Anief su Adnkronos – Basta buone intenzioni al via campagna indennità di vacanza contrattuale

Marcello Pacifico, recuperare fino a 150 euro al mese più almeno mille euro di arretrati.

“Apprezziamo le dichiarazioni del ministro per la Pubblica amministrazione sulla volontà di aumentare gli stipendi del personale che opera per lo Stato, ma non possiamo accettare che quando ci si siede al tavolo per le trattative la parte pubblica esordisca sostenendo che per la scuola e per suoi dipendenti non vi sono finanziamenti”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

“La crescita del reddito – spiega – non si realizza con le buone intenzioni. Non è accettabile che L’indice dell’attuale assegno una tantum prevista dall’ultima Legge di Bilancio corrisponda a meno della metà della indennità della vacanza contrattuale spettante, al netto degli arretrati da recuperare: è un’operazione che diventa assurda se i pensa che nel biennio 2022-23 il costo della vita è cresciuto di quasi al 15%. Noi non ci stiamo a questo gioco di impoverimento del personale scolastico: abbiamo deciso di recuperare l’indennità piena prevista per legge e che va assegnata (senza se e senza ma) almeno per gli anni 2022 e 2023: per chi è interessato a non soccombere all’ennesimo sopruso abbiamo creato una pagina internet apposita, attraverso la quale presentare direttamente richiesta per il recupero dell’integrale indennità di vacanza contrattuale per ricevere aumenti mensili fino a 150 euro e circa mille euro di arretrati”.

Anief ricorda che l’ultimo aggiornamento, introdotto con la Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022) al comma 609 dell’articolo 1, prevede che, nelle more della definizione dei contratti collettivi nazionali di lavoro e dei provvedimenti negoziali relativi al personale in regime di diritto pubblico per il triennio 2022-2024, si dia luogo, in deroga alle procedure previste dalle disposizioni vigenti in materia, all’erogazione dell’ anticipazione di cui all’articolo 47-bis, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e degli analoghi trattamenti previsti dai rispettivi ordinamenti, nella seguente misura mensile percentuale rispetto agli stipendi tabellari: dal 1° aprile al 30 giugno 2022 0,30%, dal 1° luglio 2022 0,50%.

Tale indicizzazione, però, avvenuta in base alla Nadef del settembre 2021, quando si stimava un tasso dell’1,5%, doveva nell’ultima Legge di bilancio, essere allineata al tasso di inflazione programmata certificato per il 2022 nella Nadef stessa (nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) e previsionale per il 2023. Ciò non è avvenuto, perché il Governo pur non bloccando espressamente l’allineamento del tasso di indennità di vacanza contrattuale come aveva fatto per il 2013-2017 (Legge 133/2008, DPR 122/2013, Legge 147/2013) ha stabilito di erogare solo un emolumento una tantum per il 2023, senza aggiornare l’indice di IVC. La Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di Bilancio 2023) all’articolo 1, comma 330, prevede infatti che “per l’anno 2023, gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale in applicazione dell’articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, e per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico di cui all’articolo 1, comma 609, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, sono incrementati di 1.000 milioni di euro da destinare all’erogazione, nel solo anno 2023, di un emolumento accessorio una tantum, da corrispondere per tredici mensilità, da determinarsi nella misura dell’1,5% dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza”.

Il giovane sindacato ricorda che l’indennità di vacanza contrattuale è uno strumento, costituzionalmente protetto, introdotto a seguito dei patti sociali con la privatizzazione del rapporto di lavoro nel pubblico impiego, per tutelare la retribuzione del personale, in sede di definizione delle risorse contrattuali, attraverso una copertura economica immediata, mensile che costituisce un’anticipazione dei benefici economici complessivi che saranno attribuiti all’atto del rinnovo contrattuale. Tale copertura è pari al 30% della previsione Istat dell’inflazione, misurata dall’indice Ipca al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati, applicata agli stipendi tabellari, e pari al 50% del predetto indice, dopo sei mesi di vacanza contrattuale.

Ad oggi, invece, il tasso di inflazione programmata (tip) per il 2022 è del 7,1% e per il 2023 è del 4,3%, mentre per il 2021 è dello 0,50%. Pertanto, essendo assorbita l’indennità di vacanza contrattuale per il 2021, a seguito della sottoscrizione del ccnl 2019/2021, rimane da allineare nella misura del 30% dal 1° aprile 2022 e nella misura del 50% dal 1° luglio 2022 l’assegno relativo all’indennità di vacanza contrattuale nella misura di un ulteriore aumento, come da tabella, che fa da esempio, rapportata per un docente laureato di scuola secondaria e posto nella seconda fascia di stipendio.

Continua la lettura su: https://anief.org/stampa/in-primo-piano/44283-anief-su-adnkronos-basta-buone-intenzioni-al-via-campagna-indennit%C3%A0-di-vacanza-contrattuale Autore del post: Anief Fonte: https://anief.org/

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PREVIDENZA – Quota 41 o 64 in arrivo? Anief: l’importante è introdurre un pre-pensionamento di 4 anni senza penalizzazioni, nella Scuola è necessario

“Sono due gli interventi che il Governo sta attuando sulle pensioni con la Legge di Bilancio per evitare il ritorno alla Fornero: Quota 41 e Quota 64 anni. L’importante è che l’Italia intraprenda quello che si fa negli altri Paesi economicamente sviluppati: mandare i cittadini lavoratori in pensione a 63 anni con il massimo dei contributi”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che chiede quindi un pre-pensionamento di almeno quattro anni rispetto alla legge che tornerebbe in vigore dal 1° gennaio prossimo.

 
Intervistato dall’agenzia Teleborsa, il sindacalista autonomo ha detto che se lo Stato ha giustamente deciso che “si deve accedere al lavoro con dei titoli di studio di formazione superiore, allora è giunto il momento di riconoscere gratuitamente il riscatto degli anni di studio”, come ha più volte detto anche il presidente Inps Pasquale Tridico. Secondo Pacifico, si tratterebbe di “due operazioni importanti per svecchiare non solo la Pubblica Amministrazione e tutto il mondo del lavoro, non solo per aprire le porte ai giovani e ringiovanire il personale della scuola, dato che abbiamo la classe docente più vecchia del mondo, ma questa operazione servirebbe a garantire una parità di trattamento tra i lavoratori dei paesi economicamente più sviluppati”.
Secondo il leader dell’Anief, infine, c’è un ultimo punto fondamentale: “le donne che lavorano devono avere qualcosa di riconosciuto, un qualche contributo importante, in particolar modo se hanno dovuto affrontare anche la maternità: se il Governo italiano ha introdotto, giustamente, un Ministero della Natalità, allora bisogna anche intervenire concretamente per garantire il diritto delle donne ad essere pienamente madri e lavoratrici” adeguatamente tutelate delle leggi.
 
Il giovane sindacato chiede, in particolare, che docenti e personale Ata vengano equiparati, a livello di previdenza, ai lavoratori delle forze armate, permettendo così loro di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. “Non è una concessione – conclude Pacifico – considerando l’alto numero di casi di insegnanti sottoposti a  burnout  e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato e senza nemmeno il dovuto riconoscimento del rischio biologico, molto presente tra coloro che operano nei nostri istituti scolastici”.
 
Anief ricorda che, in convenzione con Cedan, anche quest’anno è stato avviato il servizio di consulenza per chi è interessato al pensionamento: è possibile contattare via web la sede sindacale più vicina.
 
 
 
PER APPROFONDIMENTI:
 
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