FARE MUSICA SENZA STRUMENTI MUSICALI: idee pratiche, creative e alternative

ARTICOLO SCRITTO DA: NOEMI ROSSI, AUTRICE SCUOLA OLTRE

Titolo azzardato per alcuni, pensiero stuzzicante per altri. In verità, purtroppo, diverse scuole non sono ancora dotate di strumenti musicali. Questo articolo vuole venire incontro alle esigenze di chi vive quotidianamente questa situazione attraverso idee pratiche e creative. Ma non solo: intende anche stimolare una riflessione per i colleghi più fortunati che possono fare uso di questo materiale didattico, in modo da vedere la pratica musicale sotto nuovi, diversi e alternativi aspetti.

La prima sperimentazione che bambini e ragazzi dovrebbero fare con la musica riguarda l’uso della propria voce: il più potente strumento espressivo di cui l’uomo dispone. Molti sono gli elementi musicali su cui il canto lavora, da quelli prettamente fisici come la respirazione, la postura e il sostegno del suono, a quelli legati al linguaggio musicale, quali l’intensità, le durate, il timbro e infine gli aspetti espressivi dell’interpretazione. Filastrocche ritmate, canti senza parole e a bocca chiusa, brani popolari, canzoni passate in radio o sentite in TV: le possibilità sono infinite. L’insegnante può essere supportato da CD con basi musicali o audio reperiti in Internet. Le attività canore permettono di giocare con suoni, onomatopee, sillabe e persino intere parole e frasi; tutto ciò può essere particolarmente utile nella stimolazione del linguaggio alla scuola dell’infanzia e alla manipolazione dei suoni alla primaria. Ulteriori sviluppi possono essere il lavoro su canti in altre lingue, si pensi per esempio alle due materie straniere studiate alla secondaria di primo grado, brani a più voci e l’accostamento del canto ad altri linguaggi espressivi. Relativamente a quest’ultimo punto, è degno di nota il coro di mani bianche, un’attività inclusiva in cui ognuno può partecipare e interpretare la musica per mezzo della voce e/o dei gesti legati alla lingua dei segni.

La voce rientra nella body music, ossia la musica prodotta dal corpo. Oltre al mezzo vocale, appartiene a questa categoria la body percussion, ovvero i suoni ritmici/corporei, come il battito delle mani, dei piedi, delle cosce, del petto, lo schiocco delle dita, solo per citarne alcuni. Proporre attività di body percussion significa lavorare su aspetti musicali come la pulsazione, il ritmo, il metro e il timbro diversificato dei diversi suoni. Contemporaneamente, vengono stimolati anche aspetti cognitivi come la coordinazione, la lateralizzazione, la spazialità, la concentrazione e l’attenzione.

 Per i bambini più piccoli, la body percussion può riguardare semplici sequenze di gesti-suono. La complessità aumenta con l’età e l’avanzare nel percorso scolastico; per questo i ragazzi dell’ultimo biennio della scuola primaria e quelli della secondaria possono dare vita a delle vere e proprie coreografie ritmico/corporee. La body percussion può essere associata all’uso della voce parlata e/o del canto, generando un’incredibile attività che coinvolge il corpo intero; un esempio ben noto sono i giochi infantili come “conte e battimani”. Un’altra idea riguarda l’accompagnamento ritmico/corporeo di musiche provenienti da diverse culture, epoche e repertori; a tale proposito, risultano molto interessanti le proposte di body percussion che si accostano a brani di musica classica.

