Com’è nata la chemioterapia? Grazie a un bombardamento

E se vi dicessi che un bombardamento ha contribuito alla cura del cancro, salvando migliaia, forse milioni di vite? Sembra assurdo eppure è successo. Il 2 dicembre 1943, durante la seconda guerra mondiale, gli aerei tedeschi bombardarono il porto di Bari pieno di navi alleate.
Fra le tante navi colpite c’era la John Harvey che trasportava tonnellate di Iprite, il terribile “gas mostarda” – chiamato così per il suo odore – che aveva ucciso migliaia di soldati nella prima guerra mondiale. Nessuno dopo il Protocollo di Ginevra del 1925 lo stava usando sui campi di battaglia, ma anche gli alleati ne costudivano ingenti scorte perché circolavano inquietanti resoconti dei servizi segreti che paventano una possibile rappresaglia tedesca nel caso di invasione della Germania. Così, per l’ennesima volta, le armi chimiche, senza nemmeno solcare i campi di battaglia, provocavano un’orrenda ecatombe. Molti dei civili e dei militari agonizzanti avevano eroicamente
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