Docenti precari, via alle stabilizzazioni fruendo dei fondi del Pnrr: la posizione dell’Europa sui recenti dati
La classe docente europea, da oltre un trentennio, è alle prese con annose problematiche di stabilizzazione, reclutamento, retribuzione e servizio al centro di numerose proteste sindacali, tra cui quella di recente invocata in occasione della Giornata Internazionale della Donna, lo scorso 8 marzo.
La quota di docenti precari, ovvero con un contratto che arriva a coprire massimo 12 mesi o una particolare attività (supplenze, ad esempio), è arrivata ad interessare il 25% degli insegnanti abilitati ad alle dipendenze – stabili o meno – dal Ministero dell’Istruzione e del Merito a guida Valditara, che intende procedere con un’ulteriore stabilizzazione di quei precari alle prese con fenomeni di mobilità estrema, pari a 70.000 unità, fruendo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (arcinoto con l’acronimo PNRR); la procedura può essere solo sbloccata con l’approvazione delle istituzioni europee.
Le stabilizzazioni record: la conferma di un approccio apparentemente