Corpo docente ed internazionalizzazione della professione, tra limiti burocratici ed iniziative comunitarie. Il caso Erasmus+

I meccanismi d’integrazione a livello europeo prevedono, attraverso la sottoscrizione degli accordi Schengen e l’adesione all’area di circolazione per persone, lavoratori e beni, la facilitazione dell’internalizzazione delle professioni intellettuali e scientifiche, come quella docente.

La burocrazia, sospesa tra scartoffie, questioni interminabili d’ufficio, spesso rende il trasferimento dei docenti complesso se non impossibile: le problematiche interessano il riconoscimento dei titoli, le abilitazioni a livello internazionale, le competenze linguistiche ed il rispettivo inquadramento, la formazione ricevuta e le abilità informatiche, per il quale alcune realtà, tra cui quella italiana, si collocano agli ultimi posti per digitalizzazione ed utilizzo di tools avanzati in didattica. Il programma EURES+, rivolto canonicamente agli studenti, ora interessa i docenti che dall’anno scorso, in occasione dell’anniversario estivo dell’iniziativa, possono intraprendere anch’essi viaggi d’istruzione e di formazione in altri paesi dell’Unione.

Il dilemma per i professionisti dell’informazione: tra sistemi integrativi ed odissee burocratiche

I professionisti dell’istruzione devono

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