Related Articles

Caro diario ti scrivo…

Caro diario ti scrivo…

 di Rita Manzara

Negli ultimi anni l’assegnazione dei compiti domestici attraverso il registro elettronico è diventata una pratica comune nelle scuole rendendo – almeno in apparenza – più semplice ed efficiente la gestione di questa attività. 

Tale novità ha comportato un periodo di adattamento da parte degli insegnanti, in quanto ha richiesto un cambiamento significativo rispetto a consolidate abitudini tradizionali.

La normativa inerente l’introduzione del registro elettronico – di classe e personale – ha previsto, tra l’altro, che la compilazione avvenga contestualmente alle attività in aula, non contemplando ritardi dovuti, ad esempio, a un possibile malfunzionamento del software.

In seguito all’adozione di tale strumento, ai docenti è stato fatto obbligo, pertanto, di riportare “in tempo reale” anche il lavoro da svolgere a casa, con l’obiettivo di far risparmiare tempo e di migliorare la comunicazione con gli studenti e le famiglie.

La consegna dei compiti on line ha comportato un diffuso “sollievo” da parte dei familiari dei discenti, che in precedenza si sono spesso trovati a dover gestire difficoltà legate ad una compilazione non corretta del diario da parte dei propri figli, difficoltà che hanno alimentato il ricorso a gruppi WhatsApp perdubbi sulla trascrizione di avvisi e compiti. 

Quest’ ultimo fenomeno si è verificato soprattutto nel primo ciclo d’istruzione, tuttavia anche tra le famiglie degli allievi di scuola superiore è sempre emersa l’esigenza di ottenere un’informazione corretta e consultabile. 

In considerazione del fatto che le indicazioni andavano necessariamente riportate sul registro elettronico molti insegnanti (già a partire dalla scuola secondaria di primo grado) hanno eliminato il momento della dettatura dei compiti al termine delle lezioni.

Si è automaticamente registrata, quindi una drastica riduzione del ruolo attribuito dagli studenti al tradizionale diario scolastico.

L’accesso al registro elettronico, anche quando effettuato dai ragazzi con la mediazione dei genitori, titolari delle password di accesso, ha portato ad un maggior utilizzo dei dispositivi tecnologici da parte dei discenti (che, tra l’altro, ha fatto lievitare le richieste di acquisto di smartphone, da parte dei figli, in età sempre più precoce).

Tuttavia, è opinione diffusa tra i docenti che il ricorso al supporto informatico costituisca una sorta di delega allo stesso della memoria dei compiti assegnati.

Alcuni insegnanti ritengono tuttora che il diario scolastico aiutassegli studenti a sviluppare abilità organizzative e di gestione del tempo permettendo loro, nel contempo, di esprimere la propria creatività e personalità.

Ora, con la recente nota ministeriale n. 5274 dell’11 luglio 2024 si afferma che, ai fini della verifica delle attività da svolgere a casa,deve essere posto un limite al ricorso sistematico al registro elettronico da parte degli studenti, esortando implicitamente le scuole a riservare quell’attenzione che dovrebbe essere data in caso di mancato possesso di uno strumento di connessione personale.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito intende in tal senso promuovere una maggiore responsabilità e autonomia degli alunni “fin dai primi anni della scuola primaria e proseguendo nella scuola secondaria di primo grado”, mettendoli nelle condizioni di organizzare i compiti domestici in modo più efficace e autonomo e di dosare, nel contempo, il ricorso alla tecnologia. 

La circolare ministeriale introduce, in altre parole, l’obbligo – da parte degli studenti – di trascrizione su diario cartaceo del lavoro da svolgere a casa. 

Il virgolettato sopra riportato sembra inoltre porre un quesito in merito all’estensione temporale dell’indicazione: anche nella scuola secondaria di II grado si può pensare al ripristino del diario per la gestione dei compiti domestici?

E, più in generale, per i nostri ragazzi quale attrattività potrà riavere il diario, soprattutto pensato come “concorrente” del telefono cellulare?

È innanzitutto necessario chiedersi se attualmente i nostri studenti possiedano le competenze necessarie a far sì che il diario cartaceo, che negli ultimi anni era diventato un accessorio sostanzialmente inutilizzato, diventi realmente uno strumento utile ad organizzare gli impegni di studio.

In realtà, per ragazzi abituati ad accedere alle informazioni da qualsiasi dispositivo connesso a Internet può risultare impegnativo tenere traccia di compiti, appuntamenti e scadenze su carta eritrovare le informazioni quando necessario qualora le stesse non siano ben organizzate.

Per far sì che questo passaggio risulti produttivo per i ragazzi, sarà quindi necessario che i docenti offrano una guida alla miglior gestione del diario scolastico cartaceo.

