Col Pnrr banda larga in tutte le scuole italiane entro il 2025, sogno spezzato: per la Corte dei Conti Ue ci sono notevoli ritardi
Sembra avere già toccato l’apice l’entusiasmo dei finanziamenti europei per la scuola italiana, da attuare attraverso gli importanti fondi previsti dal Pnrr: qualche giorno fa, dopo le perplessità espresse dall’opinionista del Corriere della Sera, Francesco Verderami, secondo il quale sarebbero “tanti, anzi troppi, i finanziamenti del Pnrr chiesti da Conte”, alti esponenti del Governo Meloni hanno storto la bocca. Come il ministro della Difesa Guido Crosetto (FdI), per il quale sarebbe il caso di “prendere solo i fondi che si è sicuri di spendere”. Il 24 aprile si è aggiunta una “bacchettata” più super partes: è la relazione della Corte dei Conti Ue sullo stato dell’istruzione digitale nelle scuole in Italia e altri cinque Paesi Ue.
I rilievi dei revisori Ue
Ebbene, secondo i revisori dell’Unione europea “la riforma del settore dell’istruzione volta al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, dagli asili nido alle università, non specifica i traguardi