La sperimentazione “Classi in rete” presentata al Convegno SIPED

Dal 2 al 4 febbraio 2023 l’Università di Bologna ha ospitato il Convegno nazionale SIPED (Società Italiana di Pedagogia) dal titolo «Sistemi educativi, orientamento, lavoro». L’evento ha visto coinvolti oltre 500 studiosi che hanno presentato un contributo scientifico, nell’ambito di un convegno articolato in 40 sessioni di lavoro e nel quale hanno dialogato oltre 1000 soci.
Un Convegno che, come indicato dalla prof.ssa Francine Jiullien- Gauthier ( docente nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Université Laval, Québec) «pone l’attenzione sulla necessità di costruire percorsi che intrecciano il contesto scuola e sull’inclusione lavorativa e sociale». Lo sguardo è, così, rivolto ad un approccio formativo integrato che vede il coinvolgimento di intere comunità impegnate in interventi di inclusione professionale in collaborazione con le scuole, in contesti di socializzazione fuori dalla scuola e nelle imprese.

La formazione integrata nella comunità si basa sulla creatività, l’aiuto reciproco e l’integrazione tra le competenze. Queste pratiche educative sfruttano l’intelligenza collettiva e creano partenariati efficaci per l’inserimento professionale di persone con fragilità. La cooperazione tra le reti territoriali diventa, come sottolineato anche da Vanna Iori (Parlamentare e Docente presso Università Cattolica del Sacro Cuore) «un tassello fondamentale per rilanciare il nesso inscindibile tra educazione e sviluppo».
La sessione parallela “Università, scuole, tecnologie, orientamento e lavoro. Tra storia e didattica, progetti e linee di ricerca pedagogica” presieduta dal prof. Michele Baldassarre (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”) e dalla prof.ssa Giovanna Del Gobbo (Università degli Studi di Firenze) ha accolto il contributo del gruppo ricerca delle Piccole Scuole dal titolo “Classi in Rete. I principali risultati“. Giuseppina Rita Jose Mangione ha presentato a partire da una Narrative review sulle differenti accezioni di remoteness e richiamando gli studi internazionali inerenti l’uso delle tecnologie nella didattica delle cosiddette “rural schools”, l’importanza del progetto internazionale “Classi in Rete” e gli impatti sulla qualità didattica e sul cambiamento nella progettazione, nella gestione e nella relazione delle classi delocalizzate. L’esperienza guarda alle tecnologie in un’ottica emancipativa per l’intera comunità scolastica e, come già spesso sottolineato anche dal prof. Rivoltella, “ad uno strumento attraverso cui «costruire o ricostruire i legami, lavorare per grandi temi in grado di riconnettere curricolo e territorio». I risultati presentati sono il frutto di un approccio metodologico che si ispira al Design Based Research e che ha permesso di comprendere il cambiamento nelle prassi e strategie didattiche dei docenti e risalire a quegli elementi oggetto di riflessione per un miglioramento dell’esperienza stessa. Il lavoro di analisi si avvale di un metodo misto che integra una ricerca standard tramite matrice dati e una ricerca di tipo interpretativo tramite focus group rivolti ai docenti a partire dall’individuazione delle dimensioni di indagine inerenti la propensione al cambiamento nella didattica.

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