EDUCAZIONE CIVICA -AGENDA 2030
ARTICOLO SCRITTO DA: ANNA ABBATE, FORMATRICE SCUOLA OLTRE
Ormai è trascorso più di un anno, da quando l’educazione civica è tornata a far parte delle materie scolastiche per tutti gli ordini e gradi d’istruzione. Le Linee Guida, adottate in applicazione della legge 20 agosto 2019, n. 92 recante “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica” prevede che vi siano dedicate non meno di 33 ore. La disciplina attraversa e tocca tutti i temi posti anche sotto la luce dei riflettori dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta nel 2015 da 193 paesi membri dell’ONU, prevede il perseguimento nonché il raggiungimento di obiettivi entro il 2030 con azioni mirate verso il benessere delle persone e del pianeta tutto. (https://unric.org/it/agenda-2030/). Oggi, questa materia, assume un ruolo di estrema importanza in quanto trasversale a tutte le altre discipline di apprendimento, e rappresenta l’insegnamento principe per educare futuri uomini e donne capaci di discernere, di manifestare un proprio senso critico, di saper comprendere le questioni sociali, economiche e culturali che la storia attraversa. La scuola non può e non deve più essere concepita solo come il luogo dove apprendere nozioni, bensì come il luogo eletto a far evolvere l’individuo in tutta la sua complessità, aiutandolo a capire se stesso e a comprendere quale sia il suo ruolo nella società, fin da giovane.L’educazione civica è materia fondamentale per istruire e condurre gli alunni a divenire cittadini consapevoli dei loro diritti ma anche dei doveri, cominciando proprio da una conoscenza della Costituzione profonda e analitica. È doveroso far conoscere e comprendere ai ragazzi i princìpi fondamentali della Costituzione, è necessario perché un giorno possano godere a pieno del titolo di “cittadini”. Gli indirizzi e precetti generali che magistralmente valgono e disciplinano ogni sfera del vissuto umano devono rappresentare per i giovani il “faro” da perseguire e difendere sempre.
- I diritti inviolabili dell’uomo
- I doveri inderogabili di solidarietà
- L’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, razza, opinioni politiche, condizioni personali e sociali
- La rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana
- Il diritto al lavoro
- L’unità e indivisibilità della Repubblica
- Il ripudio della guerra
- L’impegno a promuovere e favorire le organizzazioni internazionali che operano per garantire pace e giustizia
Se lo studio della Costituzione è quindi la base dalla quale partire, gli altri temi importanti che devono essere indagati con gli alunni vertono sullo sviluppo sostenibile, l’educazione ambientale, la cittadinanza attiva, la cittadinanza digitale, il diritto alla salute, la legalità e molto altro ancora. Gli argomenti da trattare sono corposi ed è impensabile di poterli risolvere in sole 33 ore, ma sta proprio alla capacità di noi insegnanti cogliere nel nostro quotidiano e nelle materie di studio proposte, spunti e agganci per attivare collegamenti, riflessioni e dibattiti con i nostri giovani. Se i ragazzi avranno fatto propri, e interiorizzato fin dai primi anni di Scuola Primaria, i concetti cardine della Costituzione, sarà quasi istintivo assumere determinati atteggiamenti; per esempio, sarà quanto mai naturale per il bambino portare rispetto verso l’altro, verso l’ambiente, verso la natura e il contesto in cui vive. Diventeranno concetti connaturati in loro e che cresceranno con loro. Ma come portare i giovani ad amare la Carta Costituzionale? I giovani devono conoscere il contesto storico da cui è scaturita, devono capire le conquiste raggiunte grazie ai principi espressi in essa e poi la devono leggere, studiare e vivere! Come disse bene Piero Calamandrei, in un suo discorso sulla Costituzione a giovani studenti di Milano “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”. In un momento storico nel quale vi è la tendenza sempre più in voga di “deresponsabilizzare” i giovani e di demandare le responsabilità sempre ad altri, educarli ad essere protagonisti delle loro azioni, delle loro scelte e quindi anche delle relative conseguenze, è determinante per aiutarli a crescere.
Educando ragazzi e ragazze all’empatia, al rispetto di sé e degli altri, disporranno di carte importanti per la loro crescita. Anche l’educare al “bello” rientra ampiamente tra le materie trasversali: permette ai giovani di conoscere il loro mondo con uno sguardo attento e sensibile al senso estetico, che poco a poco diventerà un valore personale da perseguire nel corso della propria vita. Educare al bello permette a noi docenti di condurre i giovani a cogliere il “bello” intorno a loro, riconoscendo anche le diversità che tanto ci arricchiscono e ci fanno crescere ed evolvere.Lo studio del “bello” non può e non deve limitarsi al solo studio dell’educazione artistica, ma anche in questo caso ci dev’essere collaborazione tra noi docenti affinché si declini questo concetto nelle varie discipline didattiche: per educare alla “bellezza” verrà stimolata l’educazione all’ascolto, all’osservazione, alla concentrazione. Per riassumere, il nostro compito primario oggi come docenti è educare alla “consapevolezza”, affinché germogli nei giovani il desiderio di proteggere, tutelare e preservare tutto ciò che di bello abbiamo intorno a noi e dentro di noi.
Il ritorno dell’educazione civica come materia curriculare, concepita attraverso un nuovo approccio è a mio parere una grandissima opportunità sia per noi docenti che per i nostri giovani alunni.
L’essere chiamati a diventare cittadini consapevoli comporta assai più della sterile acquisizione di concetti, regole e nozioni astratte. Insegnamento e apprendimento devono lavorare armonicamente educando il giovane a comprendere quale sia il suo posto nella società, nel mondo tutto. Volendo immaginare davvero una nuova società credo sia il tempo giusto per gettarne le fondamenta. Le scuole, insieme alla collaborazione delle famiglie, sono il luogo ideale per stimolare e coinvolgere i giovani ad appassionarsi alla “conoscenza” nel senso più ampio del termine:
- conoscenza di noi stessi
- conoscenza dell’altro
- conoscenza del mondo naturale e delle infinite e magnifiche forme di vita presenti
- conoscenza delle norme e regole che ci si è dati
Una conoscenza che non sia mai “finita” ma sempre capace e pronta a mettersi in discussione, aperta al confronto a nuove o idee diverse dalle proprie; un sapere che permetta ai giovani di oggi e adulti di domani di saper padroneggiare ragionamenti, deduzioni e pensiero critico autonomo.Nell’era della globalizzazione, dove l’omologazione sembra essere il must, l’educazione civica può divenire quello strumento in grado di invertire la tendenza, di poter aiutare le nuove generazioni ad emergere e fiorire nelle proprie diversità, nelle proprie personalissime idee, linfa vitale per una “democrazia” propriamente intesa.
“Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte Costituzionale”. (Piero Calamandrei)
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