Se non si dispone di strumenti musicali, è possibile costruirne alcuni, consentendo in primo luogo di riflettere sull’importanza del riciclo. Creare strumenti musicali fai da te è un’attività che promuove la socialità, lo spirito di progettazione e il pensiero divergente. Dal punto di vista musicale si fa leva sull’ascolto attivo, la sperimentazione sonora e la discriminazione timbrica dei vari materiali usati. Il web pullula di idee, ma non si devono dimenticare anche le grandi potenzialità della nostra creatività! Gli strumenti musicali fai da te possono essere distinti in due categorie. Al primo gruppo fanno parte quelle creazioni che simulano veri e propri strumenti musicali: una maraca può essere costruita inserendo del riso all’interno di una bottiglietta, mentre una nacchera può nascere piegando una striscia di cartone e inserendo al suo interno due tappi. D’altra parte, si possono inventare nuovi strumenti musicali e brevettarli, scegliendo dal materiale al nome. Vedere nascere un oggetto sonoro dalle nostre mani è un’esperienza unica e davvero molto gratificante. Naturalmente, la complessità della creazione varia in base all’età degli studenti. I ragazzi della scuola secondaria di primo grado potranno essere meno interessati a un semplice sonaglio, apprezzando maggiormente strumenti più complessi, come uno xilofono che si basa su regole matematiche di rapporti tra le note, e inusuali, come il tamburo del tuono.

Non meno importante è l’utilizzo di oggetti quotidiani impiegati come strumenti musicali. Anche qui si deve porre attenzione all’età degli studenti in relazione alla proposta. In questo caso, l’attività di base, prima ancora di suonare, è l’esplorazione sonora di ciò che stiamo prendendo in esame. Quindi, occorre chiedersi: “In quanti modi e come possono suonare quest’oggetto?”. Le risposte saranno variegate e il pensiero divergente sarà padrone. Per esempio, possiamo riflettere sui suoni che una scopa può produrre. Un’idea interessante è l’utilizzo del banco scolastico come se fosse una batteria: le gambe battute a terra rappresentano la cassa, se percosse con delle penne diventano i piatti e il piano superiore funge da rullante. E ancora, altri spunti: una grattugia usata come un güiro, un bidone rovesciato diventa un tamburo e i bastoncini dei ghiaccioli sostituiscono i classici legnetti.

Persino le tecnologie sono una possibile alternativa agli strumenti musicali. In questo contesto, il digitale non è solo una possibilità, ma risulta essere anche una necessità ai fini dell’inclusione. Si pensi, infatti, alla difficoltà di imparare a suonare uno strumento reale: la postura del musicista, come si maneggia l’oggetto, la coordinazione richiesta per muovere contemporaneamente due o più parti del corpo… Tutto ciò può diventare una barriera in alcuni casi di disabilità. Le tecnologie possono venirci incontro perché il suono, che rimane fedele all’oggetto scelto, viene prodotto grazie a un semplice click. Inoltre, esse mostrano un lato aggiornato della musica, al passo con i tempi dei nostri ragazzi. Inoltre, possono essere fruite anche fuori dal contesto scolastico, favorendo, per chi desidera, un ulteriore incontro con quest’arte anche a casa. Le risorse disponibili sono molteplici; qui se ne illustrano solo alcune. GarageBand è un software tra i più conosciuti e completi. Consente di suonare una grande varietà di strumenti: tastiere e pianoforti, archi, chitarre, percussioni, batterie e persino strumenti etnici come pipa ed erhu. Inoltre, si possono scegliere altri suoni accedendo alla tastiera, così da poter suonare anche il flauto, il clarinetto, il corno… Play Xylo (https://playxylo.com/) permette di suonare diverse tipologie di xilofono; la sua interfaccia così semplice e colorata sa conquistare anche i bambini. Virtual Drumming (https://www.virtualdrumming.com/it/corso-batteria-online/giochi-batteria-online/batteria-free-drumming.html) è un sito libero che non necessita di registrazione, in cui si può suonare una batteria. Virtual Musical Instruments (https://www.virtualmusicalinstruments.com/) è un sito web che si propone di portare gli strumenti musicali online sul computer o su dispositivi mobili. Qui, è possibile scegliere tra bongo, batteria, glockenspiel, xilofono, flauto di pan, chitarra e pianoforte. L’aspetto interessante di questo sito è che il suono può essere prodotto sia tramite il click del cursore, sia attraverso la tastiera.