Potranno essere forniti suggerimenti riguardanti l’organizzazione(es. l’uso di colori o evidenziatori per distinguere tra le diverse categorie), la pianificazione anticipata (per prevenire dimenticanze), l’assegnazione di priorità ai compiti (per evidenziare ciò che è più importante), l’individuazione dei tempi di studio, la revisione giornaliera e via dicendo.

Il diario, infine, non andrebbe vissuto esclusivamente come “agenda dei doveri”: esso dovrebbe essere caratterizzato da una certa flessibilità, offrendo spazi anche agli imprevisti e alle riflessioni personali … forse non solo sul percorso scolastico…

Quest’ ultima affermazione mi riporta personalmente a ripensare ai miei anni di scuola e all’importanza che il diario aveva nella quotidianità per me e per tutti i miei compagni d’avventura. Era infatti uno spazio (o meglio ancora, un luogo) non solo di registrazione delle indicazioni per il lavoro domestico, ma di trascrizione di idee, di sentimenti, di emozioni, di pensieri sulla vita e sul futuro. Era anche uno strumento di comunicazione da utilizzare con una riservatezza inversamente proporzionale all’affettività e alla fiducia nell’altro. La scelta del diario all’inizio dell’anno scolastico era un rito simbolico, propiziatorio di un ritmo di vita costellato da sorprese (e non solo in campo scolastico).

Oggi, tutte queste sfaccettature del nostro esistere hanno una connotazione ed una collocazione diversa e sono gestite prevalentemente attraverso il telefono cellulare, che tuttavia non consente di replicare appieno l’esperienza di allora. 

Per fortuna, in qualche diario di scuola primaria vediamo ancora far capolino un piccolo cuore accanto a un nome e al numero/pagina di un esercizio di matematica da svolgere per il giorno dopo.

Il Diario di Anne Frank spiegato ai bambini

Il Giorno della Memoria è una giornata istituita dalle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell’Olocausto, che si celebra il 27 gennaio. La data è stata scelta in quanto il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, uno dei luoghi più simbolici dell’Olocausto.
Anne Frank, autrice del famoso diario, è diventata un simbolo della sofferenza e dell’ingiustizia subita dalle vittime dell’Olocausto, e il suo diario è stato utilizzato come strumento educativo per sensibilizzare le persone sulla importanza della tolleranza e della pace.
Potete quindi leggere insieme ai bambini ‘Il Diario di Anna Frank‘ e riflettere insieme sulle parole che Anne scrive. Potete anche fare vedere un cartone o il video che trovate in seguito.
Annelies Marie Frank, nota come Anne Frank era una giovane ebrea olandese che, insieme alla sua famiglia, si nascose in un “nascondiglio segreto” per evitare la deportazione nei campi di concentramento. Durante la sua clandestinità, Anne scrisse un diario in cui descrisse la vita quotidiana, le sue paure, i suoi sogni e le sue riflessioni sulla guerra e sulla vita in generale. Nel 1944, la famiglia Frank fu scoperta e deportata nei campi di concentramento, dove Anne e sua sorella morirono
Il diario è stato pubblicato per la prima volta nel 1947 col titolo “Il diario di Anne Frank“, e da allora è stato tradotto in molte lingue ed è diventato un libro per l’educazione alla tolleranza e alla pace.
La storia di Anna Frank e il suo diario sono stati oggetto di numerose iniziative in occasione del Giorno della Memoria per ricordare e onorare le vittime dell’Olocausto e per incoraggiare la lotta contro l’antisemitismo e ogni forma di discriminazione.
Chi era Anne Frank? Potete vedere sotto il video:

[embedded content]
Chi era Anne Frank?
Qual è il messaggio principale del Diario di Anna Frank?
Il libro di Anna Frank non dà un messaggio proprio, ma è la testimonianza di persone che hanno vissuto quegli anni in maniera difficile e pericolosa, nella paura e nell’attesa di una fine.
Cosa insegna la storia di Anna Frank?
Anna Frank è una ragazza tedesca di origine ebrea, nata a Francoforte nel 1929, che, prima di morire a soli 16 anni nel campo di concentramento di Bergen Belsen, ci insegna il valore della bontà nonostante il mondo disumano in cui si trova a vivere.
Perché è importante leggere il diario di Anna Frank?
Grazie al Diario di Anna Frank ci viene quindi offerta l’impagabile testimonianza storica della condizione degli ebrei perseguitati dal nazismo, ma anche la storia di una giovane adolescente nel corso della sua formazione e del suo ingresso nella vita.
Giorno della memoria spiegato ai bambini: Anna Frank
Maestra di Sostegno – Scuola Primaria

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000