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La nuova progressione stipendiali dei docenti 2022 di ogni ordine e grado, le tabelle

Pubblichiamo le tabelle con la nuova progressione stipendiale dei docenti di ogni ordine e grado.Come si evince il rinnovo del contratto della scuola ha portato un incremento stipendiale do circa il 4% ben lontano però dal recupero dell’inflazione che come è noto è volata al 9% circa.
A compensare un po’ saranno gli arretrati erogati con il cedolino di dicembre 2022, si tratterà di una vera e propria boccata d’ossigeno per le famiglie dei docenti e del personale ATA che, sottolineiamo, percepiscono stipendi molto più bassi dei loro colleghi europei.
Progressione stipendiale docenti scuola Infanzia e primaria 2022
Iniziamo a pubblicare le nuove tabelle della progressione stipendiale dei docenti aggiornata al 2022 dopo il rinnovo del contratto, lo facciamo con gli insegnanti della scuola dell’Infanzia e della scuola Primaria.
L’ultima colonna della tabella riporta gli arretrati che saranno erogati assieme alla tredicesima 2022.

Progressione stipendiale docenti scuola superiore di I grado ex scuole medie
La tabella che segue riporta la nuova progressione stipendiale dei docenti della scuola di secondo grado di primo grado e dei docenti di Educazione Fisica.

Progressione stipendiale docenti scuola superiore di I grado ex scuole medie
Proseguiamo con la nuova progressione stipendiale del personale docente di laboratorio, noto con l’acronimo ITP (Insegnanti Tecnico Pratici).
Come per gli altri docenti anche per gli ITP gli arretrati saranno erogati con il cedolino NoiPA di dicembre 2022.

Progressione stipendiale docenti scuola superiore di II grado ex scuole superiori
Concludiamo con la progressione stipendiale dei docenti della scuola superiore di secondo grado, come per gli ITP, anche questi docenti avranno arretrati e tredicesima con il cedolino di dicembre 2022.
Ricordiamo che le tabelle sono state realizzati dalla FLC Cgil.
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In questi giorni alla nostra casella di posta elettronica [email protected] sono giunte molte email di chiarimenti al punto che ci hanno spinto a sollecitare i nostri legali ad analizzare il caso di ciascuno, gli interessati possono dunque scriverci.
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Ricostruzione carriera e arretrati prescritti: l’avvocato risponde (AGGIORNATO)

Ricostruzione carriera e presunti arretrati prescritti: rispondiamo ad un quesito giunto alla nostra rubrica l’avvocato risponde. “Pongo alla Sua attenzione il seguente quesito in merito al pagamento degli arretrati della ricostruzione della carriera. Docente immesso in ruolo: 01/09/2008. Conferma nel ruolo di appartenenza: 01/09/2009. Decreto di ricostruzione emesso e registrato il 12 febbraio 2012. Passaggio nella fascia 9: 1° gennaio 2011 ma non sono stati corrisposti gli arretrati dal 01/01/2011 al 01/01/2013. La Ragioneria Territoriale di Firenze, pur riconoscendo il passaggio nella fascia 9 dal 1° gennaio 2011, non riconosce tali arretrati perché li ritiene prescritti calcolando i 5 anni antecedenti non dal 12 febbraio 2012 bensì da dicembre 2022. Allego circolari n.27 e 28 del MEF.” Risponde al quesito l’Avvocato Maria Rosaria Altieri.

Ricostruzione carriera, l’avvocato risponde

L’avvocato Altieri inizia con una promessa doverosa: Il quesito non è molto chiaro, in quanto non si comprende perché, se il decreto di ricostruzione di carriera risulta datato il 12 febbraio del 2012, il termine di prescrizione degli arretrati decorrerebbe da dicembre 2022, ossia dopo 10 anni, atteso che la liquidazione degli arretrati avviene solitamente pochi mesi dopo il rilascio del visto di regolarità contabile da parte della RTS. Inoltre, per poter dare una risposta esaustiva, sarebbe opportuno conoscere la data della presentazione della domanda di ricostruzione di carriera e visionare il decreto. In ogni caso, possono essere forniti alcuni chiarimenti di carattere generale sull’orientamento espresso dal MEF nelle circolari indicate dal lettore, ossia la Circolare n. 27 del 06/10/2017 e la Circolare n. 28 del 02/12/2021, le quali fanno riferimento a questioni del tutto distinte.