Infine, è possibile mixare tutte queste idee per creare un’orchestra altamente alternativa. La parte ritmica può essere interpretata da un oggetto impiegato come strumento musicale, come ad esempio una fitball percossa con delle aste di legno, mentre la melodia principale può essere affidata a uno xilofono virtuale o a bicchieri con acqua intonati. Il tutto può essere accompagnato da un coro a bocca chiusa. Le alternative pratiche agli strumenti musicali sono davvero infinite! Possa questo articolo ispirare altre mille idee creative per fare musica in modo attivo a scuola.

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La respirazione delle piante: un tema di scienze per la Scuola Primaria

La respirazione delle piante è un argomento affascinante e importante per i bambini della scuola primaria, poiché consente loro di comprendere come funzionano questi esseri viventi e quale ruolo svolgono nel nostro ecosistema.
In questo articolo, approfondiremo dettagliatamente il processo della respirazione delle piante, illustrando le varie fasi e le differenze rispetto alla respirazione degli animali. Inoltre, esamineremo l’importanza di questo processo nella vita delle piante e nel mantenimento del nostro pianeta. Infine, concluderemo con alcuni suggerimenti utili per approfondire ulteriormente il tema e realizzare attività didattiche stimolanti.
Cos’è la respirazione delle piante?
La respirazione delle piante è un processo biologico attraverso il quale le piante producono energia per sostenere le loro funzioni vitali. Durante questo processo, le piante utilizzano ossigeno e nutrienti per produrre energia sotto forma di ATP (adenosina trifosfato), rilasciando anidride carbonica e acqua come prodotti di scarto.
Fasi della respirazione delle piante
La respirazione delle piante avviene principalmente in due fasi: glicolisi e ciclo di Krebs. La glicolisi è la fase iniziale, durante la quale il glucosio viene trasformato in una molecola di piruvato, producendo energia e molecole di NADH. Il ciclo di Krebs, invece, è la fase finale del processo, in cui il piruvato viene ulteriormente trasformato, generando energia, anidride carbonica e acqua.
Differenze tra la respirazione delle piante e quella degli animali
Sebbene la respirazione delle piante e degli animali sia simile in termini di processo biochimico, ci sono alcune differenze chiave. Innanzitutto, le piante sono capaci di fotosintesi, un processo attraverso il quale producono glucosio e ossigeno utilizzando luce solare, anidride carbonica e acqua. Gli animali, invece, devono ottenere il glucosio attraverso l’alimentazione. Inoltre, le piante sono in grado di respirare sia attraverso le foglie che attraverso le radici, mentre gli animali utilizzano organi specifici come polmoni o branchie per la respirazione.
L’importanza della respirazione delle piante per l’ecosistema
La respirazione delle piante svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio del nostro ecosistema. Grazie alla fotosintesi, le piante producono ossigeno, che è essenziale per la vita di tutti gli organismi aerobici, inclusi gli esseri umani. Inoltre, la respirazione delle piante contribuisce a regolare la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.
Creazione di un portfolio sul tema della respirazione delle piante
Incoraggiare i bambini a creare un portfolio sul tema della respirazione delle piante, in cui possono raccogliere tutti i loro disegni, schemi, esperimenti e riflessioni sul tema. Questo portfolio può essere un ottimo modo per valutare il loro apprendimento e per permettere loro di condividere le loro scoperte con i compagni di classe e le famiglie.
La respirazione delle piante nelle diverse stagioni
Approfondire la conoscenza dei bambini sulla respirazione delle piante, discutendo di come questo processo possa variare nelle diverse stagioni dell’anno. Ad esempio, durante la primavera e l’estate, quando la luce solare è più intensa e le giornate sono più lunghe, la fotosintesi e la respirazione delle piante sono più attive. Al contrario, durante l’autunno e l’inverno, la luce solare è più debole e le giornate sono più brevi, il che porta a una riduzione dell’attività fotosintetica e respiratoria delle piante.
Adattamenti delle piante all’ambiente
Infine, esplorare con i bambini come le piante si siano adattate a vivere in diversi ambienti attraverso variazioni nel loro processo di respirazione. Ad esempio, alcune piante che vivono in ambienti aridi e desertici, come i cactus, hanno sviluppato un processo di respirazione chiamato fotosintesi CAM, che consente loro di conservare l’acqua e di sopravvivere in condizioni estreme. Allo stesso modo, le piante che vivono in ambienti acquatici, come le ninfee, hanno sviluppato adattamenti specifici che permettono loro di assorbire ossigeno dall’acqua attraverso le radici.
Attività didattiche sul tema della respirazione delle piante
Per rendere l’apprendimento della respirazione delle piante più coinvolgente e interattivo per i bambini della scuola primaria, è possibile organizzare diverse attività didattiche che stimolino la loro curiosità e la loro comprensione del tema. Ecco alcuni esempi di attività:

