato e avrà un importo più basso, mentre qualcun altro sarà a credito e percepirà un importo più alto. Vediamo cos’è il conguaglio fiscale e come si determina chi è a debito e chi è a credito.

Conguaglio fiscale degli stipendi NoiPA

Come spiega il portale NoiPA nella sezione dedicata alla gestione degli stipendi, “il conguaglio fiscale è il calcolo definitivo delle imposte Irpef e delle addizionali dovute dal lavoratore o dal pensionato al termine di ogni anno solare“. Entro il mese di febbraio, NoiPA effettua un conguaglio tra le ritenute d’acconto applicate ogni mese nel cedolino durante l’anno solare precedente e l’imposta effettivamente dovuta. Ciò crea un credito o un debito per il lavoratore, con conseguente effetto sull’importo dello stipendio.

NoiPA febbraio 2023: conguaglio a debito o a credito?

In sede di conguaglio fiscale NoiPA può risultare:

  • un credito a favore del lavoratore, quando l’imposta dovuta è inferiore alla somma delle ritenute già applicate nel corso dell’anno solare precedente; ciò porta ad un rimborso e quindi ad un importo più alto dello stipendio.
  • un debito a carico del lavoratore, quando l’imposta dovuta è superiore alla somma delle ritenute già applicate nel corso dell’anno precedente; in tal caso, la ritenuta a conguaglio sarà presente nel cedolino.

Per il personale in servizio, ma per il quale lo stipendio relativo alla mensilità di febbraio non è stato emesso per qualsiasi ragione (part-time verticale, aspettativa, ecc.):

  • l’eventuale conguaglio a debito è indicato nella CU (Certificazione Unica) al punto 168-IRPEF, e il versamento all’erario deve essere effettuato dal dipendente;
  • l’eventuale credito sarà corrisposto con emissione speciale effettuata entro il mese di giugno 2023.

Personale scolastico e arretrati

Il personale scolastico è preoccupato del fatto che gli arretrati ricevuti a dicembre possano influire sul conguaglio fiscale 2023. Abbiamo già spiegato in quali casi qualcuno potrebbe trovarsi a pagare un conguaglio più alto.

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Stipendi NoiPA e addizionali regionali e comunali: cosa cambia in base alla residenza?

Quando si esamina un cedolino degli stipendi Noipa, e si guardano gli importi relativi alle addizionali Irpef, è importante comprendere che queste sono legate alla residenza dei contribuenti. Cosa significa questo? Che in base al comune e alla regionale in cui il lavoratore risiede, gli importi possono essere più alti o più bassi. Ogni Regione e ogni Comune stabilisce quale aliquota applicare e, quindi, per cui esistono tante addizionali regionali quante sono le regioni d’Italia (21) e tante addizionali comunali quanti sono i comuni d’Italia (7901) E questi importi verranno addebitati dal mese di marzo al mese di novembre di ogni anno.

Addizionali Irpef negli stipendi NoiPA: i codici

Le addizionali regionali e comunali all’Irpef sono imposte locali che si calcolano sull’imponibile fiscale dell’anno precedente indicato nella Certificazione Unica. Gli enti locali possono anche decidere di proporre più aliquote diversificate in base agli scaglioni di reddito, ma tutti devono comunicare al Ministero dell’Economia e delle Finanze entro il 28 febbraio di ogni anno, le aliquote applicate. Possono essere consultate sul sito del Dipartimento delle Finanze al link http://www.finanze.gov.it/, sezione “Fiscalità regionale e locale”. Nei cedolini NoiPA le addizionali Irpef presentano i seguenti codici:

codice Axx per le addizionali regionali (“xx” rappresenta il codice regione);

codice CC1 per il saldo addizionale comunale dell’anno precedente;

codice CC0 per il saldo addizionale comunale dell’anno corrente;

Importi diversi per residenze diverse

Considerato quanto spiegato sopra, è chiaro che in base alla zona di residenza, cambiano anche gli importi delle addizionali regionali e e comunali all’Irpef. Per cui può succedere che se un lavoratore cambia residenza (cambia regione o comune di appartenenza), veda modificati anche gli importi di queste imposte (a partire dall’anno d’imposta successivo). Supponiamo un lavoratore che quest’anno (2023) dalla regione Sicilia, Palermo, si trasferisce in Lombardia, a Milano. In questo caso, per via del cambio residenza, vedrà applicarsi le aliquote delle addizionali nel seguente modo:

per tutto il 2023 le addizionali regionali saranno versate alla regione Sicilia e quelle comunali al Comune di Palermo.

nel 2024 le addizionali regionali saranno versate ancora alla Sicilia (vale la residenza al 1° gennaio 2023) mentre l’acconto dell’addizionale Comunale verrà versato al comune di Milano e il saldo al comune di Palermo.

dal 2025 l’addizionale regionale verrà versata alla Regione Lombardia e l’addizionale comunale (acconto e saldo) al Comune di Milano.

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