A piedi scalzi denuncia le vite rubate dalla guerra: la dedica al piccolo Kirill
Le strade e i palazzi di una città improvvisamente sono invasi da una immensa nube nera che porta con sé frammenti di tutto ciò che ha spazzato via. Una bimba con una bambola in braccio, a piedi nudi, vaga da sola in cerca di ciò che ha perduto. Immagini che sembrano quasi rievocare i servizi giornalistici degli ultimi mesi dedicati alla drammatica e ‘surreale’ situazione vissuta dell’Ucraina. In realtà, si apre così il videoclip dell’ultimo singolo di Matteo Palermo, intitolato “A pieni scalzi”, in uscita il 10 marzo su tutte le piattaforme digitali, prodotto e arrangiato dallo stesso cantautore e distribuito da ONE RPM. Un brano edito da PA74MUSIC e firmato dall’etichetta FLY UP RECORDS di cui testo e musica sono stati scritti dal rocker pugliese immaginando di poter dialogare con la Pace.
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E l’utilizzo simbolico del colore emerge anche nel videoclip di “A piedi scalzi”, un’opera d’animazione realizzata da Michele Falleri che ha creato disegni fatti a mano con tavoletta grafica. Un racconto per immagini del percorso di una bimba che passa attraverso il ricordo di una vita felice e colorata, ritrovandosi nel buio totale in cui tenta di proteggere e cullare la bambola di pezza, unica cosa che le è rimasta.
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Interessante come il sound del brano rispecchi il percorso musicale dell’artista e lo intrecci ad una più moderna produzione italiana. Si possono ascoltare chitarre distorte accordate in dropnell’intro del brano, scelta di stile non proprio tipica della musica italiana. Il resto del brano si sviluppa su un groove molto dinamico di basso che segue il beat incisivo del drumming digitale più moderno come scelta stilistica. Con il nuovo singolo, inoltre, Matteo Palermo sperimenta la collaborazione con la voce del giovane REEO (special guest) che si ascolta in una strofa. Si rinnova, invece, il sodalizio artistico con Domenico Colangelo che ha curato gli arrangiamenti di basso.
Un brano che parla della realtà contemporanea e lo fa attingendo dalla stessa vita reale dell’autore. A render tutto più vero, infatti, ci pensano le voci delle stesse figlie di Matteo Palermo: la piccolissima Lara della quale si ascolta il pianto, e Giada alla cui dolce vocina è affidato il finale di “A piedi scalzi”. Perché questo è un testo che parla di vite rubate, tra cui proprio quelle di tanti bambini, da una guerra ingiusta.
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