Esperimenti con piante: I bambini possono osservare il processo di fotosintesi e respirazione delle piante realizzando esperimenti semplici, come quello del bicchiere d’acqua e della pianta. In questo esperimento, si mette una pianta in un bicchiere d’acqua e si copre con un sacchetto di plastica trasparente. I bambini possono osservare come si formano goccioline d’acqua all’interno del sacchetto, dimostrando la produzione di ossigeno e acqua durante la fotosintesi.

Disegni e schemi: Chiedere ai bambini di creare disegni o schemi che illustrino il processo della respirazione delle piante, evidenziando le fasi principali e i prodotti del processo. Questo aiuterà i bambini a visualizzare e memorizzare meglio le informazioni.

Gioco di ruolo: Organizzare un gioco di ruolo in cui i bambini rappresentano le diverse parti di una pianta (foglie, radici, stelo) e i vari elementi coinvolti nel processo di respirazione (ossigeno, anidride carbonica, energia). In questo modo, i bambini possono imparare il processo in modo divertente e interattivo.

Discussione e riflessione: Stimolare i bambini a riflettere sull’importanza della respirazione delle piante per la vita sulla Terra, chiedendo loro di pensare a come il nostro pianeta sarebbe diverso senza piante e come possiamo proteggere e conservare le piante per il futuro.

Suggerimenti utili per approfondire ulteriormente il tema:

Visitare un giardino botanico o un’area naturale con diverse specie di piante per osservare direttamente le piante nel loro ambiente naturale e discutere delle loro caratteristiche.

Visionare video o documentari sulle piante e sulla respirazione delle piante per ampliare le conoscenze sul tema e stimolare ulteriori discussioni in classe.
Invitare un esperto di botanica o un giardiniere a parlare ai bambini della respirazione delle piante e del loro lavoro con le piante, offrendo un’opportunità per fare domande e apprendere da una fonte esperta.
Organizzare un progetto di piantumazione di alberi o un’attività di giardinaggio nella scuola, coinvolgendo i bambini nella cura delle piante e nella comprensione del loro ruolo nell’ecosistema.

Per concludere, la respirazione delle piante è un tema affascinante e rilevante per i bambini della scuola primaria, che offre numerosi spunti per attività didattiche coinvolgenti e stimolanti. Approfondendo questo tema, i bambini non solo acquisiranno una maggiore comprensione del funzionamento delle piante e del loro ruolo nell’ecosistema, ma saranno anche motivati a proteggere e conservare queste risorse preziose per il nostro pianeta. Speriamo che le informazioni e le idee presentate in questo articolo possano essere utili per l’insegnamento e l’apprendimento della respirazione delle piante nella scuola primaria.

Potete scaricare e stampare gratuitamente le Schede Didattiche su “La respirazione delle piante per la Scuola Primaria”, basta cliccare sul pulsante ‘Download‘:

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