Disturbi del sonno negli studenti anche a causa dell’uso dei dispositivi digitali: cosa può fare la scuola? – Scienze per la Scuola
Con questo articolo viene inaugurata una rubrica dal titolo Scienze per la Scuola, attraverso la quale si vogliono proporre, periodicamente, articoli che offrano agli insegnanti contributi scientifici a supporto del loro lavoro didattico-pedagogico di ogni giorno. L’obiettivo è quello di mettere sempre più in collegamento questi due mondi, scuola e scienze, in teoria e negli auspici così vicini, ma forse ancora troppo lontani nella realtà.
“La notte è piccola per noi, troppo piccolina”, cantavano allegramente le gemelle Kessler. Non potevano certo immaginare che, già qualche decennio dopo, la notte si sarebbe drammaticamente ristretta per tantissimi adolescenti, complici eventi storici come il lockdown, l’avvento dei dispositivi mobili e l’aumento di fragilità emotive nelle nuove generazioni.
Lo studente in stato catalettico nelle prime ore di scuola, soprattutto alle superiori, non è una novità. A quell’età, infatti, 1) si accumula più lentamente la spinta omeostatica al sonno, che aumenta in