La normativa

Quanto alla Circolare n. 27 del 06/10/2017, avente ad oggetto “Decorrenza della prescrizione del diritto alla corresponsione degli arretrati stipendiali in caso di ritardo nell’emissione del provvedimento di ricostruzione di carriera”, questa precisa che “presupposto per la corresponsione di detti emolumenti arretrati fin dal momento del passaggio in ruolo è l’avvenuta presentazione della domanda di ricostruzione di carriera nei termini di legge (segnatamente entro i cinque anni successivi al superamento del periodo di prova e conferma in ruolo per i docenti e all’immissione in servizio per il personale ATA), atteso che il procedimento della ricostruzione di carriera si attiva a domanda dell’interessato e non d’ufficio (come avviene, invece, nei casi di inquadramenti contrattuali)”. Chiarisce poi che il diritto alla ricostruzione di carriera “ai fini economici esso soggiace alla disciplina contenuta nell’articolo 2948 del medesimo codice, relativa al termine di prescrizione ridotto a cinque anni”.

Sulla base di tali premesse, la Circolare conclude affermando che “Ciò posto, stante il termine prescrizionale quinquennale, come da consolidata giurisprudenza giuslavoristica ed amministrativa (da ultimo, Consiglio di Stato, Sez. III, sentenza n. 155/2013) e considerato che il procedimento di ricostruzione di carriera si attiva ad istanza di parte, è di tutta evidenza che, nell’ipotesi di mancata emissione del decreto di ricostruzione di carriera, occorre che l’interessato si attivi con ogni atto ed iniziativa utili ad interrompere il decorso del termine prescrizionale, avvalendosi degli strumenti previsti dall’ordinamento giuridico avverso l’inerzia della P.A.”

In sostanza, poiché il procedimento di ricostruzione di carriera si attiva ad istanza di parte, in caso di ritardo nell’emanazione del decreto, per evitare la prescrizione quinquennale degli arretrati, il docente entro 5 anni dalla presentazione della domanda dovrebbe porre in essere atti interruttivi della prescrizione della propria pretesa creditoria. A parere di chi scrive, tuttavia, l’interpretazione fornita dal MEF è del tutto errata perché l’art. 2935 c.c. rubricato “Decorrenza della prescrizione” statuisce che “La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”, dunque, perché la prescrizione inizi a decorrere nei diritti di credito, è necessario che il diritto sia in concreto sorto ed esercitabile.

Da quando parte la prescrizione?

Ciò posto, poiché il diritto a percepire gli arretrati non sorge con la presentazione della domanda di ricostruzione di carriera, bensì con il decreto di ricostruzione emanato dal Dirigente Scolastico, la prescrizione quinquennale ex art. 2948 c.c. non inizia a decorrere dal momento della presentazione della domanda di ricostruzione di carriera ma dal momento in cui il credito concretamente sorge in capo al docente nei cui confronti è stata operata la ricostruzione di carriera, ossia dal momento in cui il decreto di ricostruzione di carriera viene emesso. Conseguentemente, nei casi in cui dovesse essere applicata la prescrizione degli arretrati dal momento della presentazione della domanda, si ritiene, ci siano i presupposti per adire la Magistratura del Lavoro. Resta ferma, in ogni caso, la prescrizione degli arretrati anteriori ai 5 anni la data di emanazione del decreto di inquadramento (salvo atti interruttivi).

Quanto alla Circolare n. 28 del 02/12/2021, questa riguarda la situazione diversa della prescrizione dell’azione di impugnazione del decreto di ricostruzione di carriera. La Circolare, dando atto dei numerosi precedenti della giurisprudenza di legittimità (ex multis, Cass., ord. n. 2232 del 30 gennaio 2020) e della giurisprudenza contabile (Corte dei conti, nell’Adunanza Generale della Sezione Centrale del controllo di legittimità Deliberazione n. SCCLEG/4/2019/SUCC. del 15 luglio 2019), precisa che “l’anzianità di servizio non è uno status o un elemento costitutivo di uno status del lavoratore subordinato, né un distinto bene della vita oggetto di un autonomo diritto, ma rappresenta piuttosto la dimensione temporale del rapporto di lavoro, di cui integra il presupposto di fatto di specifici diritti, quali quelli all’indennità di fine rapporto, alla retribuzione, al risarcimento del danno per omissione contributiva, agli scatti di anzianità”.

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