La scuola dell’indifferenza
Accolgo l’ennesima provocazione ministeriale riguardo gli stipendi differenziati nella prossima scuola dell’autonomia – questa volta differenziata – per cercare di fare in modo che il continuo e strategico pour parler non lasci indietro l’essenziale:
Ad oggi, la scuola in Italia, nonostante la sua rinnovata veste dirigenziale, la personalità giuridica, la tanto famigerata “apertura al territorio”, continua essenzialmente a vivere delle misere prebende dello Stato.Nessun ente pubblico più della scuola è sconnesso con il presente e vive in modo, oramai surreale, il ritardo con il proprio tempo.Tale ritardo sembrerebbe, però, dall’inerzia dei suoi attori (dirigenti, docenti, famiglie e discenti) non procurare tanto dispiacere.
Alla luce di queste tre considerazioni vorrei quindi chiedermi e chiedervi: perché è così e non altrimenti?
Forse perché l’intento è quello di privatizzare il diritto all’istruzione, lasciando che l’offerta pubblica divenga così scadente ed inetta da estinguersi gradualmente da sola, così come di fatto
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