AND, no a stipendi geograficamente differenziati
“La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni” – K. Marx.
A volte non basta l’intenzione, per quanto animata dai più nobili sentimenti, per ottenere il risultato auspicato. Spesso altri fattori possono condizionarne il percorso, tanto da far sortire un esito opposto a quello desiderato.
La proposta di una differenziazione geografica degli stipendi dei docenti italiani può apparire una risposta coerente con le differenze territoriali del costo della vita, che altro non sono che l’espressione sintomatica dei divari economici e sociali non risolti da ben 160 anni dall’Unità d’Italia.
Al contrario, di fatto, una differenziazione territoriale degli stipendi nella pubblica amministrazione non solo attesterebbe il fallimento delle politiche regionali, tra l’altro la gran mole di risorse destinate al Sud hanno ingrassato l’economia del Nord, cui ancora contribuisce la migrazione intellettuale dalle regioni meridionali, ma, implicitamente, certificherebbe la resa dello Stato a perseguire l’obiettivo di superare quei nefasti
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